di A. B. Simpson
Articolo tratto dal mensile IL MESSAGGERO CRISTIANO del 11-2013
“… affinché la vostra fede, che viene messa alla prova… sia motivo di lode , di gloria e di onore” (1 Pietro 1:7).
La prova fortifica la fede, è un’occasione per imparare, ci fa scoprire le risorse di Dio, ci spinge a pregare, ad amare e ad aiutare gli altri; inoltre ci insegna la costanza e il coraggio, e può anche essere un’occasione di vittoria. Vale dunque la pena stare all’ascolto di quello che Dio vuole dirci attraverso le afflizioni e le difficoltà che Egli permette nella nostra vita. Dio vuole farci del bene e vuole rivelarsi a noi come un Dio fedele, un Padre che ci ama.
Perché passiamo per le prove?
Le prove e le difficoltà ci sono utili nella misura in cui ci insegnano a conoscere noi stessi. Esse ci rivelano le nostre manchevolezze e i nostri errori, e fanno parte dell’opera di purificazione che Dio deve compiere in noi per la nostra formazione. Non arriviamo mai a conoscere noi stessi senza passare attraverso la prova. Allora, la fede e il coraggio che sembrano tanto vivi nei momenti di entusiasmo, riacquistano il loro vero livello. E l’anima, consapevole della sua impotenza si rimette a Cristo per trovare tutto solo in Lui.
Le prove che Giacobbe ha sperimentato lo hanno indotto a farla finita con il suo io, con la propria volontà. Le afflizioni di Giobbe hanno fatto svanire in lui i sentimenti di “propria giustizia” e di fiducia in se stesso. La caduta di Pietro ha infranto il suo orgoglio e l’eccessiva considerazione che aveva di sé; essa l’ha indotto a trovare la sua forza non in se stesso, ma in Cristo solo. È per ragioni analoghe che il Signore ci mette sovente alla prova. Egli opera per persuaderci che la stima che abbiamo della nostra forza è eccessiva e vuole condurci al punto in cui possiamo veramente dire: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!” ( Galati 2:20).
Quando Dio ci fa passare attraverso situazioni difficili e prove, agisce in noi e per noi molto più di quanto possiamo pensare.
Le prove ci insegnano:
– a scoprire le risorse di Dio
– a credere di più a Lui
– a pregare
– ad amare
– ad avere costanza e coraggio.
Esse ci rendono capaci di aiutare gli altri e sono occasioni di vittoria.
Le prove ci insegnano a scoprire le risorse di Dio
È soltanto nelle circostanze difficili che impariamo a riconoscere che Dio basta a tutto. Davanti al Mar Rosso, il popolo d’Israele doveva restare tranquillo; in questo modo avrebbe potuto sperimentare la liberazione dell’Eterno (Esodo 14:10-14). In seguito, Dio lo ha condotto nel deserto, luogo in cui tutte le risorse naturali mancavano, allo scopo di insegnargli che Egli era in grado di far fronte a tutti i loro bisogni.
Dio diventa reale per noi nella misura in cui i bisogni che abbiamo trovano una risposta da Lui. Così, ogni situazione difficile rappresenta per Dio un’occasione per rivelare la Sua saggezza, la Sua forza e la Sua grazia. Dio permette certe difficoltà nella nostra vita, fino al momento in cui Cristo diventa per noi tanto reale quanto le lacrime che abbiamo versato, le angosce che ci hanno afflitto, le preoccupazioni che sono sembrate schiaccianti e insuperabili.
La potenza di Cristo agiva nell’apostolo Paolo e rispondeva ai suoi bisogni perché egli aveva un profondo sentimento della propria insufficienza. Per questo accettava con gioia ogni nuova difficoltà come un’occasione in cui il Signore poteva dire: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza” (2 Corinzi 12:9).
Abbiamo anche noi sperimentato che il Signore è sufficiente per tutte le circostanze della vita? Ciascuno di noi può proclamare davanti al mondo: “Il Signore è il mio pastore: nulla mi manca… Quand’anche camminassi nella valle della morte, io non temerei male alcuno, perché Tu sei con me” (Salmo 23:1, 4)?
Le prove fortificano la nostra fede
Le prove incrementano la nostra fiducia nella fedeltà e nell’amore di Dio. L’aquila non può insegnare ai suoi pulcini a volare se non spingendoli fuori dal nido e lanciandoli nel vuoto dove, abbandonati a se stessi, possono soltanto o volare o precipitare. È in quel momento che essi imparano a conoscere la forza potenziale che si trova nelle loro piccole ali. Mentre le agitano in una lotta disperata, scoprono il segreto di una nuova vita e, a poco a poco, imparano a volare negli immensi spazi del cielo.
Allo stesso modo, Dio insegna ai Suoi figli ad usare le ali della fede spingendoli “fuori dal nido”, togliendo loro le cose su cui si appoggiano. Allora, non avendo più risorse in se stessi, i figli di Dio devono imparare a riporre tutta la loro fiducia in Lui. Egli è pronto a soccorrerli, come l’aquila che spiega le sue ali sotto i suoi piccoli per portarli sulle sue penne (Deuteronomio 32:11).
Noi tendiamo sovente ad appoggiarci su cose visibili e scopriamo che è un’esperienza del tutto nuova stare in piedi senza sostegni umani e camminare con un Dio invisibile. Ma è una lezione che dobbiamo imparare se le nostre anime vogliono dimorare nella pace di Dio, dove la fede è la sola ragione di vivere e dove Dio è tutto.
Con dolcezza e saggezza, il nostro Padre adatta la prova alle nostre deboli forze; poi, allo scopo di irrobustirle, può condurci ancora più lontano. “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze” (1 Corinzi 10:13).
Confidiamo in Lui nelle difficoltà e le nostre forze cresceranno, mentre accettiamo la nostra parte di sofferenze come dei buoni soldati di Gesù Cristo (1 Timoteo 2:3).
Le prove ci insegnano a pregare
Le prove ci costringono a passare molto tempo con Dio. Esse hanno indotto Giacobbe a piegarsi dopo la lotta con l’angelo sostenuta al torrente di Iabboc (Genesi 32:23-30), hanno insegnato all’autore del Salmo a trovare “riparo dell’Altissimo” (Salmo 91:1), hanno prodotto nell’apostolo Paolo una dipendenza permanente dal Signore. Esse inducono a cercare e ad alimentare la comunione con Dio, e ci aiutano a conoscerlo meglio.
La prova diventa la nostra risorsa suprema e il nostro rifugio.
È umiliante constatare che Dio debba servirsi delle sofferenze e delle prove per attirare a Sé i Suoi figli. Troppo spesso, la comodità e gli agi ci portano a smettere di dipendere dal Signore. Ma nel momento in cui esprimiamo sentimenti simili a quelli del salmista – “Tu hai visto la mia afflizione, hai conosciuto le angosce dell’anima mia” (Salmo 31:7) – ci sentiamo più vicini a Dio.
Le prove ci insegnano ad amare
Dio desidera rispondere alle nostre preghiere, ma vuole anche affinare e smussare il nostro carattere e insegnarci l’amore. Talvolta permette che siamo maltrattati, che subiamo dei torti e delle ingiustizie anche allo scopo di insegnarci a riconoscere che non sempre abbiamo saputo manifestare quell’amore che “sopporta ogni cosa” (Corinzi 13:7). Lo Spirito Santo ci mostra quello che ci manca e ci guida alla sorgente dell’amore. E mentre impariamo, un po’ alla volta, questa lezione, veniamo accompagnati verso prove maggiori, che producono in noi alcuni riflessi della grazia e dell’amore di Dio.
Le prove ci insegnano la costanza e il coraggio
Alla scuola di Dio impariamo pazientemente a sopportare le avversità; la costanza è infatti una delle virtù più belle della vita cristiana. Quando “la costanza compie pienamente l’opera sua” in noi, siamo “perfetti e completi, di nulla mancanti” (Giacomo 1:4). Ma le lezioni più grandi della nostra vita spirituale sono spesso apprese alla scuola del dolore.
Quando facciamo l’esperienza della grazia divina che ci sorregge, le prove ci tolgono la paura delle sofferenze e, appoggiandoci sulla forza che proviene da Dio, ci insegnano ad affrontare il combattimento come buoni soldati di Gesù Cristo e ad attribuire la vittoria non a noi stessi, ma solo a Lui.
Le prove ci rendono capaci di aiutare gli altri
Quando trionfiamo sulle difficoltà con l’aiuto del Signore, Dio è glorificato e noi mostriamo al mondo quello che Lui può fare per noi e in noi, e che può custodire i Suoi in ogni situazione, essendo la potenza della Sua grazia sufficiente per ogni afflizione umana.
Le prove ci rendono capaci di aiutare gli altri mediante le lezioni che noi stessi abbiamo imparato (2 Corinzi 1:3-4). Chi manca di sensibilità e di maturità spirituale è poco capace di consolare, di essere d’aiuto e in benedizione per coloro che soffrono. Dio deve prima produrre in noi quello che Egli desidera che noi trasmettiamo agli altri. Una prova difficile e dolorosa ci prepara a confortare, a incoraggiare e a fortificare chi soffre, perché possiamo testimoniare che siamo passati per la stessa strada e possiamo dire per esperienza “il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno, secondo la sua gloriosa ricchezza, in Cristo Gesù” (Filippesi 4:19).
Le prove sono occasioni di vittoria
“Beato l’uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano” (Giacomo 1:12). La stessa grazia di Dio che nella prova ci conduce alla vittoria, ci prepara anche delle corone durevoli. Quando la storia di questo mondo sarà finita e dimenticata, i risultati eterni delle nostre prove risplenderanno per la gloria del nostro Signore nei nuovi cieli e nella nuova terra.
Ci impegniamo ad imparare qualcosa dalle nostre afflizioni? Pensiamo alle “corone” che Dio vuole darci? Ci sforziamo di trarre dalle nostre prove attuali le benedizioni che Dio ha in serbo per noi? Desideriamo essere “più che vincitori, in virtù di Colui che ci ha amati” (Romani 8:37)? Siamo disposti ad assumerci la nostra parte di sofferenze, come buoni soldati di Gesù Cristo (2 Timoteo 2:3)? Se è così, un giorno ci sentiremo dire: “Va bene, servo buono e fedele… entra nella gioia del tuo Signore” (Matteo 25: 21).
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