di M. Graf
Articolo tratto dal mensile IL MESSAGGERO CRISTIANO del 10-2007
A volte, nell’Antico Testamento, Dio è chiamato l’Iddio fedele (Deuteronomio 7:9; 32:4) e, parecchi passi, sia dell’Antico Testamento che del Nuovo, parlano della fedeltà di Dio. La qualifica di fedele è applicata più di una volta al Signore Gesù (2 Tessalonicesi 3:3; Ebrei 3:2; Apocalisse 1:5).
Il termine “fedele” esprime il pensiero della stabilità e dell’affidabilità. Dio è immutabile nei suoi pensieri. Si attiene a quello che ha detto, si tratti delle sue promesse di benedizione o dell’annuncio del suo giudizio. “In lui non c’è variazione né ombra di mutamento” (Giacomo 1:17). Rimane quello che è.
In molti passi della Parola di Dio, in particolare nell’Antico testamento, la fedeltà di Dio è legata alla sua bontà. Ad esempio:
“O Eterno, la tua benevolenza giunge fino al cielo, la tua fedeltà fino alle nuvole” (Salmo 36:5.
“E’ bello celebrare l’Eterno,…proclamare al mattino la tua bontà, e la tua fedeltà ogni notte” (Salmo 92:1, 2).
“L’Eterno è buono; la sua bontà dura in eterno, la sua fedeltà per ogni generazione” Salmo 100:5).
Questi passi ci indicano che la fedeltà di Dio non è la fredda applicazione di un principio, ma che per noi che crediamo va sempre di pari passo con la sua bontà. Quanto è meraviglioso conoscere un simile Dio e potersi appoggiare su di lui!
Noi, le nostre circostanze e la fedeltà di Dio
“Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro” (1 Corinzi 1:9).
Nella prima epistola ai Corinzi, la fedeltà di Dio è presentata in contrasto con il modo di vivere dei Corinzi, che erano “carnali”. L’apostolo non menziona qui il rapimento della Chiesa, ma la “rivelazione del nostro Signore Gesù Cristo” (v. 7); richiama così la loro responsabilità. Nello stesso tempo esprime la sua fiducia che il Signore li renderebbe saldi fino alla fine, in modo da essere “irreprensibili nel giorno del nostro Signore Gesù Cristo” (v.8) – quando sarà messa in luce ogni cosa. L’apostolo sapeva che in questo poteva aver fiducia in Dio e nella sua fedeltà.
Dio è fedele anche in quello che riguarda la sua chiamata. Ci ha chiamati “alla comunione di suo Figlio”, vale a dire ad una comunione in cui Cristo, nostro Signore, ci collega tutti. Praticamente non era così tra i Corinzi; per questo c’erano divisioni tra loro. Eppure Dio desidera che si mantenga questa comunione tra i suoi.
“Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, affinché la possiate sopportare” (1 Corinzi 10:13).
Nel corso della propria vita, ogni credente fa l’esperienza che Dio permette certe situazioni penose per provare la sua fede. Ma in simili circostanze, Dio stesso è la sorgente della sua forza, perché non si perda d’animo. E’ pure lui che dà la via d’uscita. A tempo debito, libererà i suoi dalla prova. Non sovraccaricherà nessuno.
“Il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” “Fedele è colui che vi chiama, ed Egli farà anche questo” (1 Tessalonicesi 5:23-24).
In questo invito alla santità pratica, ci sono da osservare tre punti:
– Dapprima c’è la nostra responsabilità personale. Poiché siamo santi quanto alla nostra posizione davanti a Dio, dobbiamo vivere praticamente nella santità, e questo per quanto riguarda lo spirito, l’anima ed il corpo.
– Se uno pensa di non arrivarci mai e si scoraggia, bisogna che si ricordi della fedeltà di Dio. Colui che ci ha chiamati a una simile vita pratica è fedele e pronto ad intervenire nelle nostre vite per aiutarci. Nella sua Parola ci indica la via di una vita a lui gradita e con il suo Spirito ci dà ogni giorno la forza per tenerci lontano dal peccato e per vivere nella santità.
Alla fine c’è “la venuta del nostro Signore Gesù Cristo”. Sta per arrivare il giorno in cui appariremo davanti a lui, santi e glorificati. Allora il nostro stato corrisponderà sotto tutti gli aspetti alla nostra posizione davanti a Dio. Lo garantisce la sua fedeltà. Che meraviglia!
“Il Signore è fedele ed egli vi renderà saldi e vi guarderà dal maligno” (2 Tessalonicesi 3:3)
Nel mondo in cui viviamo, siamo circondati dal male da ogni parte. Ma è precisamente lì che sperimentiamo la fedeltà del Signore. Non abbiamo nessun motivo per spaventarci.
Nella sua fedeltà, il Signore ci rende saldi, perché non vacilliamo durante un attacco del nemico. Egli desidera anche guardarci, proteggerci, perché il male non ci circondi e non ci faccia del torto.
La fedeltà della Parola di Dio
Nella Scrittura troviamo una stretta relazione tra la fedeltà di Dio e la sua giustizia, sia quanto agl’increduli che ai credenti.
Riguardo al giudizio che dovranno subire gli uomini increduli, è detto:
“L’Eterno…viene a giudicare la terra. Egli giudicherà il mondo con giustizia, e i popoli con verità ( o secondo la sua fedeltà)” (Salmo 96:13).
Il giudizio sarà assolutamente giusto. La misura con cui tutti saranno giudicati è la Parola di Dio. Anche nel giudizio, Dio rimarrà fedele alla sua parola. Che pensiero serio per tutti quelli che trascurano ostinatamente i diritti del loro Creatore! Un giorno dovranno incontrarlo come Giudice.
Davide ne è proprio cosciente quando esclama: “Eterno, ascolta la mia preghiera, porgi orecchio alle mie suppliche; nella tua fedeltà e nella tua giustizia, rispondimi. E non chiamare in giudizio il tuo servo, perché nessun vivente sarà trovato giusto davanti a te” (Salmo 143:1,2).
A differenza di Davide, viviamo dopo che l’opera della redenzione è stata compiuta. Sappiamo che Cristo ha sofferto sulla croce per i nostri peccati e che li ha espiati – lui il giusto per noi gli ingiusti. Ora possiamo rendere testimonianza con l’apostolo Giovanni: “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto per perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1 Giovanni 1:9). Quando si tratta dei nostri peccati, non è detto che Dio è fedele e buono, ma che è “fedele e giusto”. Secondo la giustizia, avremmo meritato il giudizio. Ma sulla croce, Dio ha giudicato i nostri peccati in modo assolutamente giusto, quando il Signore Gesù, nostro sostituto, se ne è incaricato. Così la santità di Dio è stata pienamente soddisfatta. Su questo fondamento ci offre il perdono con giustizia, ma occorre che confessiamo sinceramente i nostri peccati.
La nostra salvezza riposa dunque sulla fedeltà e sulla giustizia di Dio. Niente potrà mai smuoverla. Dio ne sia lodato eternamente!
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