di Arend Remmers
Autore e data di redazione
All’inizio del libro di Geremia noi leggiamo: “parole di Geremia figlio di Chilchia” e al capitolo 51 (v. 64): “Fin qui le parole di Geremia”. Malgrado queste parole semplici e chiare di introduzione e di conclusione, e anche se Geremia è il solo profeta dell’Antico Testamento la cui vita e il cui servizio sono presentati con dovizia di particolari, le critiche moderne di questo libro affermano che la maggior parte delle profezie di Geremia non provengono da lui. Tuttavia non esiste alcun argomento sensato per appoggiare tali dubbi. Le indicazioni fornite da Geremia, permettono di collocare la sua nascita durante il regno del re empio Manasse (696-642 a.C.). Il profeta discendeva dalla famiglia sacerdotale di Aronne. La sua città natale Anatot si trovava sul territorio della tribù di Beniamino non lontano da Gerusalemme (Geremia 1:1). Geremia era ancora un giovane uomo quando durante il 13° anno del re Giosia (640-609 a.C.) cioè nel 627 a.C., fu chiamato da Dio al suo servizio di profeta (1:4-10). Il suo ministerio durò fin dopo la distruzione di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor nel 586 a.C. e fu esercitato dunque per un periodo di oltre 40 anni (Geremia 39). Secondo il comandamento di Dio, Geremia non si sposò (Geremia 16:2). Geremia visse inizialmente ad Anatot. Molto presto, però, gli abitanti fecero trasparire il loro odio contro di lui (Geremia 11:23). Le profezie scritte in Geremia 1, 2 e 3 furono pronunciate al tempo del re Giosia (640-609 a.C.). Dopo la morte di Giosia, Geremia scrisse delle Lamentazioni su questo re (2 Cronache 35:35, cfr Geremia 22:10). Egli profetizzò contro il figlio di Giosia, Sallum (o Ioacaz) al capitolo 22 (v.11). Nel corso del regno successivo, quello di Ioiachim (609-598 a.C.) Geremia annunciò la prossima caduta di Gerusalemme. I sacerdoti vollero allora ucciderlo (Geremia 26). Il 4° anno di Ioiachim Geremia predisse i 70 anni di cattività di Guida a Babilonia (Geremia 25:11-12; 36:1; 45:1). In quest’epoca, il regno d’Egitto fu vinto dai Babilonesi sotto Nabucodonosor nella battaglia Charchemis (606 a.C.). Gerusalemme fu in seguito assoggettata e una parte della popolazione trasportata a Babilonia (prima deportazione babilonese nel 605 a.C.). Geremia ricevette allora il mandato di scrivere in un libro tutte le sue profezie fino a quel momento, egli portò a compimento con l’aiuto del suo segretario Baruc (Geremia 36:1-4). Dopo la lettura di queste parole nel tempio da parte di Baruc il re Joachim corrucciato, taglio e bruciò il rotolo (Geremia 36:20-26). Dio incaricò Geremia di scrivere su un altro rotolo tutto quello che era sul primo e “vi furono aggiunte molte altre parole” (Geremia 36:27-32). Il re successivo, Ioiachin o Ieconia (Conia), non regnò che 3 mesi e fu trasportato a Babilonia nel 597 a.C. (seconda deportazione). Sedechia, il terzo figlio di Giosia gli succedette (597-586 a.C.). Geremia gli consigliò di non ribellarsi contro Babilonia appoggiandosi sull’Egitto (Geremia 37:6 e seguenti) di sottomettersi al re di Babilonia (Geremia 27:12-22). Quando volle andare nel paese di Beniamino, Geremia fu fatto prigioniero e gettato in una cisterna vuota (Geremia 37:11-38:6). Quando infine i babilonesi presero Gerusalemme, Geremia fu liberato. Messo davanti alla scelta di salire a Babilonia secondo il volere di Nabucodonosor, o di dimorare nel paese, il profeta decise di restare (Geremia 39:40). Dopo l’assassinio di Ghedalia, il governatore stabilito da Nabucodonosor, temendo la vendetta dei babilonesi, i Giudei fuggirono in Egitto malgrado gli avvertimenti di Geremia, e costrinsero il profeta e Baruc a seguirli (Geremia 41-43). Geremia proseguì il suo servizio di profeta nella città di Tapanes (Geremia 43:8-44:30); è la che, secondo la tradizione, egli sarebbe stato lapidato da parte dei Giudei 5 anni dopo la distruzione di Gerusalemme. La Bibbia serba il silenzio sulla morte di questo grande profeta che visse ed esercitò il suo ministerio durante gli ultimi 40 anni del regno di Guida.
2. Il suo scopo
Geremia, il secondo di quelli che si nominano i quattro grandi profeti, è a giusto titolo chiamato il profeta che piange ( cfr Ger 9:1-10; 13:17; 14:17; 15:10; 20:14). Nessun altro profeta ha incontrato tanta opposizione e tanto odio da parte del suo popolo. Ma se nel corso della sua vita egli ha dovuto sopportare molte sofferenze da parte dei suoi compatrioti, Geremia divenne, dopo la sua morte oggetto di una grande venerazione (cfr Matteo. 16:14). Sebbene il profeta condannò a più riprese l’ingiustizia dei Giudei e il loro abbandono dell’Iddio vivente, egli amò il suo popolo fino alla fine (Geremia 17:16; 18:20). Il contenuto e lo scopo principale del messaggio di Geremia sono degli appelli ripetuti incessantemente alla coscienza degli abitanti del regno di Giuda, al fine di portarli a riconoscere il loro basso stato morale e delle esortazioni a ravvedersi dal loro abbandono dell’Eterno e dalla loro idolatria per ritornare a Dio. Inoltre, il profeta mette sempre davanti agli occhi del popolo il giudizio imminente della distruzione di Gerusalemme da parte di Babilonia. Ma Geremia parla anche costantemente della misericordia di Dio per il suo popolo. La cattività a Babilonia non durerà che 70 anni (Geremia 25:11-12; 29:10). Dopo questo periodo i Giudei ritorneranno nel loro paese. Infine, Geremia consegna un messaggio di consolazione che ancora oggi attende il suo compimento, perché questo non ha avuto luogo dopo i 70 anni di cattività. Dopo “il tempo della distretta di Giacobbe” (Geremia 30:4-7), l’Eterno concluderà una nuova alleanza con il suo popolo (Geremia 31:31-34) e allora comincerà il periodo glorioso del regno milleniale sotto il Messia ( Geremia 23:5-8; 33:14-18). Questa speranza della benedizione futura e la potenza dello Spirito di Dio fortificarono e incoraggiarono Geremia nel suo triste ministerio che non fu accettato dai suoi contemporanei Giudei.
Le sue particolarità
a) I 70 anni di cattività di Giuda a Babilonia
In due passaggi, Geremia menziona l’imminente distruzione di Gerusalemme e la deportazione del popolo ha Babilonia. Questa cattività prenderà comunque fine dopo 70 anni al momento del ritorno del residuo (Geremia 25:11-12; 29:10).Il giudizio che Dio aveva minacciato fu eseguito durante il regno di Nabucodonosor re di Babilonia. Nel 605 a.C., sotto il regno di Ioiachim, Nabucodonosor assediò una prima volta Gerusalemme e trasportò a Babilonia un certo numero di Giudei, tra cui Daniele (Daniele 1:1). Durante il breve regno di Ioiachim, ci fu un secondo attacco nel 597 a.C., che vide la deportazione di decine di migliaia di giudei a Babilonia. Infine, sotto Sedechia, nel 586 a.C., Gerusalemme e il tempio furono distrutti, e i nemici portarono a Babilonia il resto del popolo. La profezia di Geremia si era realizzata (2 Cronache 36:21).
Nel 539 a. c., il re Ciro di Persia conquistò Babilonia e stabilì Dario il Medo come vicerè (Daniele 6:1). Il secondo anno del regno di Dario (l’anno 1 secondo il modo di contare dei Persiani), Daniele comprese, leggendo le Scritture, che i settanta anni di desolazione di Gerusalemme annunciati da Geremia secondo il comandamento dell’Eterno, erano giunti al termine (Daniele 9:1-2). Noi abbiamo qui un indice chiaro del riconoscimento, operato per mezzo di Dio, dell’ispirazione delle Sacre Scritture dell’antico Testamento, prima dell’esistenza di un canone! Quando Daniele si umiliava e pregava, ricevette, dell’angelo Gabriele, delle altre profezie relative alle 70 settimane di anni che dovevano trascorrere dalla ricostruzione di Gerusalemme fino alla venuta del Messia e fino ai tempi della fine (Daniele 9:20-27). L’autore del secondo libro delle Cronache (36:22) e del libro di Esdra fa ugualmente allusione alla profezia di Geremia concernente i 70 anni di desolazione di Gerusalemme. Secondo l’editto di Ciro re di Persia, circa 42.000 Giudei salirono a Gerusalemme per ricostruire il tempio (circa 536 a.C.). Il profeta Zaccaria il cui ministerio si esercitò poco dopo il ritorno dei Giudei, menziona anch’egli nel suo libro i 70 anni dell’indignazione dell’Eterno su Gerusalemme e sulle città di Giuda (Zaccaria 1:12).
Ma da quali delle 3 campagne di Nabucodonosor bisogna partire a calcolare i 70 anni? Alcuni ricercatori pensano di dover prendere come punto di partenza la distruzione del tempio nel 586 a.c.; Essi arrivano alla conclusione che il numero 70 non deve essere preso letteralmente visto che trascorsero appena una 50 anni fino al ritorno del residuo nel 536 a.C. . Per arrivare al conto dei 70 anni basandosi su Esdra 5:1; 6:14 e Zaccaria 1:12, degli altri eruditi, vogliono vedere la data finale nel compimento della costruzione del tempio avvenuta nel 516 a.C. circa.
La soluzione più semplice e verosimile consiste nel calcolare il periodo di 70 anni prendendo secondo 2 Re 24:1-4 e 2 Cronache 36:20-23, la prima presa di Gerusalemme nel 605 a.C., come punto di partenza, e il ritorno dei Giudei nel 536 a.C. circa come compimento.
b) La cronologia capitoli del libro di Geremia
Il contenuto del libro di Geremia non segue sempre l’ordine cronologico. Si ammette in generale che il capitoli da 1 a 20 riguardino il regno di Giosia, anche se il nome di questo re non è menzionato che nel capitolo 1 (v.1) e 3 (v. 6). Nessuna data è fornita in relazione con il periodo di Ioacaz. I capitoli 25, 26, 35, 36, 45-49 sono abitualmente rapportati al regno di jioachim, benchè soltanto i capitoli 25,26,35,36 e 45 riportino una data. I capitoli 21-24,27-34 e 37-42 sono risalenti al tempo di Sedechia; si trovano delle date indicate ai capitoli 21, 27, 28, 29, 32, 33, 34 e 37. Geremia pronunciò in Egitto le parole riportate nei capitole 43 (v7-8) e 44. Il capitolo 52 costituisce un’appendice, che corrisponde praticamente letteralmente ai versetti da 18-25 e 30 di 2 Re 24. Fu probabilmente aggiunta da Geremia stesso sotto la direzione dello Spirito Santo.
Un certo numero di passi sono stati lasciati da parte nella versione dei 70, la traduzione greca dell’AT: Geremia 10:6-10; 17:1-4;27:1,7,13; qualche parte di Geremia 17 :22, 29:16-20; 33:14-26; 39:4-13; 51:44-49; 52:28-30 e degli altri versetti. I capitoli 46 a 51 sono stati messi in un ordine diverso: subito dopo Geremia 25:13. Numerosi ricercatori sono d’accordo nell’affermare che i traduttori alessandrini, formati secondo il modo di pensare greco, si sono sforzati di levigare la costruzione difficile del libro ebraico di Geremia. Conviene dunque dare la preferenza al testo masoretico tradizionale in ebraico.
c) simboli profetici
Si trovano degli atti e dei segni simbolici in altri diversi profeti, per esempio, Ezechiele 2:8-3:3; Osea 1:2-9; Zaccaria 11:7-17, ma in nessun altro libro come Geremia ci sono altrettanti simboli profetici:
-La cintura di lino (Geremia 13:1-11): Israele rigettato
-La terracotta e l’argilla (Geremia 18:1-10): pazienza di Dio
-Il vaso di terracotta (Geremia 19:1-13): Distruzione, giudizio.
-Il giogo(Geremia 27:2-11,28:2-10-14): sottomissione
-L’acquisto del campo (Geremia 32:6-15): fede e speranza
-Le pietre nascoste (Geremia 43:8-13): abbassamento.
-Il libro gettato nell’acqua (Geremia 51:59-64): distruzione di Babilonia.
Breve Analisi del suo contenuto
-Geremia 1: La chiamata del profeta
-Geremia 2:29 : Appello di Dio alla coscienza del popolo
Capitolo 2: Caduta di Israele
Capitolo 3: Annuncio del giudizio
Capitolo 4: Appello al pentimento
Capitolo 5: Indurimento di Giuda
Capitolo 6: Annuncio dell’assedio di Gerusalemme
Capitolo 7: Le ragioni del giudizio
Capitolo 8: Incomprensione del popolo
Capitolo 9: Pianto del profeta
Capitolo 10: L’Eterno e gli idoli
Capitolo 11: Israele ha rotto l’alleanza
Capitolo12: l’Eterno si allontana
Capitolo13: Giudizio e cattività
Capitolo14: La grande siccità
Capitolo 15: Il residuo e l’Eterno
Capitolo 16: Allontanamento e ritorno
Capitolo17: La posizione del residuo
Capitolo18 e 19: Sovranità di Dio
Capitolo 20: Persecuzione di Geremia
Capitolo 21 e 22: Giudizio sulla casa di Davide
Capitolo 23: I malvagi pastori di Israele
Capitolo 24: Il cammino della vita e della morte
Capitolo 25: Annuncio dei 70 anni di esilio
Capitolo 26: Geremia in pericolo di morte
Capitolo 27 e 28: I gioghi :Asservimento da parte di Babilonia
Capitolo 29. Geremia consola gli esiliati a Babilonia
Geremia 30 a 33: La nuova alleanza e il regno di pace
Capitolo 30: Liberazione del popolo
Capitolo 31: La nuova alleanza
Capitolo 32: La fedeltà dell’Eterno
Capitolo 33: Liberazione e lode
Geremia 34 a 39: Avvenimenti e profezie prima della caduta di Gerusalemme
Capitolo 34: Geremia avverte Sedechia
Capitolo 35: La fedeltà dei Recabiti
Capitolo 36: Il disprezzo di Ioiachim per la parola di Dio
Capitolo 37: Geremia è imprigionato
Capitolo 38: Geremia e Sedechia
Capitolo 39: La presa di Gerusalemme
Geremia 40 a 45: Avvenimenti e profezie dopo la caduta di Gerusalemme
Capitolo 40 Geremia resta presso il governatore Ghedalia
Capitolo 41 Ghedalia è assassinato
Capitolo 42 e 43 Il residuo parte per l’Egitto malgrado l’avvertimento di Geremia
Capitolo 44 Profezie di Geremia in Egitto
Capitolo 45 Avvertimento di Geremia a Baruc
Geremia 46 a 51: Profezie sulle nazioni
Capitolo 46 Profezie sull’Egitto
Capitolo 47 Profezie sui Filistei
Capitolo 48 Profezie su Moab
Capitolo 49 Profezie su Ammon, Edom, Damasco e altri nemici
Capitolo 50 e 51 Profezie su Babilonia
Geremia 52: Appendice storica: La caduta di Gerusalemme
Tratto da “Vue d’ensemble de l’Ancien Testament” di Arend Remmers – Pubblicato da EBLC Ἐditions Bibles Et Littérature Chrétienne Vevey
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