Generazione futura – Ho peccato…e ora?

Sei un credente e finalmente la tua coscienza ha trovato riposo nell’opera completa di Cristo. Hai confessato la colpa dei tuoi peccati davanti a Dio. Hai creduto a ciò che Egli dice nella Sua Parola riguardo al Signore Gesù e alla Sua opera. Ora sai che non dovrai più affrontare il giudizio e puoi dire con gioia che il Signore ha cancellato i tuoi peccati con il Suo sangue. Tuttavia ti rendi conto che nella tua vita commetti ancora dei peccati e sai bene che un cristiano non dovrebbe farlo.

Cosa dice la Parola?
“Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.” 1 Giovanni 2:1-2
Cosa fai quando noti che hai peccato? Ci sono diverse reazioni possibili: – “Diamo un colpo di spugna, può succedere a chiunque.” – “Non ci posso fare nulla, sono un uomo con dei difetti. Essere credenti non cambia nulla”. – “Sono davvero salvato? Poiché un cristiano non pecca!” – “Questo peccato viene dal diavolo. Lui è il colpevole. Se non fosse esistito, non avrei peccato”. – “Ho peccato e questo mi addolora, perché anche per questo peccato il mio Salvatore è dovuto morire sulla croce. Così riconosco il mio peccato davanti a Dio, giudicando me stesso e giudicando il mio peccato davanti a Lui per abbandonarlo d’ora in poi”. Probabilmente ci sono ancora molte altre varianti ma certamente può esservi capitato di pensare ad una di queste dopo aver peccato. Come dovremmo veramente comportarci secondo la Bibbia quando abbiamo peccato?

Un cristiano pecca?
Purtroppo, capita che noi cristiani, pecchiamo. Cosa succede dopo? Ci rendiamo conto della gravità di quanto è accaduto?
“Che diremo dunque? Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi? No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso?” Romani 6:1-2 Se qualcuno pensa di poter chiudere un occhio sul peccato, disprezza la santità di Dio. Dio è troppo puro per sopportare la vista del male (Abacuc 1:13). Egli condanna il peccato, sia esso commesso da un credente o da un non credente. Ecco perché non dovremmo peccare, ma odiare il peccato – come fa Dio. È vero, un credente non può più essere perduto, anche se pecca non può essere rapito dalla mano del Signore (Giovanni 10:28), ma questa non deve essere una scusa per vivere in modo carnale. La lettera ai Galati al capitolo 6 versetto 7 mostra che anche se i nostri peccati sono stati perdonati come risultato di una confessione sincera, le conseguenze di un atto rimangono (a volte per tutta la vita). Questo dovrebbe metterci in guarda dal prendere alla leggera la questione del peccato.

Il peccato non deve essere giustificato
La scusa di essere solo un uomo non è valida. “Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato” (1 Giovanni 3:9). Quando qualcuno nasce da Dio, cioè si converte, non può vivere una vita caratterizzata dal peccato. Non c’è giustificazione per il peccato: “Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.” (1 Giovanni 3:9). Questo non significa che un figlio di Dio non possa cadere nel peccato. Ma quando un cristiano pecca, agisce in contraddizione con la natura che ha ricevuto da Dio.

Non diamo la colpa al diavolo
Una delle cose che possiamo fare è cercare di convincerci che il peccato è lì solo a causa del diavolo e viene solo da lui – non da noi stessi. È vero che il diavolo è ingannevole fin dall’inizio ma il versetto di 1 Giovanni 2:1 chiarisce che è l’uomo ad essere responsabile del peccato commesso non è colpa del diavolo. Il credente di cui parla Paolo in Romani 7 deve anche riconoscere questo: “Difatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no. Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio.” (Romani 7:18-19). Se pecchiamo siamo gli unici responsabili, non possiamo gettare il senso di colpa su un altro.
Cosa fai quando noti che hai peccato? Ci sono diverse reazioni possibili: – “Diamo un colpo di spugna, può succedere a chiunque.” – “Non ci posso fare nulla, sono un uomo con dei difetti. Essere credenti non cambia nulla”. – “Sono davvero salvato? Poiché un cristiano non pecca!” – “Questo peccato viene dal diavolo. Lui è il colpevole. Se non fosse esistito, non avrei peccato”. – “Ho peccato e questo mi addolora, perché anche per questo peccato il mio Salvatore è dovuto morire sulla croce. Così riconosco il mio peccato davanti a Dio, giudicando me stesso e giudicando il mio peccato davanti a Lui per abbandonarlo d’ora in poi”. Probabilmente ci sono ancora molte altre varianti ma certamente può esservi capitato di pensare ad una di queste dopo aver peccato. Come dovremmo veramente comportarci secondo la Bibbia quando abbiamo peccato?

La confessione è necessaria
Che cosa devo fare allora se ho peccato? C’è una sola strada: andare dal Signore Gesù e confessare il mio peccato. Per noi vale quanto segue: “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.” 1 Giovanni 1:9 Se confessi il tuo peccato, riconosci che tu stesso sei il responsabile di questa trasgressione e che sei colpevole davanti a Dio. È vero che siamo stati perdonati da ogni colpa al momento della conversione ma finché viviamo su questa terra e pecchiamo, Dio non può passarci sopra, nemmeno per un credente. Il peccato è in contrasto con il rapporto di comunione che abbiamo con Dio come figli. Ecco perché Dio non può tollerare il peccato nella nostra vita. Tuttavia, se confessiamo il nostro peccato, allora saremo in grado di godere di nuovo della comunione con Lui. Questa è la condizione per vivere una vita felice. Colui che chiamiamo Padre (1 Pietro 1:17) allora ci dà il suo perdono paterno. Se confessiamo il nostro peccato, allora saremo in grado di godere di nuovo della comunione con Lui. Questa è la condizione per vivere una vita felice.
Il pio re Davide può aiutarci con il suo esempio. Dopo aver peccato gravemente, unendosi con la moglie di un altro uomo e facendolo uccidere, Dio lo rende consapevole del terribile peccato che ha commesso e questo lo porta a confessare e riconoscere davanti a Dio il male che ha fatto. La sua umiliazione davanti al Signore la troviamo nel Salmo 51. Davide si era reso conto di aver peccato contro Dio, e che Dio ne era certamente profondamente rattristato. Prendiamo questa confessione di Davide come esempio!

Meglio prevenire che curare
Per il futuro cerchiamo di imparare dai nostri errori. Per esempio, possiamo pregare che il Signore ci sostenga nei momenti critici o nei periodi di vuoto interiore. Possiamo pregare per avere una relazione più intensa con Lui. Impariamo a vincere sia le tentazioni che provengono dall’interno, sia quelle a cui siamo sottoposti dal diavolo leggendo la Bibbia, in modo che agisca sulla nostra coscienza. Allora il Signore ci terrà lontani da queste tendenze e quindi dal peccato, sperimenteremo così una maggiore vicinanza con Lui. “Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo” (Efesini 6:11).

Tradotto e adattato da Persévère