Pieno di compassione

G.F. – Il Messaggero Cristiano, luglio-agosto 1955

Quanto fa bene di pensare che non viviamo attualmente nei giorni in cui il Signore dispiega la potenza del Suo Regno, ma nei tempi della rivelazione del Suo amore!

Quando attraversiamo le acque profonde della prova, il cuore è talvolta tentato di chiedersi perché il Signore non fa intervenire la Sua potenza in nostro favore al fine di liberarci dai nostri mali.

La risposta è nel fatto che noi non ci troviamo nei giorni della manifestazione di questa potenza. Il Signore potrebbe guarire i mali, appianare le difficoltà, allontanare questa o quella avversità. Egli potrebbe così preservare dalla morte i suoi, curati con amore dai loro familiari. Ma Egli permette sovente che le circostanze seguano il loro corso, invece di liberarcene per mezzo della Sua divina potenza. Egli cerca di consolare — mediante la Sua profonda simpatia — i nostri cuori oppressi, al fine di condurci a considerare la prova come il mezzo per farci esperimentare le ricchezze delle Sue compassioni. È così che il Signore Gesù si manifesta oggigiorno. Il tempo verrà in cui Egli apparirà con potenza. Egli sarà allora una spada a due tagli e percuoterà con essa i nemici del Suo popolo fino al loro annientamento (Apocalisse 19:11-16). Attualmente, non fa uso di questa spada, né della della potenza del Suo braccio. È ancora il tempo della grazia durante il quale Egli manifesta l’amore profondo del Suo cuore.

Sappiamo noi godere di questo amore? La simpatia del Signore Gesù basta forse ai nostri cuori, anche nelle ore di angoscia e di grandi sofferenze?…

L’inquietudine del cuore, la propria volontà ci spingono a rifuggir dalle sofferenze, ad evitare le difficoltà. Tutti i nostri sforzi saranno inutili. Grado a grado, dobbiamo avanzare nell’apprendere la sofferenza, ma il Maestro è quivi con noi. La luce della Sua faccia, la simpatia del Suo cuore ci sostengono negli esercizi più dolorosi.

«Beato l’uomo che Dio corregge! Tu non disprezzare la lezione dell’Onnipotente; perché egli fa la piaga, ma poi la fascia; egli ferisce, ma le sue mani guariscono. In sei sciagure egli sarà il tuo liberatore, e in sette, il male non ti toccherà» (Giobbe 5:17-19).

«Ecco, noi definiamo felici quelli che hanno sofferto pazientemente. Avete udito parlare della costanza di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso» (Giacomo 5:11).