Il regno di 1000 anni

di B. Reynolds

Articoli tratti dal  mensile IL MESSAGGERO CRISTIANO del 05-2018

“Perché Egli (Gesù) era vicino a Gerusalemme… essi (i discepoli) pensavano che il regno di Dio stesse per manifestarsi immediatamente.” (Luca 19:11)

Quando il Signore si avvicina a Gerusalemme, i Suoi discepoli pensano al futuro. Pensano che si stia preparando qualcosa d’importante, che il Signore Gesù avrebbe ristabilito “immediatamente” il regno d’Israele e li avrebbe liberati dal giogo e dalla dominazione delle nazioni. “Noi speravamo – dicono i due discepoli sulla strada di Emmaus – che fosse lui che avrebbe liberato Israele” (Luca 24:21). I discepoli avevano persino discusso su chi di loro sarà considerato “il più grande” nel regno futuro (22:24). Come risposta, il Signore aveva raccontato loro la parabola di un uomo che si reca “in un paese lontano per ricevere l’investitura di un regno e poi tornare” (19:12), mostrando in questo modo che il Suo regno visibile sulla terra non sarebbe arrivato tanto presto.

Alcuni giorni prima, il Signore aveva annunciato ai farisei che il regno di Dio non sarebbe arrivato “in modo da attirare gli sguardi” (17:20). Sarebbe apparso piuttosto in una forma invisibile, insolita, perché il re sarebbe stato rigettato sulla terra e tornato in cielo. Così, nel Vangelo di Matteo, il Signore parla ai Suoi discepoli dei “misteri del regno dei cieli” (13:11).

Il regno di Cristo apparirà in potenza e in maniera visibile, ma solo più tardi, nei “tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità” (Atti 1:6, 7), e sarà un regno sulla terra.

Però il “regno di Dio” è una realtà e ha un valore per noi oggi. Dio ci ha liberati dal potere di Satana e “ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Colossesi 1:13). Siamo stati trasportati in questo regno quando abbiamo creduto e siamo stati salvati. Il “regno del suo amato Figlio” continua a realizzarsi nel tempo in cui il Figlio è seduto sul trono di Suo Padre (Apocalisse 3:21). Pur non essendo ancora visibile al mondo, il “regno di Dio” è “giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Romani 14:17). Il credente è esortato a comportarsi in accordo con questi caratteri, ed è un privilegio poterlo fare per la potenza dello Spirito Santo.

“Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione:… saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni.” (Apocalisse 20:6)

Come abbiamo detto, il regno di Cristo si realizzerà un giorno sulla terra, e stupisce che molti cristiani si oppongano categoricamente a questo insegnamento. Eppure, le Sacre Scritture sono esplicite e inequivocabili sull’argomento, sia riguardo alla certezza del fatto che Cristo regnerà, sia sul carattere del Suo regno futuro.

La parola millennio deriva dal latino e significa semplicemente mille anni. Il periodo di mille anni è citato per ben sei volte nel cap. 20 di Apocalisse (v. 2-7); esso segue la seconda venuta del Signore Gesù Cristo per rapire la Sua Chiesa, e precede il nuovo cielo e la nuova terra (21:1-4). Questo periodo di mille anni dev’essere compreso come una reale durata di tempo. Nessuna dichiarazione della Parola ci autorizza a dargli un senso spirituale; esso sarà esattamente un’era di mille anni.

La Bibbia usa parecchi termini per descrivere il Millennio. In alcuni passaggi è chiamato semplicemente “il regno” (Luca 19:11; Atti 1:6). Il Signore dice che “i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro” (Matteo 13:43). Nello stesso Evangelo ne è parlato come della “nuova creazione”, il rinnovamento di tutte le cose (19:28). Pietro evoca i “tempi della restaurazione di tutte le cose” (Atti 3:21). Paolo lo descrive come la “gloriosa libertà” (Romani 8:21), e come l’epoca in cui i tempi saranno “compiuti” (Efesini 1:10). La Lettera agli Ebrei lo chiama “il mondo futuro” (2:5). Nel Vecchio Testamento è “il giorno del Signore” (Gioele 2:1; Sofonia 1:14; 3:17) e annuncia la sua instaurazione  presentando i giudizi che lo precedono.

Sarà un tempo felice, nel quale i credenti regneranno con Cristo. Ecco la promessa che fa il Signore: “A chi vince… darò potere sulle nazioni” (Apocalisse 2:26). Egli dice anche che noi saremo seduti con Lui sul Suo trono (3:21). Oggi è il tempo della preparazione, allora sarà il tempo del regno!

 “Il Cristo… Gesù… che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall’antichità per bocca dei suoi santi profeti.”  (Atti 3.20-21)

Il cielo ha accolto il Signore Gesù che si è seduto alla destra di Dio “e aspetta soltanto che i Suoi nemici siano posti come sgabello dei Suoi piedi” (Ebrei 10:13). Egli introdurrà allora i “tempi di ristoro” di cui i profeti hanno parlato “fin dall’antichità” (Atti 3:20, 21).

Pietro parla qui di questo periodo futuro come dei “tempi della restaurazione di tutte le cose”. Sarà un periodo di ristabilimento, una restaurazione – in senso letterale un “rimettere in ordine”. Sarà effettivamente un’era di guarigione e di rinnovamento per la terra.

“La creazione stessa” aspetta questo momento, questo giorno della liberazione, poiché oggi essa “geme ed è in travaglio” (Romani 8:21, 22). Nella creazione si verificheranno dei cambiamenti notevoli, quando questo mondo sarà liberato da tutte le sue sofferenze “per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio” (v. 21).

Questo passo di Atti 3 precisa che tutti i profeti hanno parlato di questo periodo del Millennio, di questo futuro regno di giustizia e di pace (Isaia 9:7), e dei suoi effetti sugli uomini, sulle nazioni e sul regno animale. Sono però Ezechiele ed Isaia che descrivono col maggior numero di dettagli quei tempi gloriosi e benedetti.

Ezechiele ha visto delle acque uscire dal futuro tempio (Ezechiele 47:1), acque che guarivano e si dividevano in due fiumi, l’uno che scorreva a est, verso il Mar Morto, è l’altro ad ovest verso il Mediterraneo, e di là verso gli oceani del mondo (vedere Zaccaria 14:8, 9). Quelle acque porteranno la guarigione, e “una grandissima quantità di pesci” tornerà nel Mar Morto, oggi salato e senza alcun tipo di vita (vedere Ezechiele 47:6-12). Lo stesso succederà alla fine quando tornerà la vita dove tutto era morto per i disastri del periodo della “grande tribolazione” (Apocalisse 8:9; 16:3). Isaia lo conferma: “Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa” (Isaia 35:1).

Guarigione, ristabilimento di tutte le cose e vita caratterizzeranno la terra durante il Millennio. Che ristoro per questo triste mondo!

“Essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro, e le loro lance, in falci: una nazione non alzerà più la spada contro un’altra, e non impareranno più la guerra.” (Isaia 2:4)

In un parco di New York, a est del Quartier Generale delle Nazioni Unite, si trova un monumento donato dalla vecchia Unione Sovietica nel 1959. Sulla pietra sono state incise queste parole: Con le nostre spade fabbrichiamo degli aratri. Questa formula è basata sulla profezia di Isaia 2.

Tuttavia, non saranno le Nazioni Unite né alcun’altra istituzione umana a portare la pace nel mondo. La profezia d’Isaia mostra chiaramente che quelle cose avverranno “negli ultimi  giorni” (v. 2) e solo dopo che la maestà e la gloria dell’Eterno avranno umiliato “lo sguardo altero dell’uomo” nel giorno del Signore (v.10-12). Alla Sua venuta in gloria, Lui, il Principe di pace, giudicherà prima le nazioni, e poi stabilirà il Suo regno glorioso, che porrà fine a tutte le guerre. Le famiglie non dovranno mai più piangere la morte dei loro figli, e degli innocenti sfortunati non dovranno mai più assistere agli orrori e alle sofferenze della guerra nei loro paesi.

Non solo le guerre cesseranno, ma le armi di guerra saranno trasformate in attrezzi agricoli destinati alla produzione di cibo. Il Re, Gesù, smantellerà completamente ogni industria bellica (Salmo 46:9). Da quel momento, le nazioni non “impareranno più la guerra”. Che grande quantità di tempo, di energia, di denaro e di scienza si impiega oggi per la ricerca e la produzione di armi! E quanto costa il mantenimento degli eserciti e il finanziamento delle guerre! Il mondo spende 1200 miliardi di Euro ogni anno per i bilanci militari. Una tale somma basterebbe abbondantemente a nutrire tutti i poveri del mondo!

Sotto il regno di Cristo, la cosa più importante non sarà più la guerra, ma l’agricoltura. Il salmista annuncia: “Vi sarà abbondanza di grano nel paese” (Salmo 72:16).

“In verità vi dico che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo.” (Giovanni 1:51)

Il regno di mille anni non sarà solo un regno terreno, perché Cristo regnerà anche sui luoghi celesti. Fra il cielo e la terra vi sarà un legame che adesso non c’è. Il Signore Gesù ha detto a Natanaele che avrebbe visto “cose maggiori” oltre al regno del Messia su Israele (Giovanni 1:50): avrebbe visto “il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”. Il Figlio dell’uomo sarà il grande amministratore dell’universo di Dio, e degli angeli lo serviranno. Ora il cielo è aperto per il credente, ma nel Millennio sarà aperto per la terra.

Benché la rivelazione delle cose celesti non sia stata data, come tale, ai profeti dell’Antico Testamento, si trova, tuttavia, un’allusione a questo legame fra il cielo e la terra nel libro di Osea: “Quel giorno avverrà che io ti risponderò”, dice il SIGNORE, “risponderò al cielo ed esso risponderà alla terra” (2:21).

La Chiesa sarà associata a Cristo nel Suo dominio universale; essa è presentata mentre scende “dal cielo da presso Dio” (Apocalisse 21:9, 10), creando questo legame fra il cielo e la terra. Quella parte di Israele che si sarà convertito sarà il centro del regno terreno che il Signore amministrerà in Gerusalemme per mezzo di un Viceré, chiamato in Ezechiele il “Principe” (44:3).

Ciò che Dio ha previsto “per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti”, consiste nel “raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra” (Efesini 1:10). Il piano di Dio, dal punto di vista amministrativo, per il Millennio (chiamato qui “i tempi compiuti”) è dunque che su ogni cosa, nel cielo come sulla terra, Cristo dominerà. Una di queste “cose maggiori”, di cui il Signore parlava a Natanaele, è la futura eredità del credente: noi siamo “coeredi di Cristo” (Romani 8:17) e regneremo nel cielo e sulla terra con Lui; e non solo noi, ma anche i credenti dell’Antico Testamento e quelli della grande tribolazione; in pratica tutti quelli che partecipano alla prima risurrezione (2 Timoteo 2:12; Apocalisse 20:6). È scritto, infatti: “Egli dividerà il bottino con i potenti” (Isaia 53:12).

“Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra.” (Apocalisse 20:7, 8)

Una ribellione alla fine del Millennio! Com’è possibile? Per mille anni l’umanità avrà goduto di un’era di pace, di giustizia, e di un’abbondanza incredibile di cibo (Isaia 2:4, Salmo 72:16). La creazione rinnovata (Ezechiele 47:9), la conoscenza della gloria di Dio estesa a tutta la terra (Abacuc 2. 14) e Satana legato (Apocalisse 20:2) ci fa sembrare impossibile che ci sia una rivolta contro Cristo. Invece ci sarà!

Secondo la logica, un simile regno senza precedenti dovrebbe riempire il cuore dell’uomo di felicità e di adorazione. Eppure la parola profetica, nei versetti 7-10 di Apocalisse 20, ci dice che Satana sarà slegato e sedurrà “le nazioni che sono ai quattro angoli della terra” e le radunerà in battaglia; “il loro numero è come la sabbia del mare”.

È chiaro che molti discendenti di quei credenti che, risparmiati durante la grande tribolazione, hanno ripopolato la terra durante il Millennio non si convertiranno a Cristo. I cuori di molti increduli resteranno indifferenti, pur vivendo in un mondo tanto privilegiato. Il profeta Isaia allude a questo fatto quando dice: “Se si fa grazia all’empio, egli non impara la giustizia; agisce da perverso nel paese della rettitudine” (26:10). Tuttavia, se questo si deve realizzare in quel giorno, che lezione per noi oggi! Non dobbiamo pensare che l’uomo sarebbe più felice e soddisfatto se avesse delle benedizioni materiali più grandi. L’opposizione a Dio è innata nel cuore dell’uomo. Preghiamo per i nostri figli! Una casa pia e felice non è una garanzia per la loro salvezza; se Satana è capace di provocare la ribellione nel futuro mondo così benedetto, quanto più può farlo nel nostro mondo attuale di tenebre.

“Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi.” (Apocalisse 21:1)                                

L’apostolo Giovanni ha visto “un nuovo cielo e una nuova terra” che seguiranno il regno di mille anni (Apocalisse 21:1-5). Questo stato eterno è una creazione completamente nuova, mentre il Millennio è un rinnovamento, una restaurazione della prima creazione. È importante capire questa differenza, perché alcuni negano che ci sia un regno millenario di Cristo e lo confondono con il nuovo cielo e la nuova terra.

Il regno di mille anni sarà un periodo di tempo nel quale regnerà la giustizia (Isaia 32:1; Salmo 72:7), ma sarà ancora possibile che vi sia del peccato e del male; però il male sarà tenuto a freno e subito giudicato (Salmo 101:8).

Il regno di giustizia del Messia si estenderà “dal fiume fino all’estremità della terra” (72:8). Tuttavia, nello stato eterno – “il giorno di Dio” – la giustizia abiterà, perché il peccato e il male saranno completamente soppressi (2 Pietro 3:12-13). Non sarà più necessario che la giustizia regni, perché non ci sarà più bisogno di un governo. Ci sarà il riposo eterno di Dio: i dolori, le grida, le pene, la morte non esisteranno più (Apocalisse 21:3, 4). Durante il Millennio, la morte interverrà ancora, anche se raramente (Isaia 65:20), per gli increduli che commetteranno il male.

Alla fine dei mille anni, “i cieli passeranno… gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate” (2 Pietro 3:10; vedere Apocalisse 21:1). Allora ci sarà la nuova creazione e Dio sarà “tutto in tutti” (1 Corinzi 15:18).

Il Millennio si verificherà per l’universale riconoscimento dei diritti del Signore Gesù, che è stato disonorato quando è venuto la prima volta, e lo è tuttora, nel malvagio mondo attuale. Invece, lo stato eterno esisterà per la soddisfazione di Dio. Allora, i santi glorificati di tutte le età abiteranno con Lui ed Egli con loro (Apocalisse 21:3). Essi saranno il Suo popolo ed Egli sarà il loro Dio per sempre!

“Gesù… fu trasfigurato davanti a loro.” (Matteo 17:2)

Il Signore Gesù aveva detto che alcuni dei Suoi discepoli “non gusteranno la morte, finché non abbiano visto il Figlio dell’uomo venire nel suo regno” (Matteo 16:28). Sei giorni dopo, Pietro, Giacomo e Giovanni hanno visto la realizzazione di quelle parole del Signore quando “fu trasfigurato davanti a loro; la sua faccia risplendette come il sole” (17:2). Questo svelarsi della Sua gloria come Re dei re (Apocalisse 19:16) quando regnerà sulla terra è stata vista dai Suoi discepoli quando erano “con Lui sul monte santo”; essi sono stati “testimoni oculari della sua maestà” (2 Pietro 16-18).

Alla fine il regno sarà consegnato da Cristo “nelle mani di Dio Padre” (1 Corinzi 15) e, in questo senso, non finirà mai.

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