Perché cercate il vivente fra i morti?

Era passato il sabato, il corpo del Signore era stato deposto in una tomba. Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere il corpo del Signore Gesù. Era il primo giorno della settimana (domenica) si era da poco levato il sole; recandosi al sepolcro queste donne “dicevano tra di loro: “Chi ci rotolerà la pietra dall’apertura del sepolcro?”. Da un punto di vista umano una domanda logica. La tomba del Signore era stata scavata nella roccia e all’apertura era stata rotolata una grande pietra. Inoltre questa pietra era stata anche sigillata (Matteo 27:60 e 66). Arrivate al sepolcro, alzati gli occhi videro che la pietra era stata rotolata (Marco 16:4). Entrarono nel sepolcro e non trovarono il corpo del Signore. A questo punto apparvero sulla scena 2 angeli che rivolsero loro questa domanda: “Perché cercate il vivente tra i morti?” e subito dopo proclamarono una grande verità “Egli non è qui ma è risuscitato” (Luca 24:5-6). La tomba era vuota, perché il Signore Gesù era risuscitato!

Perché la risurrezione del Signore è il fondamento della nostra fede?
La Bibbia ci offre la risposta: “Se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati”. Che cosa vuol dire? Semplicemente che se il Signore Gesù non fosse risuscitato dai morti, non ci sarebbe prova che l’opera che Egli ha compiuto morendo per i nostri peccati è un’opera completa che ha pienamente soddisfatto Dio. Il Signore Gesù  non è rimasto nella morte, ma ha vinto la morte e con la risurrezione ha proclamato la Sua vittoria. È solo grazie a questo fatto che Dio può donare la vita eterna a tutti quelli che credono nel Signore Gesù. È per questo che il tema centrale dell’evangelo predicato dagli apostoli e ai giorni nostri è la risurrezione del Signore Gesù. Non si trattava soltanto di stabilire questo fatto, ma anche di far capire il suo significato a coloro che lo udivano.

La morte e la risurrezione assumono così un’importanza fondamentale. Si può ammirare il Signore come uomo perfetto, aderire a certi Suoi insegnamenti o ammirare i Suoi miracoli. Altri parleranno di Lui come un grande pensatore o un benefattore dell’umanità, si potrà dire “che nessuno parlò come Lui” ma non per questo la loro coscienza sarà scossa. Credere che Gesù è morto per i nostri peccati e che è risuscitato per la nostra giustificazione, non può essere che il frutto del lavoro di Dio nel cuore dell’uomo.

Siamo così messi di fronte a qualcosa di importanza capitale per la nostra fede e dell’evangelo stesso: la risurrezione del Signore.

Nei primi versetti del cap. 15 della prima lettera ai Corinzi, abbiamo il messaggio dell’Evangelo nei suoi punti fondamentali:

Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi, mediante il quale siete salvati, purché lo riteniate quale ve l’ho annunciato; a meno che non abbiate creduto invano. Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture” (1 Corinzi 15:1-3).

Paolo, nei versetti successivi,  parlerà di una serie di testimonianze, sette per la precisione, a riguardo della risurrezione del Signore.

La prima delle testimonianze è quella resa dalla Parola stessa: “risuscitato secondo le Scritture” (15:4) a questa  seguono le varie apparizioni ai discepoli allo scopo di dimostrare, attraverso testimoni, questo avvenimento. Il Signore stesso aveva detto ai discepoli sulla via di Emmaus: “Insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette” (Luca 24:25) e poi spiegherà queste cose ma partendo da  Mosè.
Il Signore dopo la risurrezione apparve soltanto ai suoi e  questo fu il soggetto principale della loro predicazione e della testimonianza da loro resa  come possiamo vedere nel libro degli Atti (cfr: 1:22 – 2:23, 31, 32 – 3:15 – 4:10, 33) e fu il tema principale della predicazione di Paolo sia ai Giudei (Atti 17:2-3) che davanti ai pagani (Atti 17:31).

Il Signore Gesù risuscitato, oggi è vivente nel cielo. All’inizio del libro dell’Apocalisse dice: “Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli…” (Apocalisse 1: 18)

La presenza attuale del Signore Gesù nel cielo ha delle importanti implicazioni che hanno un aspetto passato, presente e futuro.

Passato
La sua posizione attuale nel cielo come Uomo glorificato, seduto alla destra della Maestà, ci parla di tutta la piena soddisfazione che Dio ha provato nel compimento perfetto dell’opera della redenzione e nella gloria che Cristo Gli ha dato. Il Signore Gesù  è entrato nel cielo alla presenza di Dio “con il proprio  sangue”. Tutto questo è per noi sinonimo di sicurezza.
Noi vediamo nel cielo il Mediatore, il Garante di un nuovo patto, un patto migliore (Ebrei 8:6); un patto che si basa non sulla responsabilità dell’uomo, ma sul valore eterno del Suo sacrificio. “Gesù dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati e per sempre si è seduto alla destra di Dio” (Ebrei 10:12). Tutto questo ci parla di qualcosa di completo, di definitivo. La posizione seduto, evidenzia che vi è un riposo rispetto a ciò che riguarda la questione del peccato.

Presente
Il Signore Gesù nel cielo, al tempo presente ha una funzione di Sacerdote, Egli è il fedele e misericordioso sommo Sacerdote che viene in aiuto in favore dei Suoi (Ebrei 2:17-18). Cristo, oggi, si occupa di coloro che Gli appartengono e che, attraversando questo mondo, hanno bisogno delle Sue cure. E’ un sacerdote che   “simpatizza con le nostre debolezze”, non con una debolezza colpevole, ma quella della creatura che è provata, tentata e continuamente esposta al pericolo di peccare. Sappiamo, inoltre, che se dovessimo peccare, oggi abbiamo nel cielo il nostro avvocato Gesù Cristo il giusto, sempre pronto a prendere la nostra causa in mano (1 Giovanni 2:1). “Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è Colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è quel che è morto e, ancor di più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi”.
Oltre a questo possiamo dire che Egli è Colui nel quale siamo “benedetti di tutte le benedizioni spirituali nei luoghi celesti” (Efesini 1:3).

Futuro
La Sua presenza alla destra di Dio è per noi una preziosa sicurezza e la garanzia del nostro avvenire eterno. C’è un luogo dalle molte stanze, che è sempre esistito, la Casa del Padre, e che un giorno sarà la nostra dimora eterna. Di questo ne abbiamo la certezza, perché il nostro Salvatore ci ha reso accessibile questo luogo. Egli è ora quale precursore nel cielo, nella casa del Padre. Rivolgendosi ai discepoli aveva spiegato che avrebbe preparato quel luogo con uno scopo ben preciso: “affinchè dove son io siate anche voi” (Giovanni 14:3). Presto il Signore ritornerà, risusciterà i morti e trasformerà i viventi e ci introdurrà nel cielo. Allora, nella Sua pienezza, potremo contemplare la Sua gloria secondo il desiderio che Egli aveva detto: “Padre io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data” (Giovanni 17:24).

Che grandi certezze, che grandi benedizioni, che grandi prospettive abbiamo, grazie alla risurrezione  del Signore Gesù ed alla sua attuale presenza nel cielo!
La speranza del credente è legata al ritorno del Signore questo prezioso avvenimento pensiamo possa avvenire in qualsiasi momento.
Come credenti “Aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo il Signore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo  della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a se ogni cosa (Filippesi 3:21)” .

1 commento su “Perché cercate il vivente fra i morti?”

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