I primi patriarchi

di J. Redekop

Articolo tratto dal mensile IL MESSAGGERO CRISTIANO del 03-2018

La vita di Enoc

E Iared visse centosessantadue anni, e generò Enoc…Enoc visse sessantacinque anni e generò Metusela. Enoc, dopo aver generato Metusela, camminò con Dio trecento anni e generò figli e figlie. Tutto il tempo che Enoc visse fu di trecentosessantacinque anni. Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese” Genesi 5:18, 21-24.

Enoc camminò con Dio in un’epoca in cui gli uomini erano in aperta rivolta contro di Lui. “Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo” (Genesi 6:5). Vivendo in momenti del genere, non solo Enoc si teneva lontano dal male, ma viveva e agiva con Dio, in comunione con Lui.

Dopo la nascita di Metusela, sembra che Enoc desideri allevare i suoi figli per Dio, in un mondo che stava per essere sottoposto al giudizio. Pare che Metusela significhi “Alla sua morte la fine”, un nome che richiama l’idea del diluvio che Dio stava per mandare come giudizio sul mondo di allora. E il diluvio c’è stato, proprio l’anno della morte di Metusela. Le acque si riversarono sulla terra e “il mondo d’allora, sommerso dall’acqua, perì” (2 Pietro 3:6).

Enoc, di cui è detto che dopo la nascita del primo figlio camminò con Dio per trecento anni, è un bell’esempio per i genitori cristiani. In ogni tempo è difficile allevare i figli “nella disciplina e nell’istruzione del Signore” (Efesini 6:4), ma Enoc “ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio” (Ebrei 11:5); era Dio stesso che rendeva testimonianza alla sua vita di fede e di comunione con Lui. Egli approvava la sua condotta. Questo esempio parla ancora oggi con molta forza e chiarezza.

Notate bene che non è detto “Dio camminò con Enoc”, ma: ”Enoc camminò con Dio”. E potremmo aggiungere che parlava con Dio e parlava di Dio (Giuda 14 e 15), e Dio parlava con lui. Questa comunione così stretta ha fatto di Enoc uno strumento scelto: Dio lo ha utilizzato come Suo messaggero per avvertire gli uomini del giudizio imminente. Enoc poi ha continuato in pace il suo cammino con Dio.

La testimonianza di Enoc

Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: “Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà da loro commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciato contro di lui.” (Giuda versetti 14 e15)

Enoc è stato uno strumento utile per rendere una testimonianza efficace, poiché si rivolgeva alla coscienza degli uomini senza Dio che lo circondavano. C’era un grande contrasto fra la pietà di quell’uomo e la violenza dei peccatori che erano maturi per il giudizio. L’esistenza di Enoc è la prova che Dio non rimane mai senza testimoni: “Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che ogni popolo seguisse la propria via, senza però lasciare Sé stesso privo di testimonianza” (Atti 14:16,17).

Abbiamo spesso sentito dire che la storia si ripete, il che dimostra che il cuore dell’uomo non è cambiato. La cattiveria dell’uomo al tempo di Enoc non era diversa da quella dell’uomo di oggi. Enoc ha profetizzato prima del diluvio che ha distrutto il mondo di allora (questo fatto è riportato nella Lettera di Giuda, l’ultima delle Lettere del Nuovo Testamento). Al suo tempo, l’esecuzione del giudizio degli empi era ancora “in attesa”, e così è anche oggi. Se il cuore dell’uomo non cambia, Dio, che ha “gli occhi troppo puri per vedere il male” (Abacuc 1:13), manderà ad effetto quel che ha previsto e preannunciato, “perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’Uomo ch’egli ha stabilito” (Atti 17:31).

Enoc è stato rapito perché non vedesse la morte; nello stesso modo, noi che crediamo che Gesù è morto ed è stato risuscitato, se saremo ancora vivi alla Sua venuta verremo “rapiti” per andare incontro al Signore nell’aria ed essere sempre con Lui (1 Tessalonicesi 4:17).

“Maranatha, il Signore viene!” (1 Corinzi 16:22).

Il rapimento di Enoc

Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più trovato perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio” Ebrei 11:5.

Secondo la testimonianza che Dio dà di lui, Enoc si distinse, nella sua generazione, come qualcuno che non cercava di piacere agli uomini o di far  colpo su di loro, ma voleva solo piacere a Dio. Ed Enoc è piaciuto a Dio ed era soddisfatto della Sua approvazione. Egli non cercava una propria strada e non aveva bisogno di tornare sui suoi passi, perché camminava con Dio. Il suo cammino rifletteva quello del Signore Gesù che nella Sua umanità poteva dire: “Colui che mi ha mandato è con me; Egli non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli piacciono” (Giovanni 8:29).

In questo versetto appaiono chiaramente alcune caratteristiche morali del Signore: Egli era l’Inviato del Padre, venuto per compiere una missione che il Padre gli aveva affidato; non si è voltato né a destra né a sinistra, ma è andato avanti diritto sulla via che gli era stata tracciata per compiere la Sua missione. Egli ha “reso la Sua faccia dura come la pietra” e sapeva che non sarebbe stato deluso (Isaia 50:7), perché il Padre era con Lui. Padre e Figlio hanno proseguito insieme (lo vediamo, in figura, nel viaggio di Abramo e Isacco verso il monte Moria – Genesi 22:6-8).

Enoc è stato rapito “senza vedere la morte”: ricompensa benedetta per il suo cammino fedele che procurava piacere al cuore di Dio. Non fu più trovato, perché Dio l’aveva portato via.

Anche noi, se saremo vivi sulla terra fino al ritorno del Signore, potremo in quel momento udire la Sua voce che ci dirà: ”Salite qui!”. Sarà il coronamento della Sua opera di grazia. Quanto a noi, quando saremo rapiti saremo rivestiti di tutta la dignità di Cristo, nostro Redentore, per abitare con Lui nella casa del Padre. “E così saremo sempre col Signore” (1 Tessalonicesi 4:17)!

Lamec e Noè

Lamec… generò un figlio, che chiamò Noè, dicendo: Questo ci consolerà della nostra opera e della fatica delle nostre mani a causa del suolo che il SIGNORE ha maledetto” (Genesi 5:28, 29).

Noè trovò grazia agli occhi del SIGNORE… Noè fu uomo giusto, integro, ai suoi tempi; Noè camminò con Dio” (Genesi 6:8-9).

Lamec, il padre di Noè, sentiva il peso e gli effetti del peccato che era entrato nel mondo e l’aveva invaso. Dio aveva detto ad Adamo: “Il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita” (Genesi 3:17) e “fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio” (Romani 8:22). Noi stessi ce ne rendiamo conto. Ma tutti quelli che hanno ricevuto le primizie dello Spirito aspettano la liberazione, la redenzione dei loro corpi (v. 23). In questi corpi noi soffriamo, conosciamo il dolore, la prova, e in più l’obbrobrio per Cristo; però saremo mutati e riceveremo un corpo conforme al corpo glorioso del Signore. È una beata speranza, una prospettiva gloriosa, di cui il rapimento di Enoc è una figura. Esortiamoci gli uni gli altri a camminare con Dio, nell’attesa di venire rapiti per essere con Cristo nella gloria.

Anche Lamec è stato consolato, ma in modo diverso. Fu contemporaneo di Enoc per più di 100 anni, e 82 anni dopo il rapimento di Enoc ebbe un figlio; lo chiamò Noè, che significa consolazione. È interessante notare che Lamec è vissuto contemporaneamente ad Adamo per circa 56 anni, ed è morto poco prima del diluvio.

È anche interessante notare come le vite dei patriarchi si siano intrecciate, permettendo così che al Dio vivente e vero fosse mantenuta una testimonianza chiara e inequivocabile alla Sua esistenza e alla Sua santità. È chiaro che l’uomo, se la rifiuta, non ha scusanti.

Noè vedeva la malvagità degli uomini del suo tempo, però ha conosciuto il segreto della forza per mantenersi fedele a Dio. “Noè trovò grazia agli occhi del SIGNORE”. Ha camminato con Dio, che dà di lui questa testimonianza: “Noè fu un uomo giusto, integro ai suoi tempi”.

In Cristo, Dio guarda anche noi credenti con favore; ma del nostro cammino potrà sempre provare piacere come l’ha trovato in Enoc e in Noè?