A. Apicella
Articolo tratto dal mensile IL MESSAGGERO CRISTIANO del 11-2019
Al termine del sesto giorno della creazione, Elohim, il Dio “Uno e Trino”, disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza” (Genesi 1:26). Così Dio “creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina… Dio li benedisse” (v. 27-28). “Il Signore Dio (Yhaveh- Elohim) prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino di Eden” (2:15).
Adamo re e custode della terra
L’immagine è la rappresentazione di una qualsiasi cosa concreta, di una persona o anche di un concetto. Non è esattamente uguale all’originale, non ne è una copia. Adamo era “a immagine” di Dio. Sulla terra, aveva la straordinaria funzione di rappresentare il grande Dio Creatore che è un Essere reale, ma che “nessun uomo ha veduto né può vedere” (1 Timoteo 1:17, 6:6). Doveva rappresentarlo, farlo conoscere nel corso del tempo e trasmettere alle generazioni che sarebbero seguite la consapevolezza della Sua esistenza e della Sua autorità.
La terra è stata fatta perché l’uomo potesse abitarla: “Il Dio che ha formato la terra, l’ha fatta, l’ha stabilita, non l’ha creata perché rimanesse deserta, ma l’ha formata perché fosse abitata” (Isaia 45:18). Le bellezze del nostro pianeta, l’incredibile varietà di funzioni, di forme e di colori, le ricchezze della superficie, dei mari, del sottosuolo, sono una prova evidente della potenza del Creatore. Tutto è stato previsto perché l’uomo potesse viverci, e viverci bene. Dio ha tanto amato questa creatura che ha fatto in modo che avesse di che nutrirsi, dissetarsi, ma anche, e questo è incredibile, soddisfare il suo senso del bello. “Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi” (2:9). Anche l’albero della conoscenza del bene e del male era “bello da vedere” (3:6).
L’uomo, insieme alla donna, era come un principe. Dio aveva detto loro “riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra” (1:28). Mi pare che in questo consista “l’immagine di Dio”, in questa sovranità che, seppure limitata alla terra e agli esseri terreni, rappresentava in qualche modo la sovranità universale di Dio. Fu Adamo che, su ordine di Dio, “diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi” (Genesi 1:20). L’autorità che gli era data era davvero grande.
La disubbidienza. Il peccato
Non sappiamo quanto tempo durò questo “paradiso” terrestre; ma sappiamo che un triste giorno Eva, e poi Adamo, istigati da Satana, disubbidirono al Creatore. Divennero diffidenti verso di Lui; considerarono ingiusta e motivata da egoismo e da astuzia la proibizione di mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male; Gli attribuirono una mancanza di sincerità e di amore. Ma, cosa altrettanto grave, ritennero Satana sincero, attendibile, degno di ascolto e di sottomissione. Fu una tragedia. Macchiati ormai dal peccato, un germe di ribellione e di inimicizia contro Dio si annidò nella loro coscienza e si trasmetterà poi a tutti i loro discendenti, noi compresi.
Così Adamo perse la dignità che Dio gli aveva conferita. Perse quella posizione di supremazia che gli consentiva di dominare su tutti gli esseri creati nella veste di principe; e Satana ne approfittò. Da quel momento divenne lui il “principe di questo mondo” (Giovanni 12:31, 14:30, 16:11).
Da quel momento, quell’immagine di Dio che l’uomo portava divenne una debole e pallida immagine, una rappresentazione imperfetta e contraddittoria. Ma l’immagine di Dio rimase perché, comunque sia, l’uomo è la più elevata delle Sue creature terrene; rimase come una sua responsabilità della quale Dio gli avrebbe chiesto conto (Genesi 9:6, 1 Corinzi 11:7, Giacomo 3:9).
Dopo il diluvio
Passato il diluvio (Genesi 9:1-7), su una terra in certo senso “ripulita”, Dio rinnova a Noè e alla sua famiglia, ma con delle sostanziali differenze, quel potere che l’uomo aveva ricevuto al principio nel suo stato di innocenza. “Tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo” sono dati in loro potere “con tutto ciò che striscia sulla terra e tutti i pesci del mare”. Ma la loro autorità non si sarebbe più esercitata in un’atmosfera di serenità e di pace. L’uomo non era più un nobile rappresentante del Creatore. Gli animali avrebbero avuto, da quel momento, “timore e spavento” di questo essere macchiato dal peccato e portatore, nella sua stessa natura, del germe di inimicizia e di ribellione contro Dio.
Inoltre, l’uomo per cibarsi avrebbe potuto uccidere “tutto ciò che si muove ed ha vita”, però senza mangiarne il sangue. Il sangue è la vita, e a Dio avrebbero dovuto rendere conto sia gli animali (v. 5) sia gli altri esseri umani se avessero sparso il sangue dell’uomo. Per che motivo? “Perché Dio ha fatto l’uomo a sua immagine” (v. 6).
Cristo, “immagine dell’invisibile Dio” (Colossesi 1:15)
Fu nel Suo Figlio, nell’Uomo Cristo Gesù, che Dio si trovò perfettamente rappresentato. Uomo senza peccato, il Signore Gesù era nello stesso tempo splendore della gloria di Dio e “impronta della Sua essenza” (Ebrei 1:3). “Egli portava nella Sua Persona, “tutta la pienezza della Deità” (Colossesi 2:9). Tutto quello che l’uomo ha perduto in fatto di dignità e di prestigio, Dio l’ha ritrovato in Lui come Uomo. In Lui, Dio è stato pienamente glorificato, sotto ogni aspetto. A Lui, come Figlio dell’uomo, il Padre ha dato “autorità di giudicare” (v. 27). “Sotto i Suoi piedi” ha posto ogni cosa. La supremazia di Cristo, a differenza di quella dell’uomo, si estende sull’universo intero e non avrà mai fine.
La somiglianza
L’uomo non è stato fatto soltanto a immagine di Dio, ma anche “conforme alla sua somiglianza”. Quando confrontiamo la nostra piccolezza e i nostri limiti alla grandezza infinita e alle perfezioni del nostro Creatore non è facile dire in cosa l’uomo sia simile al Creatore.
E’ scritto che l’intero nostro essere è costituito da “spirito, anima e corpo” (1 Tessalonicesi 5:23), ed è proprio lo “spirito” è quella parte che ci differenzia dagli animali. Non è attraverso l’anima (le emozioni, l’intelligenza, gli affetti…) che Dio ci parla, ma attraverso lo spirito. E’ tramite lo spirito che noi siamo in grado di collegarci con Lui; è attraverso lo spirito che lo Spirito Santo interviene, per esempio, attestando che, se abbiamo creduto, siamo figli di Dio (Romani 8:16). La Parola di Dio, vivente ed efficace, penetra “fino a dividere l’anima dallo spirito” (Ebrei 4:12). Nel Nuovo Testamento sono tante le allusioni allo spirito umano fatte sia dal Signore sia dagli apostoli nelle loro Lettere.
Ma possiamo fare un’altra riflessione. L’uomo e la donna hanno il potere di trasmettere la vita, hanno la possibilità di far esistere o non far esistere un essere umano, dotato di corpo, anima e spirito; destinato al cielo se crederà, o alla perdizione eterna se rifiuterà di credere. Come leggiamo in Giovanni 1:13, noi siamo nati “da volontà di carne e da volontà di uomo”: questo per quanto riguarda la prima creazione, quella terrena; ma siamo “nati da Dio”, siamo “opera sua”, “creati in Cristo Gesù” quando abbiamo creduto in Lui (Efesini 2:10).
Imitatori di Cristo
Se in quanto esseri umani, peccatori e colpevoli, l’immagine che diamo di Dio è, come abbiamo detto, pallida e imperfetta, un passo avanti possiamo farlo, come credenti in Cristo, se seguiamo le Sue orme e imitiamo il Suo cammino di Uomo perfetto sulla terra. Più assomigliamo a Lui, che è l’immagine del Dio invisibile, più ricuperiamo quell’immagine e quella somiglianza che era nei disegni di Dio quando ci ha creati. Credendo in Lui, abbiamo imparato a spogliarci “del vecchio uomo che si corrompe… e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio (lett. secondo Dio) ” (Efesini 4:23-24).
“E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore che è lo Spirito” (2 Corinzi 3:18).
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