“Capaci di capire i tempi”

di Alfredo Apicella

Nel cap. 12 del primo Libro delle Cronache c’è un interessante elenco di uomini che si recarono a Ebron per proclamare Davide re su tutto Israele, al posto di Saul. Erano “armati per la guerra”, “pronti a schierarsi in battaglia”, provenienti da tutte le tribù. Contavano circa 340.850 uomini. E’ scritto che “giunsero a Ebron con sincerità di cuore” (v. 39). Il loro scopo era unanimemente condiviso. La loro missione godeva l’appoggio della quasi totalità del popolo.

Nell’elenco che viene riportato di questi guerrieri, censiti per numero e per tribù, alcuni emergono per particolari caratteristiche. Erano tutti uomini di guerra, ma di alcuni è specificato che erano “forti e valorosi”; di altri, i figli di Efraim, che erano “di grande notorietà”. Tutti gli uomini di Zabulon erano “equipaggiati per il combattimento di tutte le armi da guerra”, ed è aggiunto che erano “pronti a impegnar l’azione con cuore risoluto”.

Anche noi, sebbene sotto un altro aspetto e in un diverso contesto, abbiamo il compito di proclamare le glorie e la dignità del nostro Signore. Anche in noi il Signore vuole vedere la sincerità di cuore e un cuore risoluto. Agli increduli, noi presentiamo Gesù Cristo come il Salvatore, ma già oggi lo acclamiamo come Re, Signore della nostra vita, aspettando il giorno non lontano in cui regnerà su tutte le nazioni della terra.

Fra i personaggi di 1 Cronache 12 c’è poi una segnalazione speciale che riguarda duecento capi e tutti i loro fratelli della tribù di Issacar: “Erano capaci di capire i tempi, in modo da sapere quello che Israele doveva fare” (v. 33). Era un dono speciale e anche abbastanza raro.

Capire i tempi è fondamentale anche oggi per discernere il momento in cui Dio agisce, per individuare il Suo piano, e per saper agire di conseguenza nel modo giusto e nel tempo giusto.

‒ Quando giunse il tempo della venuta del Messia, i Giudei non seppero discernerlo. Solo poche persone compresero il piano di Dio, il tempo dell’adempimento delle Sue promesse e la realizzazione delle previsioni de profeti; solo pochi ascoltarono i suggerimenti dello Spirito. Il popolo, nel suo insieme, non era pronto ad accoglierlo, nemmeno dopo la predicazione di Giovanni Battista che aveva lo scopo di preparare la strada al Messia nei cuori e nelle coscienze. L’incredulità oscurava la vista. Ciò che “occorreva per la loro pace” era nascosto ai loro occhi. Dio aveva visitato il Suo popolo, e non l’hanno capito. La divina potenza del Signore, le opere che compiva, le cose che diceva, non avrebbero dovuto lasciare alcun dubbio sulla Sua identità di Figlio di Dio e di Messia d’Israele. Come dirà il Signore nel Suo lamento su Gerusalemme: “Tu non hai conosciuto il tempo nel quale sei stata visitata”.

La gente guardava le nuvole e sapeva prevedere la pioggia, sentiva soffiare lo scirocco e prevedeva il caldo. Se il tramonto era rosso dicevano “Bel tempo”, e se al mattino il cielo era scuro dicevano “Oggi tempesta” (Luca 12:54-55, Matteo 16:2-3). L’aspetto del tempo lo sapevano discernere, ma “i segni dei tempi” non riuscivano a discernerli. Erano una “generazione malvagia e adultera”, e il Signore deve dire loro: “Ipocriti… come mai non sapete riconoscere questo tempo?”.

‒ Come in tutte le epoche, anche oggi Dio chiama ogni uomo, ogni donna, sia attraverso la predicazione dei credenti sia in qualcuno dei mille altri modi che Lui solo sa e può utilizzare. Dio propone a tutti il pentimento e la fede in Cristo, e offre il perdono a chi, accolto il Suo messaggio, si ravvede e crede. Per quelli che ascoltano la chiamata di Dio, quello è il momento decisivo, il giorno in cui Dio li visita (1 Pietro 2:12), il tempo in cui la grazia viene loro offerta; occasione unica e solenne che forse non si ripeterà più. Ma quanti sanno discernere quel giorno? Già Isaia, al popolo d’Israele indifferente e ribelle, diceva: “Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino” (55:6). E lo Spirito non si stanca di ripetere: “Eccolo ora il tempo favorevole, eccolo ora il giorno della salvezza” (2 Corinzi 6:2). “Oggi se udite la Sua voce, non indurite i vostri cuori” (Ebrei 3:15).

‒  “Il Signore è molto vicino”. Noi credenti dobbiamo saper discernere questo tempo e agire di conseguenza. Le occasioni per servire il Signore non mancano; se non riusciamo a vederle, chiediamogli aiuto e i nostri occhi si apriranno. Se le trascuriamo, distratti dalle cose del mondo, siamo come quelli che non sanno riconoscere il momento giusto, il tempo favorevole, e perdiamo delle opportunità che forse non si ripresenteranno.

Ma i nostri giorni sono anche “il momento cruciale” (Romani 13:11), il momento di svegliarsi dal sonno se ci siamo addormentati. Sono “il tempo” di gettare via le opere delle tenebre e indossare “le armi della luce” per una più reale santificazione, perché “la notte è avanzata e il giorno è vicino”.

‒  Anche in molti aspetti del servizio per il Signore dobbiamo saper “capire i tempi”. La Parola di Dio non cambia ed essa sola ha il potere, per l’azione dello Spirito, di convincere le anime. Guai a chi pensa che la si debba adattare alla cultura o alla morale corrente! Però, può cambiare il modo di presentarla, possono variare i metodi adattandoli al momento in cui si vive (*). Certi sistemi di evangelizzazione, molto utili un secolo fa, oggi risulterebbero inefficaci. Nelle nostre piazze, ben pochi si fermerebbero ad ascoltare un predicatore come avveniva un tempo. Però, conoscendo il tempo in cui viviamo, potremo approfittare, per esempio, di strumenti che la moderna tecnologia ci mette a disposizione. Radio, TV, Internet, usati con discernimento, e senza tralasciare la sempre efficace testimonianza individuale, permettono di raggiungere Paesi interi e di coprire le più grandi distanze. Amplificazioni e proiezioni possono facilitare il compito a chi presenta la Parola. Nei secoli scorsi si ascoltavano senza problemi lunghissimi sermoni, e si leggevano testi con linguaggio spesso ampolloso e sovrabbondante; ma oggi, coi metodi di insegnamento che abituano le nuove generazioni a ragionare per schemi e a scrivere in modo rapido e conciso, chi serve il Signore con saggezza saprà adeguarsi per ottenere il massimo risultato nell’edificazioni dei credenti e nell’annuncio del Vangelo.

‒ “Fin da bambino hai avuto conoscenza delle Sacre Scritture le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù” (2 Timoteo 3:15). Si tratta di Timoteo che era stato istruito nella Parola e allevato, fin da bambino, nel timore di Dio. La mamma e la nonna, donne dalla fede sincera (1:5), avevano saputo capire il tempo, capire che se le cose di Dio non vengono insegnate fin dall’infanzia, per i figli sarà poi molto difficile arrivare alla fede. E’ proprio l’infanzia il tempo per agire e per attaccare i loro cuori, ancora sensibili e recettivi, alla persona del Signore. Vi sono genitori credenti che ritengono di poter rimandare all’età dell’adolescenza l’educazione cristiana dei loro figli con l’idea che da piccoli non comprendano le cose di Dio; e non insistono nemmeno perché frequentino le riunioni dell’assemblea per paura che ne abbiano poi un rifiuto. Non sanno discernere i tempi! Lasciano passare gli anni migliori e sarà poi molto difficile ritrovare e ricuperare  le occasioni perdute.

‒ “Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa”, scrive l’Ecclesiaste, e “il cuore dell’uomo saggio lo sa” (Ecclesiaste 3:1, 8:5-6). Bisogna discernerlo questo tempo, per sapere come agire. Se parlo quando è tempo di parlare, le mie parole “dette a tempo” saranno come “frutti d’oro in vasi d’argento cesellato” (Proverbi 25:11); ma se parlo quando dovrei tacere non ci sarà nessun prezioso risultato. Chissà quante volte  ho pianto quand’era tempo di ridere, e ho raccolto quand’era tempo di buttar via!

‒ C’è “un tempo per nascere e un tempo per morire” (v. 2); c’è quindi anche un tempo per essere vecchi e per accettare quella condizione. Molte persone non si rassegnano all’avanzare degli anni e, sebbene anziani, si comportano da giovani, si vestono da giovani, usano il linguaggio dei giovani, diventando patetici e in molti casi ridicoli. Hanno dimenticato che per tutto c’è il suo tempo!

I figli di Issacar, dunque, erano “capaci di capire i tempi”, ma non tenevano per sé questo discernimento che Dio aveva dato loro. E’ scritto che, grazie alla loro capacità, Israele sapeva quel che doveva fare. Il loro dono, dunque, era messo al servizio del popolo di Dio. Che sia così anche fra noi! Chi ha maggiore discernimento aiuti colui che ne ha meno, dia consigli, esorti. Sarà un modo per mettere in pratica le parole di Ebrei 10:24: “Facciamo attenzione gli uni gli altri per incitarci all’amore e alle buone opere… esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno”!
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(*) Senza arrivare, ovviamente, ai cosiddetti “culti spettacolo” dove la Parola di Dio e il messaggio della grazia vengono svuotati della  loro sacralità e Dio è disonorato.

Edizioni Il Messaggero Cristiano

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