Alla sua ombra 

di W.J. Hocking

Edizioni Il Messaggero Cristiano

“Qual è un melo tra gli alberi del bosco, tale è l’amico mio fra i giovani. Io desidero sedermi alla sua ombra, il suo frutto è dolce al mio palato” (Cantico dei Cantici 2:3).

Chi di noi, in mezzo all’agitazione delle nostre occupazioni quotidiane, non ha desiderato un momento di tranquillità? Qualche istante di riposo per riprendere fiato? Il fisico ne ha bisogno, ma noi credenti sappiamo che riposo ancora più dolce è quello di trovarsi vicino al nostro amato Signore e Maestro, di sederci “alla sua ombra”.

Ma molti non sanno trovare questa preziosa ombra. Cercano invano, lavorando duramente giorno dopo giorno, oppressi dal carico dei loro fastidi giornalieri. “Cercate e troverete”, diceva il Signore. Ma molti non trovano nulla perché invece di una Persona cercano un posto. Cristo stesso è il “melo”. Ai suoi piedi vi è riposo e felicità.

Dei cuori stanchi cercano il riposo nella solitudine della natura. Ma l’ombra che procura il riposo all’anima del credente non si trova lontano, fra le montagne o in qualche radura nascosta in mezzo alla foresta. Non c’è nessun vantaggio all’ombra misteriosa e solenne di qualche chiostro.

Alcuni si immergono definitivamente nella routine pacifica di un convento dove, liberi dai doveri e dalle responsabilità della vita, sperano sinceramente, ma invano, di trovare in quella specie di prigione terrena il riposo del cielo. Possono trovare, è vero, del riposo per il loro corpo e il loro spirito, ma non c’è riposo per il cuore all’infuori di Cristo stesso, di un Cristo conosciuto e gustato dall’uomo interiore.

Solo “l’ombra del melo”, che raffigura Cristo stesso, può soddisfare e ristorare i credenti affaticati. Dobbiamo cercare Colui che le nostre anime hanno imparato ad amare. Nessun altro e nient’altro può sostituirlo; allora diremo come la sposa del Cantico: “Ora mi alzerò e andrò attorno per la città, per le strade e per le piazze; cercherò il mio amore” (3:2); “Io desidero sedermi alla sua ombra” (2:3).

L’ombra, in senso figurativo, è citata spesso nelle Scritture. In generale rappresenta il soccorso e la protezione che Dio accorda a coloro che confidano in Lui. In Isaia 25:4-5 è il passaggio di una nuvola contro il calore torrido; in Isaia 32:2 è l’ombra di una grande roccia in un arido paese; qui, nel Cantico dei Cantici, è l’ombra ristoratrice di un melo con le sue foglie verdi e i suoi frutti deliziosi. Ma in tutti questi passi è rappresentata la stessa Persona, Colui che tutti i riscattati amano e adorano.

L’ombra! La ricerchiamo volentieri nei nostri paesi temperati, e godiamo riposarci sotto un grande albero; ma pensiamo a ciò che rappresenta in oriente, specialmente nei deserti descritti dalla Bibbia, dove il pellegrino non incontra nulla lungo la sua strada sotto cui ripararsi dall’ardore del sole; una minima zona d’ombra può rappresentare per lui la salvezza.

Molti credenti si affaticano nel cammino e sentono la stanchezza perché si sentono schiacciati dai problemi della vita. In casa, in ufficio, a scuola, nei campi, nella vita pubblica o privata, le energie vitali del nostro spirito e del nostro corpo sono costantemente impegnate. Il nostro organismo esige il riposo. Le condizioni della vita moderna sono una minaccia continua per la salute delle nostre anime. Il tempo, il pensiero, il denaro, le energie psicofisiche sono impegnati ben oltre a quanto crediamo di poter sopportare per raggiungere i nostri scopi. E molti fedeli figli di Dio sono talvolta così stanchi che fanno fatica a trovare un momento di tranquillità per la preghiera, la lode e la lettura della Bibbia.

Quante volte abbiamo scrutato l’orizzonte per vedere se non scorgevamo un piccolo angolo d’ombra. Avevamo dimenticato il nostro scudo e la nostra protezione, e avevamo proseguito la lotta, disperatamente, con le nostre sole forze. Ma a un certo punto, sfiniti, abbiamo gridato: “O tu che il mio cuore ama, dimmi dove conduci a pascolare il tuo gregge e dove lo fai riposare sul mezzogiorno” (Cantico dei cantici 1;7).

Com’è triste che un credente possa perdere il contatto personale con il Signore! Come è triste vederlo affrontare, con le sue sole forze, le responsabilità della vita, stressato e nervoso, trascinato dalla corrente irresistibile dei doveri quotidiani! Perché i figli di Dio mostrano così sovente, al mondo che li osserva, tanta debolezza, quando l’Onnipotente è lì, vicino a loro, per sostenerli, aiutarli ad attraversare le difficoltà, assicurare loro la vittoria su qualunque nemico? Perché insistiamo a voler lavorare sotto l’implacabile ardore del sole quando la freschezza della Sua ombra è vicino a noi, alla nostra portata? Alla sua ombra possiamo stare non solo per un momento, ma per sempre. “Chi abita al riparo dell’Altissimo riposa all’ombra dell’Onnipotente” (Salmo 91:1).

Quanta pace e che delizie all’ombra dell’Onnipotente! La comunione col Signore è un bene in se stesso ancora più prezioso che l’essere sollevati dai fastidi.

Sediamoci alla sua ombra e impareremo i segreti della sua Persona. Alla sua presenza capiremo ciò che Egli è in grado di fare; così come, quando inciampiamo nella folle corsa della vita, impariamo le lezioni umilianti di ciò che noi non siamo in grado di fare.

C’era dell’ombra sotto le palme di Elim per i pellegrini di altri tempi (Esodo 15:27). Oggi il Signore ci chiama ad un appuntamento con Lui; come diceva ai suoi discepoli, così ripete anche a noi: “Venitevene ora in disparte in un luogo solitario e riposatevi un poco” (Marco 6:31)

“Quand’anche io camminassi nella valle dell’ombra della morte io non temerei alcun male perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza” (Salmo 23:4).