di E. E. Hucking
Leggere Giudici 6 e 7
A chi rivolge queste parole l’Angelo dell’Eterno? A un eroe della fede ben confermato e dalla lunga esperienza? No, a un uomo timoroso e profondamente cosciente della propria incapacità, Gedeone. Il racconto, come ci è riportato in Giudici 6 e 7, è adatte a incoraggiarci attraverso le prove e i timori della vita, e a indirizzare i nostri pensieri verso l’unica sorgente di ogni forza che è Dio, il nostro Padre.
I figli d’Israele subivano in quel periodo una dura oppressione da parte dei Madianiti. Nell’esercizio della sua disciplina, Dio aveva permesso più volte ai loro nemici di opprimerli, sebbene abitassero quel paese che Egli stesso aveva dato loro perché potessero godere delle sue ricche benedizioni e del suo riposo. Ma era stata la loro infedeltà a causare quei problemi. Una volta arrivavano i Moabiti, un’altra i Filistei o i Cananei, e queste popolazioni li depredavano e li rendevano soggetti.
Ogni volta che gli Israeliti avevano confessato il loro peccato, Dio aveva suscitato un giudice per mezzo del quale li aveva liberati. Ma poco dopo si allontanavano di nuovo dal Signore, non rinunciando per nulla “alle loro pratiche e alla loro caparbia condotta” (Giudici 2:18-19).
Madian – Gli interessi terreni
Al cap. 6, per castigare Israele, leggiamo che Dio si serve dei Madianiti e dei loro alleati. “Quando Israele aveva seminato” essi s’introducevano nel paese, “si accampavano contro di loro, distruggevano tutti i prodotti del paese… e non lasciavano in Israele né viveri, né buoi, né pecore, né asini” (v. 2-4).
Ogni nemico del popolo di Dio aveva la propria caratteristica e la propria strategia. Il metodo usato dai Madianiti consisteva nel distruggere i prodotti del paese con lo scopo di impoverire il popolo.
Chi è oggi il nemico che vuole derubarci del nostro nutrimento spirituale, impedirci di godere di Cristo e dei frutti della Canaan celeste? Sono gli interessi terreni, il perseguimento continuo di nuovi obiettivi, le distrazioni, l’amore del denaro.
Nelle nostre case non mancano certo le Bibbie, ma quanti sono quelli che ne fanno una lettura regolare e accurata? Quanti ostacoli il nemico frappone! Senza dubbio, il tempo che abbiamo a disposizione è limitato, ma se siamo sinceri dobbiamo ammettere che quando vogliamo svagarci, con la TV, il computer, la radio, la musica, ecc… il tempo riusciamo a trovarlo. E’ l’orientamento dei nostri interessi ad ostacolarci, è un’errata scala di priorità errata. E Satana ne approfitta per privarci di grandi benedizioni.
Gedeone, “l’uomo forte e valoroso”
I figli d’Israele erano angosciati. Per mettersi al riparo dalle incursioni nemiche si erano fatte “quelle grotte che sono nei monti, delle caverne e dei forti” (v. 2). Non ci stupisce vedere Gedeone che nasconde nello strettoio, normalmente usato per spremere l’uva (v. 11), il grano che aveva trebbiato. Gedeone non accettava passivamente che i Madianiti lo derubassero di quel poco nutrimento che gli restava.
Oh! Se ci fossero oggi più fratelli e sorelle fermamente decisi a non adattarsi all’impoverimento spirituale che caratterizza i nostri giorni! Così, l’Angelo dell’Eterno gli venne incontro e gli apparve. Gedeone era un uomo umile, e non avrebbe mai pensato che un giorno gli sarebbe stato affidato un incarico importante. Questo è vero anche per noi: se desideriamo un servizio di rilievo, preoccupiamoci prima di tutto del nutrimento spirituale nostro e della nostra famiglia.
La prima parola che l’angelo rivolse a Gedeone fu: “Il Signore è con te, o uomo forte e valoroso!”. Ma era davvero un uomo forte e valoroso? Egli non poteva nemmeno immaginarlo e gli era difficile appropriarsi della promessa contenuta in questa dichiarazione. Allora risponde: “Ahimé, mio signore, se l’Eterno è con noi, perché ci è accaduto tutto questo?”. Dio voleva essere con Gedeone e servirsi proprio di lui per liberare il suo popolo. Nei periodi di declino e di penuria, l’accento è sempre messo sulla responsabilità individuale, come si vede nelle Lettere a Timoteo dove Paolo ripete sovente “Ma tu…”.
Dio è paziente con Gedeone e sopporta i suoi “perché” che da tempo lo tormentavano. Anche noi, possiamo aprire il nostro cuore davanti al Signore e venire a sapere che Dio non ci lascia mai. Infatti, l’Eterno non li aveva abbandonati. Era il popolo che si era allontanato da Lui.
“Va’ con questa tua forza”
Forse capiremmo meglio se Dio gli avesse detto: “Va’ con la forza che ti darò”! Perché invece gli dice “con questa tua forza”? Troviamo qui un principio della massima importanza: nel cammino della fede, dobbiamo agire coi mezzi che ci sono affidati, per quanto deboli possano apparire. Se c’è questo impegno, allora, e non prima, Dio ci darà di più.
Dio aveva domandato a Mosè: “Che cos’è quello che hai in mano?”, e Mosè aveva risposto: “Un bastone”. Era veramente poco! Ma quel bastone divenne il mezzo e il simbolo della potenza di Dio per liberare il suo popolo dall’Egitto.
“Cinque pani d’orzo e due pesci… che cosa sono per tanta gente?”, avevano detto i discepoli. E non si può dire che avessero torto. Ma il Signore volle utilizzarli per nutrire la folla. Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci per quelle cinquemila persone doveva manifestare la sua potenza; per questo il Signore si è servito di poco, di quel poco che era disponibile in quel momento.
Anche l’apostolo Paolo dovette imparare questa lezione. In risposta alle sue preghiere per essere guarito dal male che lo affliggeva, il Signore gli rispose: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza” (2 Corinzi 12:9).
“Tu hai poca forza”, dice lo Spirito alla chiesa di Filadelfia. Ma la porta per il loro servizio era mantenuta aperta fino al ritorno del Signore.
In queste parole dell’Eterno a Gedeone, c’è anche un altro insegnamento: non aspettiamoci che Dio compia un miracolo. Egli, se lo ritiene opportuno, al momento giusto può anche compierlo. Ed è proprio quello che ha fatto per mezzo di Gedeone concedendo una clamorosa vittoria sui Madianiti. Ma Gedeone doveva fare il primo passo, quello della fede, e lo ha fatto.
“Io sarò con te”
Considerando gli avvenimenti che seguono, fino alla vittoria su Madian, siamo stupiti nel constatare la grazia con la quale Dio agisce di fronte alle esitazioni e ai timori di Gedeone. Quando egli obietta accampando la sua giovane età e le sue umili origini, Dio lo rassicura dicendogli: “Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo”. Poi c’è una successione di rivelazioni, di segni e di atti miracolosi che hanno tutti lo scopo di fortificare la sua fiducia in Dio e di prepararlo per la missione che gli era affidata. Quanto è grande la pazienza di Dio verso questo debole strumento!
Anche noi sentiamo, oggi più che mai, di essere gli oggetti della pazienza e della misericordia di Dio. Possiamo avere degli oscuri presentimenti riguardo ai prossimi avvenimenti. La Chiesa sta attraversando delle difficoltà che sono paragonabili a quelle di Israele al tempo di Gedeone, ma nel campo spirituale. La fedeltà di Dio, comunque, è immutabile.
Che anche noi possiamo appropriarci di questa promessa: “Io sarò con te”, e appoggiandoci su essa obbedire al Signore che ci dice: “Va’ con questa tua forza!”.