La Creazione – una breve riflessione

di J. A. Monard

Articolo tratto dal mensile IL MESSAGGERO CRISTIANO del 04-2017

“Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla Parola di Dio” (Ebrei 11:3)

Fin dal primo capitolo la Bibbia ci presenta Dio che chiama le cose all’esistenza per mezzo di una semplice parola: “Dio disse…” (Genesi 1:3, 6…). “Egli parlò e la cosa  fu” (Salmo 33:9). La fede si inchina davanti all’autorità di questa parola onnipotente e non ha bisogno di nessuna spiegazione scientifica, filosofica o altro; “per fede comprendiamo”.

I primi versetti dell’Evangelo di Giovanni ci presentano in modo meraviglioso la gloria del Figlio di Dio, Colui che è “la parola” di Dio. Leggiamo che tutte le cose create sono state fatte per mezzo di Lui. È quello che ci confermano i primi versetti della Lettera agli Ebrei aggiungendo anche che il Figlio di Dio sostiene tutte le cose con la parola della Sua potenza (Ebrei 1:3), stabilendo così il fatto che il Creatore agisce in modo permanente nella creazione.

Le Scritture attirano la nostra attenzione sulla testimonianza universale e costante che la creazione costituisce per ogni essere umano. “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani” (Salmo 19:1). Tutta la creazione, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, manifesta la potenza e la saggezza di Dio. Quanto sono numerose le tue opere, SIGNORE! Tu le hai fatte tutte con sapienza; la terra è piena delle tue ricchezze” (Salmo 104:24).

Anche senza tutta la rivelazione scritta di Dio, l’uomo è dunque responsabile di riconoscere la gloria divina nella creazione e di inchinarsi davanti al Creatore; “infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili” (Romani 1:20; cfr. Atti 14:17).

Nel suo allontanamento da Dio, l’uomo ha cercato in molte maniere di mettere da parte questa testimonianza; e uno dei successi di Satana a questo riguardo è stata l’elaborazione di teorie apparentemente scientifiche che pretendono di spiegare l’esistenza di numerose specie di esseri viventi (piante e animali) per mezzo di un sistema di trasformazione progressiva. Non ci soffermiamo sugli errori di queste teorie, ma evidenziamo anzitutto due punti essenziali del racconto di Genesi 1:

  1. Dio crea, o chiama all’esistenza, le piante e gli animali “secondo la loro specie” (espressione ripetuta diverse volte); questo esclude ogni idea di diversificazione delle specie per trasformazione, vale a dire ogni teoria evoluzionista.
  2. Dio crea l’uomo in modo completamente distinto dagli animali, e unico nel suo genere. Lo crea a “Sua immagine e somiglianza” e gli conferisce una posizione di autorità sul resto della creazione (26-28). Il capitolo seguente precisa: “Dio il SIGNORE formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente” (2:7). L’uomo non è dunque il discendente di un animale, scimmia antropomorfa o altro. Le sembianze biologiche fra certi animali e gli uomini non hanno niente di sconcertante: abbiamo lo stesso Creatore!

Le leggi della natura.

Osservando l’universo nel quale vivono, e utilizzando le facoltà intellettuali che il Creatore ha dato loro, gli studiosi hanno scoperto che la natura obbedisce a delle leggi. I fenomeni si svolgono non in modo caotico e arbitrario, ma seguendo delle regole ben precise di cui gli uomini hanno progressivamente preso coscienza e che hanno tentato di teorizzare. La scoperta, l’enunciazione, la verifica e l’applicazione di queste regole costituiscono quello che viene chiamata “scienza”. Coloro che si sono impegnati in questo, incessantemente avidi di nuove scoperte, cercano di perfezionare le loro teorie e di comprendere sempre  meglio il funzionamento dell’universo.

Tuttavia, l’enunciazione delle leggi della natura resta sempre un’approssimazione, qualche volta appena sufficiente per potersi rendere conto di quello che si osserva nella realtà, ma che non spiega la realtà profonda delle cose. D’altronde, possiamo ben pensare che la complessità delle leggi naturali rende impossibile una completa enunciazione.

Il termine “scienza” riguarda conoscenze e attività diverse:

Da un lato vi sono le scienze che descrivono con grande precisione il funzionamento e la natura delle cose che circondano l’uomo. Queste scienze sono alla base della tecnica degli apparecchi e delle macchine di cui ci serviamo abitualmente – lampade, orologi, telefono, auto ecc. – Il funzionamento di questi oggetti è possibile perché la natura obbedisce a determinate leggi  che gli uomini hanno imparato, in una certa misura, a conoscere e utilizzare. Questo utilizzo, se fatto nel rispetto del Creatore e della creazione, non è contrario alla volontà di Dio; rientra nel ruolo che ci è stato dato fino dall’inizio: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra, rendetevela soggetta” (Genesi 1:28).

All’opposto, altre scienze sono il risultato degli sforzi dello spirito umano per tentare di penetrare nei misteri di domini che sono molto lontani da lui, lontani per distanza, tempo o dimensione. In tali ambiti, l’osservazione diventa difficile, frammentaria e indiretta, e la verifica è sovente impossibile. Le teorie risultano allora molto fragili tanto che si vedono nascere, scontrarsi per qualche tempo con altre, e poi morire. È evidente che a questa categoria appartengono le scienze che cercano di spiegare la storia della creazione. Non lasciamoci turbare da ragionamenti pericolosi.

Torniamo a quello che riguarda più direttamente noi credenti. La creazione – creazione che rende testimonianza della gloria di Dio – non consiste soltanto negli innumerevoli e ammirevoli oggetti che essa contiene, ma nelle leggi che condizionano la loro stessa esistenza e che governano il loro funzionamento. Le leggi della natura fanno parte della creazione tanto quanto gli oggetti della natura. Il funzionamento dell’universo è, anch’esso, una testimonianza alla saggezza e alla potenza di Dio.

Questo si rileva chiaramente da diversi passi che evocano l’esistenza di tali leggi, e la gloria di Dio che in esse noi dobbiamo vedere. Dio chiede a Giobbe: “Puoi tu, al suo tempo, far apparire le costellazioni e guidare l’Orsa maggiore insieme ai suoi piccini? Conosci le leggi del cielo?” (Giobbe 38:32-33). La saggezza di Dio si è manifestata “quando diede una legge alla pioggia e tracciò la strada al lampo dei tuoni” (28:26). Il Libro dei Salmi, con un linguaggio poetico, presenta, nel funzionamento della creazione, la gloria di Dio. Abbiamo il movimento maestoso e regolare del sole (Salmo 19:5-6); Dio “ha fatto la luna per stabilire le stagioni, il sole conosce l’ora del suo tramonto” (Salmo 104:19). “Le leggi della luna e delle stelle” e “le leggi dei cieli e della terra” sono talmente stabili che Dio le cita come termini di paragone quando parla della Sua fedeltà verso il Suo popolo (Geremia 31:35-36;  33:25-26).

Molti credenti, per la loro professione o i loro studi, vengono in contatto con le meraviglie della natura messe in evidenza dalla ricerca scientifica. Che sappiano ammirare la grandezza e la gloria di Colui che ha ordinato tutto con una saggezza perfetta! Che siano incoraggiati dai diversi passi della Parola che mettono in evidenza tutto questo! Fra questi citiamo: Giobbe da  36:24  a 37:18;  38:22-30 per i fenomeni atmosferici; Giobbe dal cap. 39 al 41 e Salmo 104:10-31 per le meraviglie della creazione degli esseri viventi. Quando pensiamo allo sviluppo di un embrione condividiamo lo stupore di Davide: “Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre.  Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere, e l’anima mia lo sa molto bene. Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra” (Salmo 139:13-15).

La potenza e la saggezza del Dio Creatore, insieme al Suo amore meraviglioso, sono un potente incoraggiamento per il credente. L’uomo di fede si appoggia su Dio che mostra la Sua grandezza e la Sua bontà nella creazione e per il quale niente è troppo difficile. “Non avete riflettuto sulla fondazione della terra? Egli è assiso sulla volta della terra, da lì gli abitanti appaiono come cavallette” (Is. 40:21-22 cfr. 26-31). “Ah, Signore, DIO! Ecco, tu hai fatto il cielo e la terra con la tua gran potenza e con il tuo braccio steso; non c’è nulla di troppo difficile per te” (Geremia 32:17).

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