Pasqua. Cos’è per te?

Cos’è la Pasqua per te? È soltanto una festa particolarmente gioiosa? “Felice come una pasqua” è diventato un modo di dire. O è forse la celebrazione del risveglio della primavera, che puntualmente, ogni anno, si ripresenta coi suoi colori, i suoi profumi, la sua luce dopo il buio e il freddo dell’inverno? Mi auguro che non sia così per te. Certamente saprai a cosa si riferisce questa ricorrenza. Qualcosa lo trovi scritto sul tuo calendario: “Pasqua di risurrezione”. Saprai anche a chi si riferisce questa risurrezione: al Signore Gesù. Questo fatto è una realtà per te? Vorrei che tu riflettessi sull’unicità di questo avvenimento e del suo protagonista. Unico fra gli uomini comparsi in questo mondo, Gesù Cristo è stato concepito senza l’intervento dell’uomo: “lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua”, si era sentita annunciare da un angelo la vergine che lo avrebbe dato alla luce; “Colui che nascerà da te sarà chiamato Santo, Figlio di Dio” (Luca 1:35). Solo Lui aveva una doppia natura: quella umana, a parte il peccato, e quella divina. Unico fra gli uomini, Gesù Cristo “non ha conosciuto peccato” (2 Corinzi 5:21) e non ha fatto altro che il bene. Eppure è stato trattato come un malfattore, è stato sottoposto a un processo iniquo che si è concluso con la più iniqua delle sentenze: la condanna a morte per crocifissione! Con la Sua potenza divina avrebbe potuto liberarsi, ma non l’ha fatto. Ha accettato quella condanna e si è lasciato crocifiggere. Ma perché Dio lo ha permesso? Perché neppure Lui è intervenuto in Sua difesa? Questo fatto unico sarebbe per noi incomprensibile se Dio stesso non ce ne avesse svelato il significato nella sua Parola: “La nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata” (1 Corinzi 5:7). Con quale scopo? “Colui che non ha conosciuto peccato, Egli (Dio) lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in Lui” (2 Corinzi 5:21). “Per noi”, per noi ingiusti, tutti meritevoli del giudizio di Dio; infatti, “non c’è nessun giusto, neppure uno” (Romani 3:10). Dio ha fatto cadere sull’unico Giusto il castigo che doveva far cadere su tutti noi ingiusti. Ecco perché Cristo, l’unico degno di vivere, ha accettato di morire: perché Dio potesse dichiarare giusti coloro che credono in Lui! Egli “è stato offerto una sola volta per annullare il peccato di molti” (Ebrei 9:28). Lettore, sei anche tu fra questi “molti”? Credi tu che Cristo si è sacrificato per te? Ma Gesù Cristo è risorto dai morti per non morire mai più, ed è ritornato al cielo, “coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto” (Ebrei 2:9). Era questo, e lo è ancora oggi, il grande tema della testimonianza dei primi cristiani: “Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che Egli fosse da essa trattenuto” (Atti 2:24). “Dopo aver fatto Egli stesso la purificazione dei nostri peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi” (Ebrei 1:3). E l’apostolo Paolo scriveva: “Se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede, siete ancora nei vostri peccati” (1 Corinzi 15:17)
Lettore, se ancora non l’hai fatto, appropriati personalmente del valore del sacrificio di Cristo e della Sua risurrezione credendo col cuore, non solo con la mente. Non lasciarti distrarre, concentrati sul vero significato della Pasqua. Pensa anche all’eternità di sofferenza, lontano da Dio, a cui saresti destinato se trascurassi l’unico mezzo di salvezza che Dio ti offre. Metti tutta la tua fiducia nel sacrificio di Se stesso che Cristo ha compiuto anche per te, e nella Sua vittoria sul peccato e sulla morte, perché anche tu possa avere davanti a te la certezza di una felicità eterna accanto a Lui nel Suo cielo

Edizioni Il Messaggero Cristiano

 

Rispondi

Scopri di più da BibbiaWeb

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading