La via del deserto

di G. V. Wigram

“Quando il faraone ebbe lasciato andare il popolo, Dio non lo condusse per la via del paese dei Filistei, benché fosse vicina; Dio fece fare al popolo un giro per la via del deserto, verso il Mar Rosso” (Esodo 13:17-18).

Non è a caso che Dio ha condotto il Suo popolo non per la via più breve, ma per la via del deserto. In essa non vi era per il popolo alcuna risorsa naturale e ciò esigeva un’assoluta dipendenza da Dio. Allo stesso modo ha diretto e tracciato le nostre circostanze, in modo tale che non possiamo attraversarle senza Lui. Parlando della propria vita alcuni possono dire: «Questo mi è accaduto per il peccato di qualcun altro». Non dovremmo mai pensare così, ma capire che questo viene da Dio. Egli permette molte situazioni perché ci rendiamo conto che non possiamo attraversarle senza di Lui. Che differenza tra pensare che tutto sia contro di noi e riconoscere, invece, che Dio ha disposto così! Se pensiamo che abbiamo a che fare con Dio, le difficoltà saranno appianate; ma se lo escludiamo, il cammino diventerà impraticabile. Se qualcuno di noi si ammala, ci rivolgiamo innanzi tutto a Dio o al dottore? Se il dottore pensa che la malattia sia grave, qual è la nostra prima preoccupazione? La sua diagnosi o chiederci qual è lo scopo di Dio in quella circostanza? In tali casi possiamo ricorrere a mezzi umani, ma il credente non deve farlo nell’indipendenza da Dio. La lode raggiunge il massimo della purezza quando si ringrazia Dio per averci accompagnati attraverso la prova. Rendere grazie per dei benefici ricevuti non è mai così profondo come quando si è riconoscenti in circostanze che non piacciono. Tutto diventa più facile quando ci appoggiamo sul fatto che l’amore del Signore si esercita verso di noi nella prova. Allora questo amore renderà dolce ciò che è amaro!

 

Tratto da Le Seigneur est proche