Cristo il Capo del Corpo e il Signore di ogni credente

di Jan Philip Svetlik

Incarnazione, morte, resurrezione, ascensione e glorificazione, sono pietre miliari nel sentiero che il Signore ha intrapreso quando è entrato in questo mondo dicendo: “Ecco, vengo…per fare, o Dio, la tua volontà” (Ebrei 10:7). Attraverso la Sua morte ha posto il fondamento “per riunire in uno i figli di Dio dispersi” (Giovanni 11:52). Avendo acquistato la perla di gran valore (Matteo 13:46), il Padre Lo ha risuscitato dai morti e Gli ha dato gloria: è stato accolto in gloria, è stato fatto Signore e Cristo, ha ricevuto un nome che è al di sopra di ogni altro nome ed è ora coronato di gloria e di onore alla destra della Maestà nei luoghi altissimi.

L’incontro di Paolo con il Cristo glorificato
“Gesù il Nazareno” è il titolo che il Signore Gesù ha ricevuto dagli uomini come Colui che è stato disprezzato e rigettato e che portava gli insulti di coloro che oltraggiavano Dio in questo mondo (Salmo 69:9). Egli è stato la pietra rifiutata dagli uomini, ma agli occhi di Dio eletta e preziosa (1 Pietro 2:4).
Fu con questo titolo, “Gesù il Nazareno”, che Cristo glorificato si rivelò a Saulo di Tarso che, più tardi, definì se stesso il primo dei peccatori. Sulla strada per Damasco, improvvisamente Saulo vide una luce più splendente del sole che cambiò la sua vita (Atti 26:13).
Caduto a terra, Saulo udì una voce che diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” (Atti 26:14). Queste parole contengono la grande verità che i credenti su questa terra formano il Corpo di Cristo. Esso è unito in modo vitale al proprio Capo che si trova in cielo; questa è una preziosa verità che troviamo solo negli scritti dell’apostolo Paolo. La luce che vide e le cose che udì dal cielo avrebbero caratterizzato la sua predicazione come servo del Signore. Più tardi scriverà ai Corinzi: “Noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico Corpo” (1 Corinzi 12:13). Sebbene i cristiani siano salvati singolarmente, attraverso lo Spirito Santo essi vengono uniti alla Chiesa di Dio che è il Corpo di Cristo. Nell’epistola ai Colossesi Paolo sottolinea la supremazia di Cristo dicendo: “Egli è il Capo del Corpo, cioè della Chiesa” (Colossesi 1:18). Dal giorno della Pentecoste fino a quello del rapimento della Chiesa, i credenti vengono annessi come membri di un unico Corpo dallo Spirito e quindi inseparabilmente legati all’unico Capo che si trova in cielo.

Le parole, “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” (Atti 26:14) sono un incredibile incoraggiamento per i nostri cuori. Come Capo del Corpo, Cristo si identifica con i membri del Corpo nelle loro sofferenze. Se le parole di Zaccaria, “chi tocca voi, tocca la pupilla dell’occhio suo” (Zaccaria 2:8) erano già vere per Israele, il popolo terreno di Dio, quanto più lo saranno per il Suo popolo celeste: la Chiesa.

La grandezza del Capo
La testa è la parte più nobile e importante dell’uomo, è il luogo dove risiede la mente e l’intelletto e la parte che si prende cura di provvedere al cibo per tutto il Corpo. La testa quindi ci parla di autorità, controllo ed approvvigionamento. Come Capo del Corpo, Cristo ha autorità su di esso, lo controlla e se ne prende cura. L’epistola ai Colossesi ci presenta la grandezza del Capo che è il Figlio dell’amore del Padre, nel quale abbiamo la redenzione. Egli è l’immagine del Dio invisibile che rapportandosi alla creazione assume il ruolo di primogenito rispetto ad essa. Egli è il creatore per mezzo del quale e per il quale ogni cosa è stata creata (Colossesi 1:12-18).

L’importanza delle giunture e dei legamenti nel Corpo
Nella lettera ai Colossesi leggiamo ancora a riguardo del Capo: “da cui tutto il Corpo, ben fornito e congiunto insieme mediante le giunture e i legamenti, progredisce nella crescita voluta da Dio” (Colossesi 2:19). Attraverso le giunture e i legamenti forniti dal Capo può essere svolto il ministero che provvede alla crescita divina del Corpo. Nel nostro Corpo naturale le giunture creano quei collegamenti, fra i vari membri, che risultano necessari per muoversi. Allo stesso modo nel Corpo di Cristo, solo quando i credenti godono di una buona relazione gli uni con gli altri, ci sarà quel ministero tale da produrre l’edificazione del Corpo. I legamenti ci parlano della coesione e supporto fra le varie membra. Essi ci mostrano l’importanza dell’amore e dell’unità fra coloro che formano il Corpo di Cristo. L’amore, il vincolo della perfezione (Colossesi 3:14), edifica il Corpo (Efesini 4:16) e serve come testimonianza a Cristo in questo mondo (Giovanni 13:35). Inoltre, i credenti sono chiamati ad un cammino in conformità a Cristo usando tutta la diligenza possibile per conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace (Efesini 4:3). Esercitiamo la funzione di giunture e legamenti con i credenti con cui siamo in relazione?

Doni dati dal Cristo glorificato
L’Epistola agli Efesini mette in evidenza il piano di Dio riguardo alle benedizioni che appartengono ai santi in quanto uniti a Cristo il loro Capo. Efesini 4:15-16, mostra il Capo sia come sorgente e obbiettivo per la crescita del Corpo. Oggi Egli fornisce alcuni come evangelisti, altri come pastori e dottori come doni alla Chiesa e per aiutare i santi per l’edificazione del Corpo (Efesini 4:11)*. Attraverso le risorse che provengono dalle articolazioni, il nostro Corpo cresce a somiglianza di Colui che è sempre lo stesso: Cristo il Capo (Efesini 4:15). Questa è la nostra testimonianza in questo mondo.
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*Dio ha utilizzato apostoli e profeti per scrivere il Nuovo Testamento, attraverso il loro ministero gettando quel fondamento spirituale sul quale siamo stati edificati. Dopo che il fondamento è stato posto questi due doni hanno cessato di esistere.

Cristo non solo ha provveduto dando alla Chiesa dei doni attraverso alcuni uomini, come abbiamo visto in Efesini 4:11, ma Egli ha dato almeno un dono di grazia a ogni credente (1 Pietro 4:10). Leggendo in 1 Corinzi 12 apprendiamo due grandi verità riguardo al Corpo: unità e diversità. Il Corpo è formato da molte membra diverse fra loro, ma sono, nello stesso tempo, un tutt’uno e guidate dall’unico e stesso Spirito. Ogni credente ha un posto ed una funzione speciale all’interno del Corpo ed è un amministratore del dono o dei doni di grazia che ha ricevuto (1 Pietro 4:10). Ciò che ci è stato dato deve essere usato in vista e per il beneficio dell’intero Corpo (Romani 12:4-5). Come i Leviti, nel Vecchio Testamento, avevano incarichi diversi, ma venivano tutti svolti per il servizio del Tabernacolo, così il servizio di ogni cristiano dovrebbe essere fatto in vista dell’edificazione della Chiesa.

Cristo come Capo e Signore
Come Capo glorificato, Cristo è la sorgente di benedizione per tutto il Corpo ed è in contatto diretto con ogni singolo membro, che riceve le istruzioni direttamente dal Capo, e non dagli altri membri, per i compiti che dovrà svolgere nel Corpo. A questo punto il carattere di Cristo come Capo e Signore sembrano sovrapporsi l’una all’altro. Tuttavia il carattere di Capo ha maggiormente in vista l’aspetto collettivo dei membri (Corpo), il compito che essi possono svolgere insieme sotto la guida e l’autorità del Capo glorificato per il corretto funzionamento e la benedizione del Corpo. L’enfasi del carattere di Signore è sull’obbedienza individuale di ogni credente e la responsabilità che egli ha davanti al Signore. D’altro canto, il Capo è messo in correlazione con il corpo e il Signore con il servo.
Quando il Signore Gesù rivelò Se Stesso sulla via di Damasco, Saulo immediatamente si sottomise alla Signoria di Cristo. “Chi sei, Signore?” e “Signore, che devo fare?” (Atti 22:8, 10), furono le prime due domande che pose, quando ancora giaceva nella polvere. La realizzazione della grandezza di Cristo, la quale include la Sua guida come Capo e Signoria, dovrebbe condurre ognuno di noi alla stessa domanda: “Che cosa devo fare Signore?”.

Tradotto e adattato da Truth&Testimony n. 2-2017