Il libro è suddiviso in 13 capitoli
1) Destinatari, autore e data di redazione
L’assemblea a Corinto era stata costituita negli anni dal 51 al 54 d.C., per mezzo del lavoro di Paolo durante il secondo viaggio missionario (2 Corinzi 1:19, vedere le indicazioni già inserite per la prima lettera). Questa chiesa locale era scivolata in uno stato spirituale così negativo che Paolo, dopo una prima lettera molto severa, dovette scrivere una seconda volta a questi credenti. Mentre la prima lettera è indirizzata oltre che alla Chiesa di Dio che è in Corinto anche a quelli che “in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo”, la seconda si indirizza all’assemblea di Dio che è in Corinto e a tutti i santi “che sono in tutta l’Acaia”, una provincia greca situata a nord del Peloponneso. La differenza di carattere tra le due lettere appare già dall’indirizzo.
Nella prima lettera ai Corinzi, Paolo menziona otto volte il suo nome; nella seconda, soltanto due volte (cap. 1:1; 10:1). Praticamente tutti i ricercatori, anche tra i più critici, ammettono che Paolo è l’autore di questa epistola, seppure molti stimino che i capitoli da 6:14 a 7:1 e da 10 a 13 (definita la lettera in quattro capitoli) siano stati scritti da lui in altri momenti e siano stati aggiunti più tardi. Questa lettera è già menzionata da Policarpo (circa 150- 215 d.C.). Atenagora la segnala come apostolica; Ireneo (circa 140 – 202 d.C.) e Clemente di Alessandria (150 -215 d. C.) tra gli altri la citano espressamente.
Nel corso del suo terzo viaggio missionario (circa 54-58 d. C.), dopo l’invio della sua prima lettera, Paolo aveva l’intenzione di recarsi a Corinto più rapidamente possibile (1 Corinzi 16:5-6; 2 Corinzi 1:15).
Senza dubbio a seguito delle notizie negative trasmesse da Timoteo al suo ritorno, dopo aver portato la prima lettera (1 Corinzi 4:17; 16:10; 2 Corinzi 1:1) , Paolo rinunciò a questo piano. Egli aveva innanzitutto inviato Tito a Corinto. Egli da una parte doveva esaminare lo sviluppo della situazione dell’assemblea in questa città e, d’altra parte, preparare la colletta già annunciata in 1 Corinzi 16:1-4 in favore dei fratelli e delle sorelle poveri che vivevano in Giudea e a Gerusalemme (2 Corinzi 8:6).
Nel frattempo, Paolo aveva lasciato Efeso (senza dubbio a causa della sommossa descritta in Atti 19:23-41, confronta 2 Corinzi 1:8). Egli annunciò subito l’evangelo in Troade; non trovando requie nel suo spirito, partì per la Macedonia dove riuscì ad incontrare Tito (2 Corinzi 2:12-13; 7:6). In seguito alla relazione da parte di quest’ultimo, che riportava cose buone su alcuni punti e meno buone su altri, Paolo scrisse dalla Macedonia la seconda lettera ai Corinzi (2 Corinzi 9:2-4); questa verosimilmente fu portata da Tito ai suoi destinatari (2 Corinzi 8:16-18). Si può attribuire come data di redazione lo stesso anno della prima, vale a dire il 57 d.C. circa.
2) Soggetto e scopo
La seconda lettera ai Corinzi è considerata tra le più difficili del Nuovo Testamento. Insieme a quella ai Filippesi, essa contiene alcune tra le maggiori testimonianze personali dell’apostolo Paolo. Contrariamente alla prima lettera ai Corinzi, contiene pochi riferimenti a soggetti dottrinali; d’altro canto contiene numerosi passi che esprimono i sentimenti personale dell’apostolo. Mentre la prima lettera ha un carattere marcatamente autoritario e dottrinale, la seconda pone di più davanti al lettore le motivazioni interiori del servizio di Paolo per il suo Signore (per esempio 2 Corinzi 1:12 e seg.; 5:14; 12:19) e il desiderio profondo dell’apostolo, riguardo ad un pieno ristabilimento della comunione con i Corinzi (per esempio 2 Corinzi 2:1 e seg. ; 6:1 e seg. e 7:2 e seg.), così le parole servizio (o ministerio, amministrazione), “consolazione” e “consolare” ritornano in questa lettera molto più spesso rispetto alle altre lettere di Paolo. Al momento del suo incontro con Tito, Paolo aveva appreso che dopo la sua prima lettera, molte cose a Corinto erano migliorate (2 Corinzi 7:6-16).
L’assemblea, nel suo cordoglio, aveva tolto il malvagio di mezzo ad essa, cioè il peccatore menzionato nel capitolo 5 della prima epistola (2 Corinzi 7:8-12). Così Paolo, a questo punto, esorta i Corinzi a manifestare d’ora in avanti la grazia verso quest’uomo, poiché si era pentito ed era ritornato dal suo allontanamento (2 Corinzi 2:5-11). Nei primi sette capitoli, l’apostolo parla molto dei motivi che lo avevano spinto ad agire, mostrando che il Signore Gesù Cristo ne era l’origine (2 Corinzi 1:20-22; 2:14-17; 3:18; 4:4-18; 5:7-21). Nella seconda parte della sua lettera (capitoli 8 e 9), tratta esclusivamente della colletta per i poveri in Giudea, già menzionata nel capitolo 16 della prima epistola. Questo servizio gli stava sempre molto a cuore (cfr. Galati 2:10; Romani 15:25-28). L’apostolo cerca costantemente di toccare il cuore e i sentimenti dei Corinzi. Nella terza parte (capitolo da 10 a 13:10) Paolo deve purtroppo occuparsi di un tema negativo che era già stato affrontato nella prima epistola: il suo mandato e il suo servizio come apostolo di Gesù Cristo (cfr. 1 Corinzi 9:1 e seguenti). Fino ad allora gli oppositori si erano limitati a condividere i dubbi riguardanti l’autorità apostolica di Paolo. Ora, a Corinto, un gruppo di persone che costituiva un vero e proprio partito si era messo a contestare apertamente il suo ministerio. Queste persone si ponevano esse stesse al disopra degli apostoli. Essi richiedevano delle prove scritte del suo apostolato e della sua qualifica di servitore (Cap. 3:1 e seguenti; 13:3). Essi si attribuivano un’autorità apostolica (10:10-18; 11, 13-15; 12:10) si vantavano delle loro origini giudee, (11:22) e introducevano delle false dottrine (10:2-5; 11:2-4). Paolo non cerca di giustificare il suo apostolato producendo delle prove esteriori, ma prova una volta di più a toccare il cuore di questi Corinzi che erano influenzati negativamente. Per fare questo l’apostolo espone numerosi elementi della sua vita e del suo servizio per il suo amato Signore (11:2,7, 23-33;12:1-10,14,15,19 ). Il tono di questa parte della lettera è di conseguenza molto più serio e duro rispetto agli altri brani. Il ministerio dell’apostolo Paolo verso i Corinzi e la sua autorità costituiscono così il tema generale dell’epistola.
3) Le sue particolarità
a) Tito
Paolo chiama Tito “mio vero figlio secondo la fede che ci accomuna” (Tito 1:4). Una tale definizione dimostra che Tito è stato portato da Paolo alla fede nel Signore Gesù. Il discepolo collaborò strettamente ai lavori dell’apostolo. È colpente che Luca non menzioni Tito negli Atti degli apostoli. Nel Nuovo Testamento si trova menzionato tredici volte in nome di questo compagno di Paolo, di queste 9 nella seconda lettere ai Corinzi (cap. 2:13; 7:6,13,14; 8:6, 16,23;12:18 2 volte).
La prima menzione di questo servitore è fatta in Galati 2:1-3. Tito accompagnò Paolo e Barnaba quando essi salirono da Antiochia a Gerusalemme, per esaminare la questione della legge con gli altri apostoli e gli anziani. Inoltre, in questo passo, apprendiamo che Tito era di origine greca. Più tardi, dopo aver inviato la prima lettera ai Corinzi scritta da Efeso, Paolo inviò Tito a Corinto per rendersi conto della situazione (2 Corinzi 12:18).
Poco dopo Paolo incontrò di nuovo il suo compagno d’opera in Macedonia, dopo una vana attesa in Troade (2 Corinzi 2:13;7:6, 13, 14); poi, accompagnato da due fratelli, Tito ritornò ancora a Corinto per portarvi la seconda Lettera (2 Corinzi 8:6, 16, 23). Qualche anno più tardi, Paolo scrisse a Tito l’epistola che porta il suo nome. Tito era allora a Creta; egli ricevette diverse disposizioni relative all’ordine nell’assemblea locale. Infine, nella sua ultima lettera (2 Timoteo 4:10), Paolo menziona ancora una volta Tito, che si trovava in quel momento in Dalmazia. Fino alla fine, questo servitore rimase un fedele collaboratore dell’apostolo Paolo.
b) Le relazioni tra Paolo e l’assemblea a Corinto
Vedere le indicazioni nella prima lettera ai Corinzi al punto 3 (https://bibbiaweb.com/panoramica-della-prima-lettera-ai-corinzi/)
4 Analisi succinta del suo contenuto
2 Corinzi 1 a 7 Paolo illustra il suo servizio per il Signore
Capitolo 1 Sofferenze e consolazioni
Capitolo 2 Ristabilimento di colui che ha peccato
Capitolo 3 Il ministerio della nuova alleanza
Capitolo 4 La sorgente della potenza nel servizio
Capitolo 5 Le motivazioni del servizio
Capitolo 6 Le caratteristiche del servizio
Capitolo 7 Lo scopo del servizio
2 Corinzi 8 e 9 La coletta per i credenti in giudea
Capitolo 8 La disposizione di cuore nel donare
Capitolo 9 La grazia concessa nel donare
2 Corinzi 10 e 13 Paolo difende il suo apostolato
Capitolo 10 Umiltà e audacia
Capitolo 11 Follia e motivi di cui gloriarsi
Capitolo 12 Al terzo cielo per ricevere le rivelazioni e sulla terra nella prova
Capitolo 13 Annuncio di una prossima visita
Tratto da “Vue d’ensemble du Nouveau Testament” di Arend Remmers – Pubblicato da EBLC Ἐditions Bibles Et Littérature Chrétienne Vevey