Attirami a te! Noi ti correremo dietro!

di Marco Vaccari

Il Cantico dei Cantici, come dice il titolo stesso, è un cantico speciale al di sopra degli altri cantici. In effetti, se pensiamo che descrive l’amore di Dio per il suo popolo e che è una figura dell’amore di Cristo per la Chiesa, capiamo la profondità e l’importanza di questo cantico.

Fin dal primo capitolo, potremmo dire fin dai primi versetti, è interessante notare come i profumi abbiano una parte importante. Il profumo è una sostanza che, fino a quando è contenuto in un vaso non si può odorare, rimane lì, pronta per essere usata, ma il cui odore è sconosciuto; forse lo si è sentito descrivere, ma non lo si è mai sperimentato personalmente. Però, quando questa sostanza si sparge (se liquida) o si brucia (se solida) tutto cambia: il profumo si sprigiona in tutta la sua gradevole essenza. Questo parla potentemente ai nostri cuori. Il profumo non è forse una bella figura della lode? Fino a quando il nostro cuore rimane chiuso di fronte all’amore del Signore, la lode non può sprigionarsi in tutta la sua forza; ma quando si conosce e si sperimenta qualcosa del suo amore, i nostri cuori si aprono e il gradevole profumo della lode si innalza verso Dio.

Il tuo nome è un profumo che si spande  (1:3)

Qual è questo nome? A Manoa fu risposto: “Perché mi chiedi il mio nome? Esso è meraviglioso!” (Giudici 13:18). A Manoa non fu rivelato quel nome, ma un giorno ad un bambino di Betlemme fu posto il nome GESU’.  “Gli porrai nome Gesù”, fu ordinato a sua madre prima che nascesse (Luca 1:31). Questo nome vuol dire “Dio salva”. Sì, avevamo bisogno di un Salvatore noi poveri peccatori perduti. Avevamo bisogno che il Signore, l’onnipotente, scendesse in mezzo a noi per rivelare tutto il suo amore, tutta la sua grazia a esseri che non potevano assolutamente salvarsi da soli.

Questo nome è un profumo che si spande! Dovunque è predicato, questo nome porta consolazione e salvezza, pace e serenità nel cuore. Man mano che i nostri cuori afferrano e comprendono questa salvezza si scoprono dettagli sempre più significativi che fanno giubilare il nostro cuore: “I tuoi profumi hanno un odore soave… Perciò ti amano le fanciulle! A questi profumi rispondiamo con la nostra lode, con il nostro piccolo amore, ben misero di fronte alla grandezza dell’amore del nostro Signore per noi, e tuttavia gradito a Colui che cercava degli adoratori che lo adorassero in spirito e verità.

Attirami a te! Noi ti correremo dietro! (1:4)

Crescendo nella conoscenza pratica del suo amore, potremo dire come la Sunamita: “Attirami a Te”. E’ una conoscenza personale del Salvatore che ci occorre, un incontro personale, un legame individuale con Lui.

Attirami a Te! Per tutto il Cantico dei Cantici ricorrerà l’amore di Lui per la sua amata, e di lei per il suo diletto. Tuttavia, come se la Sunamita fosse consapevole di tutta l’inadeguatezza del proprio amore, troviamo sin dall’inizio del libro questa richiesta: “Attirami a te!”

Abbiamo sempre più bisogno che il Signore ci attiri a Sé, con il suo amore, con la sua grazia, con le cure di ogni giorno.

Che strano tuttavia che dopo questo “attirami a te”  al singolare vi sia un  “Noi ti correremo dietro!” al plurale. Quando si è attirati dal Signore e si vuole seguirlo per servirlo e onorarlo nel nostro cammino quaggiù, scopriremo di non essere soli, scopriremo con nostra somma gioia che il Signore ci ha dato dei fratelli e delle sorelle con le quali camminare.

Preziosa compagnia! Il salmista poteva dire ancora prima dell’opera di Cristo: “Essi sono la gente onorata in cui ripongo tutto il mio affetto” (Salmo 16:3). Dopo l’opera di Cristo il fratello è definito:  “Colui per il quale Cristo è morto” (Rom. 14:15).

Il Re mi ha condotta nei suoi appartamenti  (1:4)

Ancora un singolare. Per ogni credente è stato necessario infatti tutta l’opera completa del Signore per introdurlo nella gloria. Ognuno quindi può apprezzare singolarmente il risultato della sua opera. Poi come prima, “Noi gioiremo” al plurale. Il valore dell’opera sua è apprezzato da ogni credente, ma i suoi frutti saranno per una moltitudine di credenti e la loro gioia nel cielo sarà comune!

Quali motivi di lode dunque nella considerazione dell’opera della grazia!  “A ragione sei amato !”

Il Padre desiderava dei figli che lo lodassero e adorassero! E in questo cantico, che è al di sopra degli altri cantici, la considerazione di quanto è costata la nostra salvezza e il nostro futuro celeste nella casa del Padre, ci spinge ad amare il nostro Signore sempre di più.

Il mio amico è per me come un sacchetto di mirra che passa la notte sul mio seno (1:13)

Ancora in questa terra, in mezzo alla notte morale di questo mondo, cos’ha il credente nel suo cuore e a chi si rivolgerebbe per ricevere consolazione e forza per lottare contro corrente? Il mio amico è per me un sacchetto di mirra che passa la notte sul mio seno. Un sacchetto di mirra! Sappiamo come si ricavava questo profumo: esso era prodotto dalla lavorazione dalla linfa di un albero resinoso; per estrarla occorreva incidere profondamente il tronco in modo che potesse colare in recipienti posti alla base, dove era raccolta; si dice che dopo quest’operazione l’albero generalmente morisse.

Questo dunque ci parla in maniera colpente delle sofferenze del Signore Gesù, il quale è morto sulla croce per dare a noi la vita.  Il suo sangue sparso alla croce ha cancellato per i sempre i peccati di coloro che credono, Caro credente, caro giovane, non sapremmo consigliarti altro per camminare fedelmente nella notte morale di questo mondo. Metti questo sacchetto di mirra presso al tuo cuore, considera quanto gli sei costato, e il tuo amore per Lui cresca, giorno dopo giorno.

E quando saremo nel cielo, dove non ci sarà più pianto né grido di dolore, il nostro nardo, figura dell’adorazione perfetta, potrà esalare tutto il suo profumo, profumo che abbiamo così debolmente emanato quaggiù!

Edizioni Il Messaggero Cristiano

Rispondi