Lettera ai miei giovani amici

di M.R.

Articolo tratto dal mensile IL MESSAGGERO CRISTIANO del 02-2015

Cari ragazzi, la mia lettera di oggi s’indirizza più particolarmente a quelli fra voi che amano il Signore Gesù, a quelli che possono dire: Egli è il mio Salvatore. Non voglio con ciò mettere da parte coloro che sono ancora insicuri, che desiderano, che sperano… A questi vorrei ripetere una cosa che conoscono già molto bene, che cioè la questione della loro salvezza eterna dev’essere regolata al più presto. Il Signore sta per venire, è alla porta, tutto ce lo dimostra; rimandare a domani può essere fatale. Oggi ancora le Sue braccia sono aperte per ricevervi. Egli vi aspetta, vi chiama. Ma il momento verrà in cui il Signore potrebbe non chiamarvi più, e allora dovrete incontrarlo non come Salvatore, ma come Giudice. Davanti a Lui, che ne farete di tutti i vostri peccati? Non potrete né nasconderli né passarli sotto silenzio se non saranno stati cancellati dal prezioso sangue di Cristo!

Vale la pena pensarci adesso, poiché davanti al grande trono bianco, quando terra e cielo saranno passati, non resterà alcun rifugio per gli increduli. Le pene eterne saranno la loro fine. Nessuno può credere a Cristo al posto vostro. I credenti possono pregare per voi, avvertirvi, supplicarvi di far attenzione a queste cose, ma la responsabilità rimane vostra.

Io so che fra i miei lettori molti ragazzi hanno ricevuto il perdono di Dio e la pace accettando il Signore Gesù come loro Salvatore. Essi hanno compreso che il Signore ha fatto tutto per loro, che Dio è stato pienamente soddisfatto dell’opera del Suo Figlio, e che ora, grazie a Lui, il Dio giusto e santo non si ricorderà mai più dei loro peccati, né delle loro iniquità. Questi sono ragazzi felici, non è vero? Non hanno più nulla da temere per il futuro; il loro passato è stato regolato ed ora hanno la prospettiva del cielo.

Tuttavia, non posso dire che fra quelli che so essere nati di nuovo io veda sempre dei visi felici. L’ho sovente notato. Eppure, dei giovani che sono in cammino per il cielo dovrebbero portare qualche tratto particolare sui loro volti. Un uomo del mondo mi diceva un giorno, parlando di un servitore di Dio, ora col Signore: “Mi piaceva sempre incontrarlo. Aveva un aspetto così felice!”. La gioia che si notava in quel vecchio credente era il riflesso della felicità che riempiva il suo cuore. Ma ciò che è vero per degli anziani può essere vero anche per i giovani.

Sono certo che molti di voi conoscono il bel versetto del Salmo 63: “L’anima mia si lega a te per seguirti; la tua destra mi sostiene” (Salmo 63:8). Questo passo, che è nello stesso tempo una preghiera, s’indirizza al Signore che ne forma per così dire il centro. Colui che scrive, il re Davide, lo conosceva e desiderava camminare sulle Sue orme. Senza dubbio, anche voi avete desiderato realizzare il v. 8 del Salmo 63 e avete preso la ferma risoluzione di seguire le orme del Signore Gesù molto più fedelmente che in passato. Volevate vincere i vostri difetti, diventare comprensivi, pazienti, dedicati agli altri, adempiere fedelmente i vostri doveri scolastici o di lavoro. Insomma, avevate preso l’impegno di rendere una buona testimonianza, in casa e fuori, ed eravate felici e pieni d’ardore.

Ma cos’è accaduto perché ora abbiate un aspetto preoccupato, per non dire imbronciato e scontento? Mi sembra di udire la risposta di qualcuno di voi: “Sono scoraggiato; ho difficoltà a vivere veramente per il Signore. E mi chiedo: Perché sforzarsi di comportarsi bene? Sembra che nessuno se ne accorga; anzi, non sono mai stato incompreso e rimproverato come adesso…”. Ecco quello che mi direste. Ebbene, altri prima di voi hanno vissuto le medesime esperienze, ed è appunto perché noi, anziani, siamo passati per la stessa vostra strada che vorremmo cercare di aiutarvi.

Innanzi tutto non dimenticate che, pur conoscendo il Signore Gesù come vostro Salvatore, voi conservate la stessa natura che avevate prima. La natura umana non diventa e non diventerà mai migliore. Il nostro vecchio “io” resterà tale sino alla fine. “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno”, scrive il profeta Geremia (17:9). Volerlo cambiare è giungere allo scoraggiamento più completo. Non voglio dire con questo che dobbiamo lasciarci andare alle nostre cattive inclinazioni, sotto pretesto che la nostra vecchia natura non la possiamo cambiare. Questo sarebbe indegno per dei figli di Dio. Ma vorrei che comprendeste che, in voi stessi, “non abita alcun bene” (Romani 7:18). Voi desiderate fare il bene e la vostra vecchia natura è incapace di praticarlo… Ma Dio non vi lascia a questo punto! Da quando avete creduto nel Signore Gesù, Egli non ha migliorato il vostro cuore malvagio, ma lo ha fatto nuovo, “un cuore nuovo” capace di amare Lui, di servirlo e di glorificarlo. In questo cuore, Egli ha messo il Suo Spirito Santo che vi istruisce, vi dirige, vi fa comprendere la Parola, vi parla di Cristo. Tutto ciò non viene da voi, ma è Dio che ve lo dà in grazia.

Allora, che cosa vi rimane da fare? Semplicemente questo: non abbiate nessuna fiducia in voi stessi (cioè nel vostro vecchio “io”) e contate solamente sul Signore Gesù. Egli stesso produrrà in voi “il volere e l’agire secondo il suo disegno benevolo” (Filippesi 2:13). Egli abita in voi per mezzo del Suo Spirito, anche nel più debole di voi. Non ci avete mai pensato? Questo fatto ci fa sentire piccoli, ma anche ci fa amare quel caro Salvatore che vuole fare in noi la Sua dimora!

Forse fra i miei giovani lettori ve ne sono alcuni che si trovano soli, in circostanze difficili, in ambienti dove il Signore è disprezzato. A scuola, sul lavoro, lontani dai vostri, senza amici cristiani, vi può sembrare quasi impossibile vivere per il Signore e per la Sua gloria. Ebbene, non perdetevi di coraggio. Il Buon Pastore conosce tutte le vostre circostanze; Egli è sempre vicino a voi. Ma c’è di più: Egli ha cominciato in voi una buona opera e la “condurrà a compimento” (Filippesi 1:6), malgrado gli sforzi del nemico che sembra accanirsi contro di voi. Mettete dunque la vostra fiducia in Cristo e vedrete come Egli lavorerà in voi e per voi. La Sua forza si compie proprio nella nostra debolezza (Corinzi 12:9-10). Il Signore non ha forse detto: “Senza di me non potete far nulla?” (Giovanni 15). Ma con Lui possiamo dire, come Paolo in Filippesi 4:13: “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”.

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