Tratto da “Vue d’ensemble de l’Ancien Testament” di Arend Remmers
Pubblicato da EBLC Ἐditions Bibles Et Littérature Chrétienne Vevey
Il libro di Giosuè
24 Capitoli
1. Autore e data di redazione
Nessun passo menziona Giosuè come autore del libro che porta il suo nome. Comunque, dai tempi più antichi, i Giudei gliene hanno attribuito la redazione. Secondo il Talmud l’intero testo sarebbe stato redatto per mano di Giosuè, tranne gli ultimi versetti (29-33 del cap.24) che sarebbero stati aggiunti da Fineas.
In Giosuè 24 leggiamo “Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge di Dio” (v.26); in altri termini, egli scrisse un documento e lo unì al libro della legge dato da Mosè al popolo. Aggiunto al fatto che numerosi avvenimenti sono stati verosimilmente riportati da un testimone oculare, questo versetto attesta la qualità di autore di Giosuè (cfr Giosuè 6:25;15:63).
Giosuè (il suo nome significa “Dio è salvatore”) era il più qualificato per succedere a Mosè nel paese di Canaan. Già da giovane era a fianco di Mosè; è lui che ha condotto il combattimento contro Amalek(Esodo 17:9); salì con Mosè sul monte Oreb (Esodo 24:13); Giosuè era tra le dodici spie inviate per esplorare Canaan (Numeri 13) e infine secondo l’ordine di Dio, egli fu chiamato a succedere a Mosè (Numeri 27:18 seg.; Deut. 31:1-8).
Il libro di Giosuè copre il periodo che si estende dall’entrata nel paese di Canaan (verso 1406 a.C.) alla morte di Giosuè qualche decina d’anni più tardi.
2. Il suo scopo
Il libro di Giosuè descrive l’attraversata del Giordano da parte del popolo di Israele, poi la conquista di Canaan e la divisione tra le dodici tribù. Israele ricevette la terra promessa secondo la parola che Dio aveva pronunciato ad Abramo (Genesi 13:14-17;15:7,16). Ma per possederlo il popolo doveva manifestare l’obbedienza e la potenza della fede.
Questa parte della parola ci mostra in figura come i credenti nella potenza dello Spirito si appropriamo delle benedizioni di Dio. Il passaggio del Giordano non dà soltanto, come lo fa quello del Mar Rosso, un’immagine della morte e della risurrezione di Cristo per il credente; noi possiamo vedervi in figura anche la risurrezione del credente con Cristo (Efesini 2:6; Colossesi 3:1). Il paese di Canaan è una figura delle benedizioni spirituali nei luoghi celesti in Cristo (Efesini 1:3). Di conseguenza le guerre di Israele contro i Cananei pagani presentano in figura il combattimento del credente contro le potenze spirituali della malvagità nei luoghi celesti (Efesini 6:12).
Da questo si può dedurre che, nel N.T., l’epistola agli Efesini corrisponde al libro di Giosuè.
3. Le particolarità
a) Lo sterminio dei Cananei
Leggendo il comandamento dell’Eterno a Israele di sterminare tutti i Cananei, numerose persone provano delle difficoltà, in quanto questo ordine appare crudele e in comprensibile. Eppure, nel capitolo 15 della Genesi, Dio aveva detto ad Abramo: ”L’iniquità degli Amorei non è ancora giunta al colmo” (v.16). Gli Amorei costituivano uno dei popoli principali di Canaan. L’idolatria dei Cananei con le loro divinità Baal (“Signore”), Moloc (“Re”) e Astarte (“Sposa”) era legata a dei terribili eccessi di immoralità, come i sacrifici di bambini e la prostituzione. Malgrado questo, durante 400 anni, Dio usò ancora grazia verso queste nazioni; quando Israele entrò in Canaan lo sterminio di queste popolazioni idolatre si impose come un dovere spirituale. Da una parte Dio si servì di Israele per punire la malvagità dio queste nazioni (cfr Deut. 9:4-5;18:10-12); gli Israeliti furono lo strumento nella mano per la realizzazione dei suoi scopi morali (Sodoma e Gomorra erano state ugualmente annientate da Dio per motivi simili, senza intervento umano). D’altra parte, perché il popolo di Dio fosse preservato dall’adottare dei comportamenti colpevoli e fosse preservato nella purezza, la distruzione delle nazioni idolatre era necessaria.
Tristemente la disubbidienza degli Israeliti a questo riguardo ha avuto per conseguenza l’introduzione dell’idolatria in mezzo a loro. Il credente è chiamato a togliere ogni male dalla sua vita (1 Cor. 5:7; 2 Cor.7:1;Col.3:5; 2 Tim.2:21).
b) il giorno più lungo Giosuè 10:7-14
Nell’episodio del combattimento contro gli Amorei, alla richiesta di Giosuè, l’Eterno fermò il sole e la luna un giorno intero, fino a che i nemici non furono sconfitti. Contemporaneamente delle grosse pietre caddero dal cielo. Sono state date diverse spiegazioni a questo miracolo:
- A torto alcuni esegeti evocano il prolungamento soltanto apparente di un giorno. Nel corso di questo gli Israeliti che non possedevano evidentemente degli orologi, avrebbero compiuto un’impresa che normalmente avrebbe necessitato di un tempo di esecuzione più lungo. In questo senso il miracolo sarebbe stato soltanto di natura psicologica, e gli Israeliti avrebbero tratto vantaggio da ua pioggia di grandine.
- In alcuni vecchi racconti cinesi, indiani e egiziani si trova la menzione di un giorno particolarmente lungo e le leggende degli indiani del sud America fanno menzione della durata inusuale di una notte. Se la grandine consisteva veramente in pietre si potrebbe pensare ad una catastrofe cosmica che abbia provocato un rallentamento o un cambiamento nella rotazione della terra. Ne sarebbe risultato un giorno durante il quale il sole avrebbe brillato più a lungo rispetto alla norma, allo stesso tempo l’altra metà della terra sarebbe rimasta un tempo prolungato nella notte.
Per coloro che credono all’ispirazione di tutta la parola di Dio non esiste il minimo dubbio riguardo al carattere divino di questo miracolo. Il pensiero che il Creatore e il Conservatore di tutte le cose non sarebbe capace di compiere un tale miracolo, poiché questo è un miracolo, fa ravvisare dell’incredulità. “Il Signore fa tutto ciò che gli piace, in cielo ed in terra e nei mari ed in tutti gli oceani” Salmo 135:6.
c) Ghilgal
Un fatto caratteristico e degno di essere rimarcato che emerge dalla lettura del libro di Giosuè: Il continuo ritorno del popolo a Ghilgal, il luogo della circoncisione. Al momento della circoncisione nel paese di Canaan, l’infamia di Egitto fu tolta di dosso ad Israele. Nel Nuovo Testamento il significato spirituale della circoncisione per il credente è spiegato in Filippesi 3:3 e in Colossesi 3:5-11. Il ritorno a Ghilgal parla della realizzazione pratica rinnovata ogni giorno, del fatto che la carne di peccato non possiede più alcun diritto di esistere nel credente resuscitato con Cristo. Vedere Giosuè 5:1-10;9:6;10:6-15;14:6.
4. Breve analisi del contenuto
I. Giosuè 1-12: La conquista del paese di Canaan
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- Capitoli 1 a 5 il passaggio del Giordano
Capitolo 1 Giosuè il nuovo conduttore di Israele
Capitolo 2 Raab e le due spie
Capitolo 3 l’attraversata del Giordano
Capitolo 4 Le pietre commemorative del Giordano
Capitolo 5 La circoncisione a Ghilgal e la pasqua
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- Capitolo 6 a 12 La conquista del paese di Canaan
Capitolo 6 La presa di Gerico
Capitolo 7 Il peccato di Acan e le sue conseguenze
Capitolo 8 La vittoria di Ai, l’altare sulla montagna di Ebal
Capitolo 9 L’inganno dei Gabaoniti
Capitolo 10 La disfatta dei re a sud di Canaan
Capitolo 11 La disfatta dei re a nord di Canaan
Capitolo 12 l’enumerazione dei re vinti nelle 2 sponde del Giordano
II. Giosuè 13-22: La divisione del paese di Canaan tra le dodici tribù
Capitolo13 L’ordine di Dio e le 2 tribù e mezzo
Capitolo 14 Caleb riceve Ebron come eredità
Capitolo 15 l’eredità della tribù di Giuda
Capitolo 16 e 17 L’eredità dei figli di Giuseppe (Efraim e Manasse)
Capitolo 18 la tenda di convegno eretta a Silo; l’eredità di Beniamino
Capitolo 19 l’eredità di Simeone, Zabulon, Issacar, Ascer, Neftali e Dan
Capitolo 20 Le sei città rifugio per l’omicida
Capitolo 21 Le 48 città per i Leviti
Capitolo 22 Il ritorno delle due tribù e mezzo e l’altare alla loro eredità e l’altare al di là del Giordano
III. Giosuè 23- 24 La fine della vita di Giosuè
Capitolo 23 Esortazione di Giosuè ai capi delle tribù
Capitolo 24 alleanza di Giosuè con il popolo a Sichem e morte di Giosuè
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