Giampiero Bulleri
“Nel principio Dio creò il cielo e la terra….” (Genesi 1:1). Così, con queste solenni parole, si apre la Bibbia. Dio si compiace di rivelarci quello che altrimenti non avremmo mai potuto conoscere. Dio creò. E’ un inizio o l’inizio? E’ certamente l’inizio delle cose materiali, la chiamata dei mondi all’esistenza.L’autore è Dio, che non ha tratto le cose che noi vediamo da cose apparenti (ossia che già esistevano, che già si vedevano) (Ebrei 11:3).“La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso…” (Genesi 1:2). Come mai? Dio l’aveva fatta così?Se qualcuno dicesse che Dante scrisse la Commedia, la rilesse e la giudicò un libro di nessun valore, ma che poi la rimaneggiò e ne venne fuori un grande capolavoro, non sarebbe molto strano?Ebbene, è difficile credere che la creazione riferita in Genesi 1:1 fosse inizialmente un lavoro caotico e che solo successivamente Dio abbia corretto la Sua opera e l’abbia resa “buona”, anzi, “molto buona”. E’ certamente più logico e più rispettoso nei confronti di Dio ritenere che la terra sia piombata in uno stato caotico, tanto da diventare informe e vuota, dopo essere stata creata. Ma è possibile conoscerne le cause? Sulle cause non possiamo fare altro che supposizioni. Si tratta della conseguenza della ribellione di Satana e dei suoi angeli? La Parola probabilmente non ci lascia totalmente nell’ignoranza, ma riteniamo che il successivo atto divino, cioè l’opera dei sei giorni, non sia, propriamente parlando, “la creazione” del mondo, ma la fondazione del mondo.Dopo la ribellione angelica che ha prodotto il caos, Dio è intervenuto e ha lavorato per rendere definitivamente stabile la terra. Penso che quest’intervento divino, descritto nell’opera dei sei giorni, sia proprio quel lavoro che rese stabile la terra, dandole una base sicura e duratura; quello che ci viene proposto nelle prime parole della Bibbia è come una figura del grande successivo intervento di Dio in Cristo, un lavoro enorme ma di cui Dio raccoglierà il frutto, e per sempre. Non avverrà più che qualcosa ne mini la stabilità, e non avverrà più che Dio, che si era compiaciuto nel Suo lavoro, che si era riposato e aveva definito tutto molto buono, debba interrompere il Suo riposo; al contrario, Egli potrà, con totale compiacimento e in un tempo senza fine, acquietarsi “nel Suo amore” (Sofonia 3:17). Nel primo capito della Genesi solo tre volte viene usato il verbo creare:- in Genesi 1:1 per la prima creazione, comprendente la materia, le cose visibili;- in Genesi 1:21 per il mondo animale;- in Genesi 1:27 per l’uomo.In tutti gli altri casi leggiamo che Dio fece non creò. A questo lavoro (di fondazione) si riferisce Ebrei 4:3 (*), e io penso che a quello stesso momento Dio stesso si riferisca in Giobbe 38:4-11. Anche l’intervento in amore a cui la Parola si riferisce nella seconda Lettera ai Corinzi (4:6), è un intervento divino per dividere il male dal bene, non un atto creativo.Si potrebbero dare molti altri riferimenti di questo tipo, tutti relativi a quello che Dio ha fatto dopo aver creato i cieli e la terra.Fondazione del mondo assume così il significato di sicurezza, piena garanzia, stabilità . In 1 Pietro 1:20 (*), l’Agnello era designato prima della fondazione del mondo, perché Dio avrebbe lavorato per il bene degli uomini solo sulla base di quello che il Signore Gesù, già designato, avrebbe poi fatto nel suo tempo. Per questo l’uomo non doveva lavorare il sabato; se lo avesse fatto sarebbe stato come dire che l’opera del Signore non era sufficientemente sicura, che il Suo lavoro non fosse stabile e che avrebbe richiesto l’intervento dell’uomo. Concludendo, di come appariva l’universo quando uscì dalla mano di Dio non ci viene detto nulla, ma mi pare rispettoso verso il Creatore pensare che la Sua immensa opera riflettesse qualcosa di Colui che l’aveva chiamata all’esistenza e che fosse grandiosa, ammirevole, capace di dare a Lui la gloria; come apparirà nel tempo senza fine, nel quale “Dio sarà tutto in tutti” (1 Corinzi 15:28), lo sapremo quando saremo col Signore!
(*) Il termine greco “kataboles” che ricorre in Ebrei 4:3 e 1 Pietro 1:20 è correttamente tradotto con fondazione, e non creazione, sia nella Versione Nuova Riveduta 2006 che nella Nuova Diodati (n.d.r.).