Le sofferenze di Cristo nei Salmi

I quattro evangeli ci forniscono un’esposizione della vita del Signore come uomo su questa terra, sotto quattro aspetti differenti: Re. perfetto Servitore, perfetto Uomo e Figlio di Dio. D’altra parte alcuni salmi dipingono in una maniera degna di nota, l’espressione di ciò che Gesù ha dovuto sopportare, la descrizione di alcuni dei suoi sentimenti nelle sofferenze che ha patito e la profezia di quanto avrebbe sofferto da parte degli uomini e dalla parte del Suo Dio.

Nel cammino su questa terra i suoi nemici gli hanno causato indicibili sofferenze: “I miei nemici mi insultano ogni giorno; quelli che mi odiano usano il mio nome come bestemmia” (Salmo 102:8). Egli si indirizza così al Suo Dio: “Tu conosci la mia vergogna, il mio disonore e la mia infamia; davanti a te sono tutti i miei nemici” (Salmo 69:19).

Il Signore sappiamo che ha sofferto a causa dell’abbandono di coloro che erano suoi amici: “ … ho aspettato chi mi confortasse, ma invano; ho atteso dei consolatori, ma non ne ho trovati” (Salmo 69:20).
“Amici e compagni stanno lontani dalla mia piaga, i miei stessi parenti si fermano a distanza” (Salmo 35:12)

A riguardo di Giuda, che lo avrebbe tradito, il Signore ha detto: “Anche l’amico con il quale vivevo in pace, in cui avevo fiducia, e che mangiava il mio pane, si è schierato contro di me” (Salmo 41:9).
Veniamo al processo, alle accuse che gli sono state portate: “Si alzano contro di me perfidi testimoni; mi interrogano su cose delle quali non so nulla. Mi rendono male per bene desolata è l’anima mia” (Salmo 35:11-12).

Il Signore viene spogliato delle sue vesti, i soldati ne prendono una parte ciascuno e dividono tra loro la tunica del Signore. I  vangeli ci raccontano  questo ed evidenziano che questo è avvenuto “affinché si adempisse la Scrittura che dice: «Hanno spartito fra loro le mie vesti, e hanno tirato a sorte la mia tunica»” (Giovanni 19:24 – Salmo 22:18).

Pensiamo anche ai momenti della croce, quando i capi dei sacerdoti, gli scribi, gli anziani, si beffavano di lui e in quello che esprimevano adempievano quello che era scritto nel Salmo 22: “Si è confidato in Dio: lo liberi ora, se lo gradisce” (Salmo 22:8 – cfr Matteo 27:43).
Il Signore Gesù ha subito le sofferenze della morte. Egli lo esprime indirizzandosi a Dio: “Tu mi hai posto nella polvere della morte” (Salmo 22:15). Egli esprime tutto il suo dolore: “Egli ha stremato le mie forze; ha abbreviato i miei giorni…i tuoi anni durano per ogni generazione…nel passato tu hai creato la terra… ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non avranno mai fine” (Salmo 102:23-25, 27). La morte non lo poteva trattenere ed Egli riceve questa risposta che annuncia la sua risurrezione e proclama la sua divinità.

Al di sopra di ogni cosa Gesù ha sofferto il giudizio da parte di Dio: “Tu mi hai messo nella fossa più profonda, in luoghi tenebrosi, negli abissi. L’ira tua pesa su di me, tu mi hai travolto con tutti i miei flutti” Salmo 88:6-7). “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Te ne stai lontano, senza soccorrermi, senza dare ascolto alle parole del mio gemito?” (Salmo 22: 1-2).

Quando il Signore Gesù, dopo avere subito l’abbandono di Dio, è entrato volontariamente nella morte ha esclamato con gran voce: “Padre nelle tue mani rimetto lo spirito mio” (Luca 23:46). Questa espressione la ritroviamo nel Salmo 31 versetto 5.

Contempliamo tutto questo in  ammirazione e adorazione cercando di penetrare un po’ di più in quelle parole che il Signore Gesù ha detto ai suoi discepoli dopo la risurrezione:
«O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette!  Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» 
Poi disse loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quando ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per capire le Scritture e disse loro: «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno…” (Luca 24:25-26, 44 -46)