di Alessio Pancani
Articolo tratto dal mensile IL MESSAGGERO CRISTIANO del 03-2017
“Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti” (v. 21).
Dopo la denuncia del peccato che Paolo fa nei primi capitoli della Lettera, ecco ora un grande spiraglio di luce. E’ la luce sfolgorante della redenzione. La Legge esprime le esigenze di Dio e mette in risalto le manchevolezze dell’uomo. Ma qui abbiamo la proclamazione di una buona notizia che sembrava impensabile. “Egli non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe” (Salmo103:10).
La giustizia di cui al v. 21 non viene da noi. Non può essere ottenuta col nostro impegno o la nostra buona volontà. La giustizia viene da Dio, e tutto è in armonia con le Scritture stesse e con ciò che Dio aveva detto.
Se volessimo usare un esempio pratico, potremmo paragonare la legge a un termometro usato per misurare la temperatura di un malato; questo strumento non ha la capacità di togliere la febbre. Ci avverte solo della sua presenza, poi sta a noi, se ci preme la nostra salute, ricorrere al medico per la cura necessaria. Il compito della Legge è proprio questo: mostrare il nostro grado di colpevolezza. “Infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato” (v. 20).
Ma ora ci viene presentata la “cura” che può risolvere una volta per sempre il problema del peccato: Gesù Cristo. Solo Lui può renderci giusti. E’ “la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono – infatti non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio…” (v. 22-23).
Queste parole erano un duro colpo per gli esclusivisti giudei, ma Dio non fa distinzioni. Questa giustizia è per tutti, senza distinzioni di razza, etnia, posizione sociale o ricchezza. E’ universale come universale è il peccato. Essa si ottiene per fede. Tutti hanno peccato e la salvezza è per tutti coloro che credono.
“… ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù” (v. 24).
Questa giustizia è offerta gratuitamente. L’uomo è morto nelle sue colpe e nei suoi peccati (Efesini 2:2) e Dio sa che come tale non ha niente da offrirgli. La gratuità della giustizia pone l’enfasi sulla grazia e sulla grandezza di un Dio santo che non può sopportare il peccato.
Questa giustizia ha un duplice fondamento: la grazia di Dio e la redenzione operata da Cristo mediante il Suo sacrificio. La redenzione era la liberazione di uno schiavo dietro il pagamento, al suo padrone, di una certa somma. In senso spirituale è la liberazione del peccatore, schiavo del peccato, da parte del Signore Gesù che ha pagato il prezzo con la Sua propria vita.
La redenzione è una grande verità insegnata nel Nuovo Testamento. Il debito l’ha pagato Lui. Non è solo sospeso o condonato, ma pagato interamente. Ora Dio non può richiedere più nulla a quanti sono in Cristo Gesù: “Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù” (Romani 8:1).
“Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato…” (v. 25).
Non è un piano improvvisato; è un piano prestabilito, concepito da Dio ancor “prima della fondazione del mondo” per la salvezza degli uomini. Dio non può essere incolpato di aver cambiato idea nel corso dei secoli. Noi siamo stati riscattati “con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia” (1 Pietro 1:19-20).
“… al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù” (v. 26).
Dio è stato paziente. E’ evidente che Dio, prima dell’avvento di Cristo e della Sua opera sulla croce, ha usato pazienza perché gli uomini non sono stati colpiti dalla Sua ira come avrebbero meritato. Quello è stato il tempo della Sua divina pazienza.
Ma la Sua pazienza non va scambiata per indifferenza. Parlando dei prossimi giudizi di Dio contro il mondo incredulo, l’apostolo Pietro scrive: “Sappiate questo, prima di tutto: negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi e diranno: «Dov’è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione»… Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento” (2 Pietro 3:3-9).
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