di Daniele Calamai
suggeriamo la lettura del Salmo 30
Un Dio che libera
Davide, dopo una grande liberazione, esalta il suo Dio che lo ha salvato da tutti quei mali e quelle afflizioni per i quali aveva pregato (v. 2). La sua preghiera è stata ascoltata ed esaudita, anche se per un momento è sembrato il contrario; perciò può testimoniare che Dio gli ha reso la vita benché su di lui gravasse una sentenza di morte (v. 3). Ora, perfettamente ristabilito, può aprirsi alla lode nella “casa di Dio” che ha a cuore di costruire.
La sera
Davide invita ora i fedeli (v. 4), sulla base della sua esperienza, a celebrare Dio che per un momento colpisce a causa della Sua santità, ma poi ristora nella Sua misericordia. L’esperienza insegna: l’ira per un momento, la grazia per tutta la vita.
La sera (v. 5/b) è il momento in cui tutti i pensieri passano per la mente e trasmettono sentimenti contrastanti al cuore; è il momento del pianto, ma che farà posto alla gioia del mattino realizzando le parole del profeta: “Dopo esserti adirato con me, la tua ira si è calmata, e tu mi hai consolato” (Isaia 12:1).
La mia prosperità
Il benessere può essere un intoppo e un pericolo, anche se permesso da Dio. C’è sempre il rischio di dire “il mio monte” (v. 7), attribuendo tutto a se stessi e dimenticando il Donatore. Si può essere occupati delle proprie ricchezze anche alle soglie della tomba (v. 9), turbati al pensiero di dover abbandonare tutto. È ancora un’esperienza per il salmista: “Tu nascondesti il tuo volto, ed io rimasi smarrito” (v. 7).
Un grido, una supplica
Soltanto quando si constata che è con l’aiuto del Signore che ogni cosa rimane stabile, si leva dal cuore una preghiera per ritrovare la pace e la fiducia. Si realizza allora che non dobbiamo porre fiducia nel nostro monte, ma che è al “monte del SIGNORE” che tutto ci “sarà provveduto” (Genesi 22:14) in grande misura.
Un canto di lode
Esso scaturisce dal dolore “mutato in danza”, dalla sofferenza trasformata in gioia (v. 11); lo scopo è di salmeggiare senza tacere per testimoniare di un Dio misericordioso, affinché un’altra generazione possa raccontare com’Egli ha agito (Salmo 22:31).
Un Dio che ci libera, che ci consola, che ci dà tutto in Cristo, un Dio che ascolta le nostre preghiere e interviene nella nostra vita. Ecco il nostro Dio. Come credenti possiamo gustare tutti questi favori e anticipare già dalla terra quella lode che esalterà il Signore nell’eternità.