“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora e per sempre”. (Isaia 9:5-6).
Questo passo di Isaia mette in evidenza la divinità, la gloria e la grandezza del Figlio di Davide, il cui regno non sarà né distrutto né indebolito da nemici, né deteriorato da lotte interne. Alla fine del periodo di mille anni, questo glorioso regno di giustizia, di pace e di potenza sarà “consegnato delle mani di Dio Padre”, “affinché Dio sia tutto in tutti” (Apocalisse 20:1-4; 1 Corinzi 15: 24-28).
I regni dei discendenti di Davide sono stati ben lontani dall’avere tali caratteristiche. Il Signore Gesù, invece, consegnerà nelle mani di Dio un Regno intatto, durante il quale i credenti glorificati e quelli viventi sulla terra, avranno avuto l’immenso privilegio di condividerne l’amministrazione con Cristo. La lode riportata in Apocalisse 5:12 è indirizzata all’Agnello e celebra le caratteristiche del Signore Gesù durante il suo regno, dicendo: “Degno è l’Agnello che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode” (Apocalisse 5:12). L’Agnello è anche “il leone della tribù di Giuda” (v. 5).
Soffermiamoci ora sui quattro titoli dati al Messia in questo passo.
Consigliere ammirabile
Colui che siederà sul trono di Davide sarà chiamato Consigliere ammirabile e rivestirà tutte le qualità espresse dal suo nome. Il Re sarà in grado di guidare, consigliare e pianificare tutto perfettamente, e avrà un’influenza grandiosa su tutta la terra, per trasformala e rendere piacevole la vita su di essa. L’instabilità e l’insicurezza che caratterizzano il periodo attuale sono la prova del fallimento totale dell’uomo come amministratore del mondo. La profezia attira invece la nostra attenzione su un Consigliere che potrà eseguire i suoi progetti e realizzare tutto quello che si proporrà di fare.
In Isaia 11:1-10, il ramo uscito dal tronco di Isai avrà lo “Spirito di consiglio e di forza”, oltre che di sapienza, d’intelligenza, di conoscenza e di timore dell’Eterno.. Tutti questi caratteri dello Spirito saranno sul Messia; i sui consigli saranno dati e ricevuti nella potenza dello Spirito Santo. Cristo è potenza e sapienza di Dio (1 Corinzi 1:24).
Il passo di Isaia 11 v. 1 a 10 è un’immagine maestosa del regno futuro. “I disegni sono resi stabili dal consiglio”, scrive Salomone (Proverbi 20:18). “Io annunzio la fine sin dal principio, molto tempo prima dico le cose non ancora avvenute; io dico: Il mio piano sussisterà, e metterò a effetto tutta la mia volontà” (Isaia 46:10). Il discendente di Davide che porterà il nome di Consigliere ammirabile sarà saggio, e avrà il potere d’agire in base alla sua saggezza durante il suo regno.
Il Consigliere sarà “ammirabile” per le meraviglie che compirà. Nessun governo umano e nessuna legge sono stati in grado di arginare le conseguenza del peccato, nemmeno la legge data a Israele per mezzo di Mosè sul Sinai. Nessun essere umano è in grado di garantire al mondo uno stato di pace e di benedizione. Ma questa meraviglia sarà in futuro compiuta dall’Uomo che porta il nome di Consigliere ammirabile; sarà Lui a rendere questo mondo un luogo nel quale sarà davvero piacevole vivere.
Dio potente
Il titolo di “Dio potente” stabilisce inequivocabilmente la divinità e la potenza del Messia. Questo nome è una garanzia del potere illimitato che il Re avrà a disposizione per realizzare tutti gli altri appellativi che gli sono attribuiti.
Può stupire che il titolo di “Dio potente” sia attribuito a un uomo, cioè al figlio di Davide che siederà sul trono, ma sappiamo che questo “Uomo” è Dio stesso.
Molti passi dell’Antico e del Nuovo Testamento confermano che Gesù Cristo, il Messia, è Dio. Vediamone alcuni.
In Michea 5:1, 2, il profeta parla di colui che deve venire da Betlemme per dominare su Israele, e indica le sue origini che “risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni”. All’inizio del Vangelo di Giovanni Egli è “la Parola” che da principio era “con Dio”, ed era “Dio” (Giovanni 1:1-4 e 14). Tommaso, il discepolo che per credere vuole toccare con mano, si rivolge al Signore Gesù dicendo: “Signore mio e Dio mio!” (Giovanni 20:28). L’apostolo Paolo rende omaggio al Signore dicendo che Egli è “sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno” (Romani 9:5); e nella Lettera a Tito lo definisce il “nostro grande Dio e Salvatore” che ben presto apparirà in gloria (Tito 2:13). Anche Pietro parla di lui come del “nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo” (2 Pietro 1:1); e Giovanni termina la sua prima lettera così come aveva iniziato il suo Vangelo, dando una chiara testimonianza che il Signore Gesù è Dio: “Noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna” (1 Giovanni 5:20; vedere anche Giovanni 17:3).
Padre eterno
È evidente che il nome di “Padre” dato al Figlio di Davide non è riferito al nostro Dio e Padre, rivelato nel Nuovo Testamento. Qui Egli è il Padre d’eternità, o, come altri traducono, “Padre del secolo a venire”.
Molti passi dell’Antico Testamento utilizzano la parola “padre” in senso figurato. In Genesi 17:4, Abraamo riceve la promessa di diventare padre di una moltitudine di nazioni. Nel mondo futuro molte nazioni, fra le quali Israele, saranno benedette dal regno del Signore Gesù (Salmo 72:8-11): “Benedetti siano l’Egitto, mio popolo, l’Assiria, opera delle mie mani, e Israele, mia eredità!” (Isaia 19:25). Le benedizioni scaturiranno dal Figlio di Davide, che sarà la sorgente, l’origine, il padre, appunto, delle loro benedizioni. In Isaia 22 troviamo Eliachim, una figura del Signore Gesù, stabilito come “un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per la casa di Giuda”. La chiave della casa di Davide sarà messa sulla sua spalla e gli sarà dato un trono di gloria (v. 20-23). Comprendiamo quindi che il termine “padre” indica protezione, cure e amore, e il Signore Gesù praticherà queste cose quando si siederà sul trono di Davide.
Principe della pace
Da quando il peccato è entrato nel mondo, non è più stato possibile ristabilire la vera pace. Anche attualmente sono in corso un gran numero di guerre. Gli stati impiegano ingenti somme di denaro in armamenti, e gli organismi internazionali, costituiti allo scopo di impedire le guerre e di promuovere la pace nel mondo, si sono rivelati inefficaci.
Il mondo ha mostrato il suo vero carattere quando il Signore Gesù è stato respinto e crocifisso dal potere romano, ma il Salmo 72 anticipa quel giorno futuro nel quale la pace regnerà su tutta la terra. E’ detto che “vi sarà abbondanza di pace” (v. 7). In Michea 5 leggiamo: “Colui che sarà dominatore in Israele… sarà grande fino all’estremità della terra. Sarà lui che porterà la pace” (1-4). Cristo assicura la pace a tutti coloro che, oggi e in futuro, ripongono la loro fiducia in lui. La pace dell’anima e della coscienza che gustano già ora i credenti sono già un’anticipazione della pace del regno futuro (Romani 5:1; Efesini 2:14, 17; Colossesi 1:20).
In quel giorno “dalle loro spade fabbricheranno vomeri, dalle loro lance, roncole; una nazione non alzerà più la spada contro l’altra e non impareranno più la guerra. Potranno sedersi ciascuno sotto la sua vite e sotto il suo fico, senza che nessuno li spaventi; poiché la bocca del SIGNORE degli eserciti ha parlato” (Michea 4:3, 4). “Porrò sopra di esse un solo pastore che le pascolerà: il mio servo Davide… Io, il SIGNORE, sarò il loro Dio… Stabilirò con esse un patto di pace” (Ezechiele 34:23-25).
Il regno universale del Figlio di Davide sarà mantenuto con l’esercizio della giustizia divina. Il giudizio che lo precederà ripulirà il mondo dalla sozzura che vi si è accumulata nel corso della storia dell’uomo. “Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l’iniquità, e li getteranno nella fornace ardente” (Matteo 13:41-43). La giustizia, principio basilare di questo nuovo stato di cose, regnerà e sarà imposta con rigore; essa sarà la garanzia sia di un regno secondo il volere di Dio, sia di benedizione per tutti quelli che vi prenderanno parte (Isaia 32:1, 16, 17). La giustizia sarà anche il carattere dello stato eterno, dove non ci sarà più bisogno di imporla: “Secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia” (2 Pietro 3:13).
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