Di C. H. Mackintosh
La missione del cristiano e come realizzarla
“In quei giorni c’era di nuovo una folla grandissima, e poiché non avevano da mangiare, Gesù, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «Io ho pietà di questa gente; poiché da tre giorni sta con me e non ha da mangiare. Se li rimando a casa digiuni, verranno meno per strada; perché alcuni di loro sono venuti da lontano». I suoi discepoli gli risposero: «Come si potrebbe mai saziarli di pane qui, in un deserto?» Egli domandò loro: «Quanti pani avete?» Essi dissero: «Sette». Egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra; e presi i sette pani, dopo aver reso grazie, li spezzò e diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla; ed essi li distribuirono. Avevano anche pochi pesciolini; ed egli, dopo aver detto la benedizione, comandò di distribuire anche quelli. Tutti mangiarono e furono saziati; e dei pezzi avanzati si raccolsero sette panieri. Erano circa quattromila persone. Poi Gesù li congedò.” Marco 8:1-9
Introduzione
Questo brano illustra in modo molto chiaro un aspetto particolare della missione del cristiano in questo mondo. La sua applicazione è importante e universale. Riguarda quindi ogni figlio di Dio. Ricordiamoci che siamo mandati in questo mondo per essere “canali” tra il cuore di Cristo e i bisogni di ogni genere che incontriamo nella vita quotidiana.
Qui abbiamo un aspetto tra i tanti della missione del cristiano, ma di grande valore ed estremamente pratico, come vedremo.
È ovvio che il punto di partenza sia quello di essere cristiani. Se non ho la certezza di avere la vita eterna, se non sono sicuro della mia salvezza, se non conosco Cristo come mio personale Salvatore e Signore, allora partecipare alla missione cristiana mi aiuterà solo a rendermi cieco rispetto alla mia vera condizione. Una salvezza e un Salvatore che conosciamo e di cui godiamo una reale comunione sono condizioni essenziali per affrontare questo argomento.
Un canale tra il cuore di Cristo e i bisogni di ogni genere
Consideriamo adesso il meraviglioso passo che abbiamo letto, chiediamo che lo Spirito ce lo riveli e lo applichi al nostro cuore!
Situazione
“In quei giorni c’era di nuovo una folla grandissima, e… non avevano da mangiare.” Ecco lo stato delle cose: un grande bisogno e apparentemente nessuna risorsa per soddisfarlo. Ma Gesù era lì con tutto l’amore del suo cuore e la straordinaria potenza della sua mano. Il Dio che una volta aveva sfamato tre milioni di persone in un vasto deserto per quarant’anni era venuto sulla terra nella persona del Figlio. Era lì e certamente avrebbe potuto rispondere a questo grande bisogno immediatamente e direttamente ,senza interpellare i suoi poveri increduli e occupati discepoli. Avrebbe anche potuto chiamare degli angeli per soddisfare i bisogni di questa folla affamata.
Ma il suo desiderio benevolo era di usare i suoi discepoli come canali di benedizione tra lui e questa moltitudine affamata; non come strumenti della Sua potenza, come sarebbero stati gli angeli, ma piuttosto come l’espressione stessa del suo cuore.
Preparazione
Notiamo bene come il Signore procede. Se avesse semplicemente voluto usare i discepoli come strumenti per manifestare la Sua potenza, Gli sarebbe bastato mettere nelle loro mani i mezzi necessari. Al contrario voleva farne dei canali attraverso i quali potesse fluire la tenera compassione del suo cuore. E come ha agito? Così: “Gesù, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «Io ho pietà di questa gente; poiché da tre giorni sta con me e non ha da mangiare. Se li rimando a casa digiuni, verranno meno per strada; perché alcuni di loro sono venuti da lontano»”.
Questo è il segreto della preparazione alla nostra grande missione. Il Nostro Signore prima radunò i Suoi discepoli attorno a Lui, poi cercò di riempire i loro cuori con i Suoi sentimenti e pensieri, prima di riempire le loro mani di pani e pesci. È come se dicesse: “Ho compassione, e vorrei che anche voi ne aveste. Voglio che entriate nei miei pensieri e sentimenti, pensiate come penso io e sentiate le cose come le sento io. Voglio che guardiate questa folla affamata con i miei occhi, in modo che siate nella condizione morale necessaria per essere i miei canali di benedizione .”
È notevole!
Cercò di riempire i loro cuori con i Suoi sentimenti e pensieri.
Qualcuno potrebbe dire: “Ho un profondo desiderio di essere un canale di benedizione ma sembra una cosa troppo elevata, è al di sopra delle mie possibilità. Come potrei mai raggiungere un tale livello spirituale? La risposta è: avvicinatevi abbastanza a Cristo per pensare come Lui pensa, per sentire le cose come Lui le sente. Bevi dal Suo Spirito. Questo è l’unico vero modo per essere un canale di benedizione. Se dicessi: “Devo cercare con le mie forze di essere uno di questi canali”, fallirei miseramente. Ma se attingo alla sorgente del cuore di Cristo, sarò saziato fino a traboccare. Sarò ripieno del Suo Spirito, quindi sarò nel giusto stato perché Lui possa usarmi. Con questa attitudine farò buon uso di ciò che Egli mette nelle mie mani e potrò usarlo per Lui. Se riempio le mie mani con ogni sorta di mezzi prima che il mio cuore sia pieno di Cristo, allora non li userò per Lui, né per la gloria di Dio, ma per la mia gloria.
GuardateLo e credete che Egli è onnipotente
Chiamata
Consideriamo la nostra missione e il vero segreto per realizzarla. È meraviglioso se il tuo cuore è sensibile alla chiamata ad essere un canale attraverso il quale il cuore del Signore può fluire verso i credenti e verso un mondo i cui bisogni sono immensi. Cerchiamo di fare nostra questa missione. Non limitiamoci a considerarla come una grande teoria, ma cerchiamo di ancorarla nelle nostre anime con la potenza dello Spirito Santo.
Risposta
Notate quanto furono lenti i discepoli a rispondere a ciò che il cuore di Cristo desiderava per loro. Il suo desiderio era di usarli come suoi canali di benedizione, di concedere loro questo privilegio. Ma essi, come spesso noi, non erano in grado di apprezzarlo e questo semplicemente perché non entravano nei suoi pensieri e non capivano la gloria della Sua persona. “I suoi discepoli gli risposero: «Come si potrebbe mai saziarli di pane qui, in un deserto?»” Un’altra volta dissero: «Non abbiamo qui altro che cinque pani e due pesci» Matteo 14:17.
Non sapevano, o avevano dimenticato, di essere alla presenza del Creatore dell’universo, Colui attraverso il quale sussistono tutte le cose? Certo, era lì nella forma umile di Gesù di Nazaret, la sua gloria divina era nascosta ai loro occhi dietro il velo della sua umanità, ma avrebbero dovuto sapere chi era e come approfittare della sua presenza e delle sue insondabili ricchezze. È certo che se il loro cuore avesse compreso la gloria della sua persona, non si sarebbero mai posti una domanda del genere: «Come si potrebbe mai saziarli di pane qui, in un deserto?». Mosè una volta aveva chiesto: “Dove prenderei della carne da dare a tutto questo popolo?” Numeri 11:13
Il cuore incredulo respinge Dio. Dio chiese a Mosè di fornire carne? Certamente no, e nessun uomo avrebbe potuto farlo. Né nessun uomo potrebbe nutrire quattromila persone in un luogo deserto.
Ma Dio era lì. Sì, fu Dio a dire per mezzo del Figlio come uomo su questa terra: “Io ho pietà di questa gente“. Era Dio Stesso che conosceva tutte le circostanze personali di ciascuno in questa grande folla affamata. Sapeva quanta strada avevano percorso e per quanto tempo avevano digiunato. Era consapevole di cosa sarebbe successo se tutte queste persone fossero tornate a casa senza mangiare. È Dio che si esprime con queste toccanti parole: “Se li rimando a casa digiuni, verranno meno per strada perché alcuni di loro sono venuti da lontano.”
Dio era lì, nella tenerezza di un amore che sapeva tener conto dei più piccoli dettagli della debolezza e dei bisogni della sua creatura. Egli era anche lì nella Sua onnipotenza con le Sue risorse illimitate, ed era lì per consentire ai Suoi discepoli di essere i depositari dei Suoi pensieri e i canali della Sua grazia. Di cosa avevano bisogno per poter compiere la loro missione? Dovevano essere qualcuno o fare qualcosa? No, dovevano solo vederLo e credere che Egli è onnipotente. Dovevano manifestare quella fede semplice che si affida a Dio per tutto e che trova in Lui le sue risorse.
Per rifletterlo, dobbiamo contemplarlo.
Comunione
Così è stato per i discepoli, e così è per noi. Se vogliamo servire come canali della grazia di Cristo dobbiamo avere comunione con Lui nel segreto delle nostre anime. Dobbiamo imparare da Lui, nutrirci di Lui, conoscere profondamente che cos’è la comunione con il suo cuore, essere abbastanza vicini a Lui da conoscere i segreti del suo pensiero e del suo amore. Per rifletterlo, dobbiamo contemplarlo. Se vogliamo agire come Lui, dobbiamo nutrirci di Lui, Egli deve abitare nei nostri cuori per fede.
Ciò che riempie i nostri cuori si manifesterà nelle nostre vite. Questo è un principio divino. Possiamo avere la testa piena di verità che escono in modo irrefrenabile dalle nostre labbra. Ma per essere canali di benedizione tra il Suo cuore e i cuori bisognosi che Egli pone sul nostro cammino, dobbiamo abbeverarci regolarmente alla sorgente del Suo amore. Altrimenti è impossibile. “Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno ” Giovanni 7:38.
Il versetto precedente ci dice il segreto: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. ” Giovanni 7:37. Affinché i fiumi scorrano, abbiamo bisogno di bere, è essenziale. Se ogni membro dell’assemblea di Dio sperimentasse la potenza di questo principio, saremmo testimoni di cose meravigliose! Ma cosa ci frena? È che spesso non siamo in stretta comunione con il nostro adorabile Signore e Salvatore. Il Suo desiderio è di servirsi di noi, proprio come ha usato i Suoi discepoli in questa occasione. Li radunò intorno a sé, e poi cercò di riversare nei loro cuori la compassione del suo cuore per fare in modo che potessero avere i Suoi stessi sentimenti. Questa è la qualifica morale richiesta per agire per Lui. Siamo certi che se il cuore è ricolmo di Cristo, non mancherà la capacità di agire.
Fede
Ahimè, quello che è successo ai discepoli accade anche a noi. Non sapevano come apprezzare e usare la potenza che il Signore metteva a loro disposizione. Dissero: “Come si potrebbe mai saziarli…?” quando avrebbero dovuto dire: “Abbiamo Cristo”. Lo hanno praticamente ignorato ed è quello che rischiamo di fare anche noi. Troviamo buone scuse per la nostra povertà spirituale, la nostra freddezza, la nostra indifferenza. Ci diciamo di non avere questo, né quello né altro. Ciò di cui abbiamo veramente bisogno è un cuore pieno di Cristo, dei Suoi pensieri, del Suo amore, della Sua tenera considerazione per gli altri, della Sua abnegazione. Ci lamentiamo della nostra mancanza di mezzi, quando ciò di cui abbiamo bisogno è che la nostra anima sia in buone condizioni. Questa condizione deriva da una stretta intimità con Cristo, dalla comunione attraverso il suo Spirito che ci disseta.
Il suo desiderio è di usarci.
Conclusione
Vorremmo vedere ogni membro del corpo di Cristo diventare un canale attraverso il quale la sua preziosa grazia può fluire verso tutti. Diffonderà così ristoro e fertilità nella sua scia, in contrasto con un cristiano che non gode della sua comunione*.
*Ricordiamoci che non dobbiamo aspettare passivamente che gli altri agiscano. Cerchiamo di essere attivi. Invece di lamentarci di non ricevere abbastanza amore, camminiamo nell’amore, manifestiamo amore, dicendo di nuovo a noi stessi: “Ho ricevuto ogni cosa e sono nell’abbondanza”.