Della luce nelle nostre case

Esodo 10:21-23

J.A. Poseck

Articolo tratto dal mensile Il Messaggero Cristiano del 03-2019

Il mondo è caratterizzato dalle tenebre. È la sfera nella quale regna Satana, colui che la Parola di Dio chiama il “principe di questo mondo”, “il dio di questo mondo”, “il principe della potenza dell’aria” (Giovanni 14:30, 2 Corinzi 4:4, Efesini 2:2). Egli esercita la sua potenza con “i dominatori di questo mondo di tenebre”, “le forze spirituali della malvagità che sono nei luoghi celesti” (Efesini 6:12).

Quanto a noi, carissimi, per la potenza e la grazia del nostro Dio e Padre, siamo stati “liberati dal potere delle tenebre” e “trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Colossesi 1:13). Siamo stati “messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce” (1:12). Dio “ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù” (Efesini 2:6), tanto che non siamo più “del mondo”, anche se siamo ancora “nel mondo” (Giovanni 17:11, 14, 16).

Nella Sua infinita pazienza, Dio non esercita ancora il giudizio che incombe sul mondo, scena di violenza, di corruzione e di inimicizia contro di Lui. Dio è ancora pronto a fare grazia a chi si pente. La luce del Vangelo brilla ancora, nonostante che le tenebre s’infittiscono intorno a noi. Al tempo dell’Esodo, quando Israele era ancora schiavo in Egitto, Dio aveva mandato su quel paese la piaga delle tenebre, ed è scritto che erano così fitte “da potersi toccare”. Ma nelle case dove abitavano gli Israeliti c’era la luce!

Poniamoci ora questa domanda: Che ne è della luce che deve risplendere nelle nostre case, in mezzo alle tenebre che vanno crescendo intorno a noi? Questa luce brilla davvero “per tutti quelli che sono in casa” (Matteo 5:15)? E brilla in modo tale che tutti “quelli che entrano vedano la luce” (Luca 8:16; 11:33)?

È vero che avendo creduto noi siamo “luce nel Signore”, grazie a Dio; ma bisogna che camminiamo “come figli di luce” (Efesini 5:8). La luce non ci è stata data perché la nascondessimo sotto il “vaso” dell’attività e della mondanità, né sotto “il letto” dell’ozio e della pigrizia, ma perché potesse illuminare tutti i membri della famiglia e raggiungere quelli che entrano nella casa.

La “stella mattutina” brilla nel cielo. Colui che è “la lucente stella del mattino”, il nostro Salvatore, sta per venire a prenderci con Sé (Apocalisse 22:16). Ma in quale stato troverà noi? Troverà questa felice speranza che brilla sul nostro cammino, per illuminare con la sua luce i nostri cuori e il nostro comportamento? Troverà la luce di questa speranza che riempie le nostre case, tanto da trasformarle in “tende di viaggiatori” come quelle di Abrahamo al quale l’Eterno non poteva nascondere ciò che stava per fare? Dio sapeva che Abrahamo avrebbe ordinato ai suoi figli e alla sua discendenza di seguire la via dell’Eterno, per fare ciò che è giusto e retto, e consentirgli così di compiere le cose che aveva promesso (Genesi 18:17-18).

Ricordiamoci che non siamo solo dei portatori della luce del glorioso vangelo di Dio e della verità, ma che dobbiamo “camminare nella luce, com’egli è nella luce”, Lui che ci ha “chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1 Giovanni 1:7; 1 Pietro 2:9).

Questa luce deve brillare sul cammino di ogni credente che è chiamato non solo ad annunciare il vangelo di Dio, ma ad “onorare in ogni cosa la dottrina di Dio, nostro Salvatore” (Tito 2:10). In questo modo, il suo sentiero può essere “come la luce che spunta e va sempre più risplendendo, finché sia giorno pieno” (Proverbi 4:18). La luce deve brillare anche nelle nostre case, con le luci individuali che si uniscono le une alle altre, completandosi per la gloria del nostro Dio.