Come essere umili?

Per essere umili dobbiamo considerare sinceramente diverse cose davanti al Signore, e lasciarci illuminare dalla luce della Sua Parola:

-Ricordarci della nostra condizione prima della nostra conversione. Paolo ce ne dà un esempio: “Prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata… Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo” (1 Timoteo 1:13, 15). Corriamo il rischio di dimenticare “di essere stati purificati dei nostri vecchi peccati” (2 Pietro 1:9). “Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, Egli abbassa e innalza. Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili” (1 Samuele 2:7-8). In quale condizione ci ha trovati il Signore?  Eravamo miseri e poveri. Spesso perdiamo di vista da dove siamo stati tratti: dalla polvere e dal letame! “Considerate la roccia da cui foste tagliati, la buca della cava da cui foste cavati” (Isaia 51:1).

Giudicare noi stessi, senza confrontarci con gli altri, ma lasciandoci illuminare dalla luce divina. In una parabola rivolta a delle persone che si credevano giuste, Gesù parla di un pubblicano che non osava neppure alzare gli occhi al cielo. Egli è consapevole di essere un  peccatore, e sa che il peccato merita una santa collera da parte di Dio. Il fariseo è anch’egli un peccatore… ma ritiene che la sua pietà gli permetta di stare in piedi davanti a Dio, soddisfatto di se stesso. Quanto è grande questo pericolo! Forse non lo esprimiamo apertamente, ma possiamo facilmente sorprenderci a pensare che siamo più fedeli dei nostri fratelli e sorelle, di aver raggiunto un certo livello di pietà. Dio ci incoraggia sempre alla fedeltà personale (Salmo 37:3), ma la Bibbia è chiara: “Chi pensa di stare in piedi guardi di non cadere” (1 Corinzi 10:12). Solo la confessione della nostra condizione davanti a Dio ci fa trovare favore ai Suoi occhi. Non corriamo forse il rischio di giudicare i nostri fratelli e le nostre sorelle, mentre dovremmo giudicare noi stessi?

Dobbiamo anche:

essere consapevoli della nostra pochezza di fronte alla grandiosità del nostro Signore e Maestro. Che bell’esempio troviamo nel centurione che aveva un servo malato: “Signore, non darti quest’incomodo, perché io non son degno che Tu entri sotto il mio tetto; perciò non mi sono neppure ritenuto degno di venire da Te  ; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito” (Luca 7:6-7)! Quest’uomo è convinto di non avere alcun diritto, ma è anche convinto che il Signore può tutto. Il sentimento della sua indegnità lo porta a una fede maggiore. Non si sente degno di nulla, nemmeno della presenza di Gesù, ma conta sulla Sua parola per la guarigione del suo servitore. Nulla ci è dovuto! Tutto ci è dato per grazia!

Essere anche consapevoli della nostra pochezza in relazione al servizio che il Signore ci ha affidato. “Non è forse vero che quando ti consideravi piccolo sei diventato capo delle tribù d’Israele, e il SIGNORE ti ha unto re d’Israele?” (1 Samuele 15:17). “Siamo polvere” (Salmo 103:14). Quando Dio ci ha chiamati e ci ha affidato un servizio, avevamo forse un giusto apprezzamento di ciò che eravamo. Percepivamo che era una grazia di Dio che Egli volesse utilizzarci, e contavamo su di Lui per ricevere forza. Poi, il servizio ci ha messo in mostra, e, senza prestare attenzione, abbiamo assunto importanza ai nostri occhi e agli occhi dei nostri fratelli e sorelle. Ebbene, “la superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta” (Proverbi 16:18), ma “l’umiltà precede la gloria” (15:33). Prestiamo attenzione a rimanere consapevoli della nostra pochezza, e della vera grazia di Dio, nella quale stiamo saldi (1 Pietro 5:12).

Avere sempre davanti a noi l’esempio del Signore, la Sua perfezione e la Sua umiltà. “Prendete su voi il mio giogo e imparate da Me, perché Io sono mansueto e umile di cuore” (Matteo 11:29). Impariamo dal Signore la Sua umiltà nella Sua sottomissione alla volontà di Dio. “Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò Se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò Se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce” (Filippesi 2:5-8)

Tratto da: “Le Seigneur est proche” 1-2 Maggio 2022