Panoramica della lettera ai Galati

di Arend Remmers

La lettera è suddivisa in  6 capitoli

Autore, destinatari e data di redazione.

All’inizio di questa lettera, Paolo è designato come autore della stessa; ritroviamo il suo nome a due riprese (cap. 1:1; 5:2). Le indicazioni biografiche che vanno dal capitolo 1 versetto 11, al capitolo 2 versetto 10, si applicano esattamente ed esclusivamente all’apostolo Paolo. Alcuni dei cosiddetti “padri della chiesa” , tra cui Policarpo  (circa 70-155 d.c.) e Giustino martire (circa 100 – 165 d.c.), fanno allusione a questa lettera. Anche Clemente di Alessandria (circa 150 – 215 d.C.) e Tertulliano (circa 160 – 220 d.C.) la citano espressamente.

I Galati, come i Galli (i primitivi abitanti della Francia attuale) erano dei Celti, che circa nel 3° secolo a.C., avevano invaso la Macedonia e l’Asia minore centrale (l’attuale Turchia). Si stabilirono in una regione dove si trovavano dei centri urbani importanti, quali la città di Angora (oggi Ankara), Pessinus e Tavium.  Nel 25 a.C. circa, al fine di formare una nuova provincia denominata Galazia, i Romani inglobarono in una sola regione il territorio dove vivevano i discendenti di questi Celti, con le contrade più meridionali di Psidia, Frigia e una parte della Licaonia.

Tenuto conto di questo fatto, è difficile conoscere con certezza se la lettera dell’apostolo Paolo era effettivamente destinata alla totalità degli abitanti di questa vasta provincia romana della Galazia che si estendeva in maniera importante verso sud. Può darsi che l’apostolo Paolo si indirizzasse ai soli Galati che discendevano dai coloni primitivi e che si erano stabiliti nella parte settentrionale. La questione non è di importanza secondaria per stabilire la data di redazione della lettera.  Ci proponiamo di esaminare brevemente questo tema. Secondo una prima possibilità, la lettera ai Galati, sarebbe stata scritta per le assemblee della Galazia primitiva, più esattamente per dei credenti stabiliti nel nord della provincia romana. Paolo si sarebbe recato in questa contrada nel corso del suo secondo viaggio missionario (circa 51-54 d.C.), dove delle anime si erano convertite alla fede del Signore Gesù (Atti 16:6). Una seconda visita avrebbe avuto luogo all’epoca del terzo viaggio dell’apostolo (Atti 18:23). In questo caso, la lettera ai Galati sarebbe datata all’epoca del terzo viaggio di Paolo. Secondo i difensori di questa tesi della “Galazia del nord”, il testo dovrebbe risalire all’epoca del soggiorno di tre anni che Paolo fece ad Efeso. Secondo un’altra interpretazione bisognerebbe considerare la Galazia come la provincia romana più estesa. Pertanto, ne farebbero parte le città di Iconio, Listra, Derba e Antiochia di Psidia, che erano state visitate da Paolo nel corso del suo primo viaggio missionario già negli anni dal 46 al 49 d.C.. L’apostolo era allora accompagnato da Barnaba (Atti 13 e 14). Paolo si sarebbe nuovamente recato in questa regioni all’inizio del secondo viaggio (Atti 15:40-16:5). Se si ritiene valida questa seconda ipotesi, l’epoca di redazione dell’epistola ai Galati potrebbe essere anteriore, intorno al 51 d.C.. L’autore ha potuto scrivere la lettere da Antiochia, prima del secondo viaggio, o ancora nel corso di esso ad esempio da Corinto dove restò circa 18 mesi (verso il 52 d.C.).

Le sue motivazioni e il suo soggetto

La lettera ai Galati è la sola che l’apostolo Paolo ha indirizzato espressamente ad una pluralità di assemblee. Esse erano composte principalmente da persone uscite dal paganesimo (Galati 4:8; 5:2,3; 6:12). Erano finite sotto l’influenza di dottori giudaizzanti che volevano portare un evangelo diverso da quello predicato da Paolo (Galati 1:6-9; 5:10,12). Questi dottori non tentavano certo di togliere ai credenti la loro fede in Cristo; ma sostenevano che non si poteva essere salvati unicamente per mezzo della fede. Dio aveva promesso l’eredità alla discendenza di Abramo, cioè ai discendenti del patriarca. Se le nazioni volevano avere parte a questo, dovevano dunque identificarsi con il popolo di Israele, discendente di Abramo, facendosi circoncidere e osservano la legge del Sinai.

Subito, i Galati avrebbero risposto a queste persone che Paolo non li aveva mai obbligati ad osservare la legge. Pertanto, per raggiungere i loro scopi, i dottori giudaizzanti dovevano cercare  di mettere in dubbio l’autorità apostolica di Paolo. Essi affermavano allora che gli apostoli, chiamati dal Signore quando era su questa terra, rappresentavano le “colonne” del cristianesimo (Galati 2:9), la loro autorità poteva essere reputata superiore a tutte le altre. Ora questi sedicenti apostoli osservavano scrupolosamente la legge e non condividevano il messaggio dell’evangelo predicato da Paolo. Secondo il loro punto di vista, era unicamente per facilitare il cammino dei Galati, che Paolo non aveva preteso da loro una stretta osservanza della legge. Gli aveva pertanto ingannati riguardo alla loro salvezza, diventando pertanto un nemico (Galati 4:16). A causa di questo intrigo i giudaizzanti avevano provocato ai Galati del disorientamento e del turbamento. La loro fiducia in Paolo era stata minata; cominciavano a osservare la legge e pensavano di farsi circoncidere (Galati 4:10; 5:2-12). Alcuni probabilmente provavano a resistere, ma in questo modo si generavano delle liti violente nell’assemblea (Galati 5:15). I Galati erano in questa situazione quando Paolo aveva udito parlare dell’evoluzione del loro stato. Questa notizia lo affliggeva profondamente:  temeva di avere lavorato invano per il Signore in questa regione (Galati 4:11). La lettera che ha scritto ai Galati sotto la direzione dello Spirito Santo è la più solenne, severa, e combattiva che l’apostolo abbia mai scritto.A differenza delle altre lettere altre lettere scritte da Paolo, essa non contiene una sola espressione di lode o ringraziamento.  Immediatamente dopo i saluti comincia con: “mi meraviglio” e poco prima dei saluti finali termina con queste parola: “da ora in poi nessuno mi dia molestia…” (Galati 1:6; 6:17). Nonostante questo, mosso dall’amore per i suoi figli nella fede (4:19), Paolo li chiama a più riprese “fratelli” (1:11; 3:15; 4:12, 28,31; 5:11,13; 6:1,18). Il soggetto della lettera ai Galati è la relazione del credente con la legge del Sinai. Oltre all’introduzione e alla conclusione, questa lettera si può suddividere in tre parti:

  1. La parte storica (1:6; 2:21), nella quale l’apostolo ricorda ai Galati l’origine dell’evangelo che egli gli ha annunciato, la sua chiamata e le sue relazioni con i fratelli a Gerusalemme e con Pietro.
  2. La parte dottrinale (3:1; 4:31), spiega la differenza tra la giustizia per mezzo della fede a la giustizia secondo la legge. Così come le conseguenze di essere sotto la legge.
  3. Infine la parte delle esortazioni (5:1; 6:16), tratta della vita pratica e delle manifestazioni della nuova vita.

La lettera ai Galati con la sua esposizione della giustificazione per mezzo della fede senza le opere si avvicina a quella sviluppata nella lettera ai Romani e ha rappresentato un importante supporto nella vita e nel servizio di Martin Lutero. Questa lettera non ha perduto nulla della sua attualità oggi. In effetti, in una vasta parte della cristianità, il formalismo, il ritualismo e le buone opere tendono a rimpiazzare o almeno a completare la fede nell’opera espiatoria di Cristo alla croce, il cammino per mezzo dello Spirito e le opere della fede.

 

Analisi succinta del suo contenuto

I) Galati 1 e 2 Parte storica
Capitolo 1                                 L’evangelo predicato da Paolo e la sua chiamata
Capitolo 2                                 Le relazioni di Paolo con gli altri Apostoli

II) Galati 3 e 4 Parte dottrinale
Capitolo 3                                 La fede e la legge
Capitolo 4                                 La posizione di figli e non più di servi

III) Galati 5 e 6 Parte delle esortazioni
Capitolo 5                                 La liberta in Cristo e il cammino per mezzo dello Spirito
Capitolo 6                                 Le conseguenze pratiche

 

Tratto da “Vue d’ensemble du Nouveau Testament” di Arend Remmers  – Pubblicato da  EBLC Ἐditions Bibles Et Littérature Chrétienne Vevey

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